Australian Open: Djokovic supera in quattro ore il qualificato Prizmic e fa 90

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Australian Open: Djokovic supera in quattro ore il qualificato Prizmic e fa 90

Prestazione strabiliante del diciottenne croato Dino Prizmic, vincitore del Roland Garros junior, che strappa un set al numero 1 del mondo. “Farà grandi cose in carriera” dice di lui Novak Djokovic che mette a segno la novantesima vittoria a Melbourne e al secondo turno aspetta il vincente tra Polmans e Popyrin

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Novak Djokovic – Australian Open 2024 (foto via Twitter @AustralianOpen)
 

[1] N. Djokovic b. [Q] D. Prizmic 6-2 6-7(5) 6-3 6-4

A un tratto sembrava Davide contro Golia. Nulla è scontato nel tennis, nemmeno un primo turno per uno che l’Australian Open l’ha già vinto dieci volte. Nemmeno contro un avversario alle prime armi che ha la metà dei suoi anni. Novak Djokovic dominante nel primo set, presto traballa contro il diciottenne croato Dino Prizmic, capace di accaparrarsi con merito al tie-break il secondo set e tenere testa al numero uno del mondo nel terzo dove mette a segno addirittura due break.

Anche nell’ultimo set, sfiancato e sotto 4-0, lo spalatino riesce a recuperare e rimanere incollato a un Novak Djokovic che con i cambi di gioco e ritmo ritrovati riesce ad essere di nuovo padrone del campo. Veloce e di gomma il diciottenne di Spalato, numero 178 del ranking, ribatte però colpo su colpo fino all’ultimo quando a Novak servono 6 match point per scrivere la parola fine. Sono appena scoccate le 4 ore di gioco.

Mai Djokovic aveva dovuto lottare così a lungo in un primo turno slam. Solo due volte invece aveva ceduto un set a un avversario proveniente dal tabellone cadetto: nel 2009 contro il lucky loser Amer Delic (6-2 4-6 6-3 7-6) e contro Enzo Couacaud lo scorso anno, al secondo turno (6-1 6-7 6-2 6-0).

Primo set: coscia sinistra e avambraccio destro doloranti per Dino, Djokovic in scioltezza

Sul velluto il primo parziale per il dieci volte campione del torneo (che qui non perde dal 2018). Già nel primo game del match il giovane croato cede la battuta. Ma soprattutto sembra parecchio limitato a livello fisico al punto che alla fine del quinto game deve chiamare il trainer con annesso medical timeout per rinforzare una vistosa fasciatura alla coscia sinistra. Anche l’avambraccio sembra dargli noia.
Djokovic dopo il MTO prende serenamente il comando delle operazioni ottenendo poi un secondo break nel settimo gioco, prima di chiudere il parziale con un netto 6-2. Djokovic chiude il parziale con appena tre punti persi al servizio e un bilancio di 9 vincenti e 6 errori. Difficile immaginare come Prizmic possa rimanere in partita in queste condizioni (a cura di Luca De Gaspari).

Secondo set: Prizmic esprime grande personalità, Djokovic più scarico e il tie-break è croato

Al primo cambio di campo del secondo set, Dino chiede nuovamente l’intervento del fisioterapista. Tuttavia la sensazione di un imminente ritiro, che aleggiava fino a qualche minuto prima, appare oramai completamente fugata. Per la prima volta nel match, il 18enne spalatino tiene un game di servizio comodamente, a 15, dopo che nel primo set su quattro turni di battuta uno soltanto lo aveva conquistato a 30, un altro ai vantaggi subendo invece altrettanti break nei restanti due. Il giovane croato è rinato, ritrova il molleggio sulle gambe e comincia a muoversi benissimo sul campo: a questo punto mancherebbe soltanto il passaggio a vuoto del cannibale serbo per ridare un reale significato alla partita. E puntualmente Nole ci casca: lob corto e smorzata di rovescio che non esce benissimo dalle corde. Poi però sale in cattedra, contrattaccando brillantemente Prizmic, che suggella il primo strappo balcanico grazie a un meraviglioso passante incrociato e in corsa dal lato destro (3-1 Croazia).

Djokovic non ci sta a far scappare il qualificato croato, rimette l’elmo da guerriero e trova immediatamente il contro-break. Nel settimo gioco, il 36enne di Belgrado annusa l’odore del sangue e si inerpica 15-30 a due punti dal break ma il classe 2005 con orgoglio risale la corrente e mantiene il timone: 4-3. Adesso difatti, rispetto al 6-2 inaugurale, c’è finalmente partita per la gioia degli spettatori: il 10 volte campione del torneo, mentre nel parziale precedente poteva farsi bastare solidità e consistenza da fondo, in questo secondo set deve variare maggiormente il proprio tennis per fare punto.

Non succede più nulla e si giunge dritti sino al tie-break: comunque vada Prizmic ha giocato un secondo set di grande personalità e con un’ottima tenuta del servizio. Nole appare un po’ più scarico, arriva all’impatto un attimo in ritardo e non a caso è il primo a perdere un mini-break nel terzo punto: troppo leggero e remissivo il palleggio da fondo, a cui affianca una perdita di profondità. Arriva subito il contro-break serbo ma è un fuoco di paglia: Dino è centratisissimo, Novak sbaglia tutto e di più. Sul 3-2, infatti, doppio mini-break per il 18enne di Spalato: ecco dunque il momento della verità, il croato al servizio per chiudere e pareggiare i conti. La vipera serba però è esiziale quando la sfera gialla scotta: dal 6-2 vince quattro punti consecutivi annullando altrettanti set point. Il quinto tuttavia si rivela quello vincente per il nuovo gioiello balcanico, che si intasca uno scambio lungo che vuol dire 7-6(5) in poco più di un’ora di gioco.

Per la seconda volta dopo Enzo Couacaud lo scorso anno, anche in quel caso fu il secondo set ma al secondo turno, Nole Djokovic perde una frazione contro un qualificato a Melbourne Park.

Terzo set: che lotta, la spunta Djokovic per un soffio

Sembra avere di nuovo vita facile Djokovic che nonostante dei bei guizzi di Prizmic mette subito a segno il break portandosi avanti 2-0. Ma è un’illusione. Il croato non tira i remi in barca. Tutt’altro. Rimane col fiato sul collo del serbo ed è subito contro break. Non solo. I giochi sono lunghi e fatti di scambi sempre più martellanti ed estenuanti. Prizmic lotta su ogni palla e affila gli artigli. Djokovic travolto dall’energia inaspettata del croato è spesso tradito dal dritto specie quando prova i cambi di ritmo. Scricchiola. E allora dopo un gioco con ben sette parità e uno scambio a rete da applausi il diciottenne di Spalato si prende anche il doppio break. 3-2 Prizmic. Tra le qualità del croato balza all’occhio anche la grande agilità sfoggiata: a momenti sembra di gomma. Ma Djokovic rimane sul pezzo. Pur soffrendo ricomincia a dettare il passo con cambi di ritmo e direzione. Brekka. Il servizio, uno dei pochi punti fermi del suo match, non lo tradisce. Rimette il muso avanti 4-3. E nel momento più cruciale la testa non tradisce il numero uno: dopo uno scambio estenuante di 20 colpi si accaparra break e quinto gioco spalancandosi la porta del terzo set che finisce 6-3 tra gli applausi di un pubblico strabiliato tra cui si intravede anche Andre Agassi.

Quarto set: Djokovic più sicuro ma ci vogliono sei match point per arginare Prizmic

Djokovic è più sicuro e ritrova tutte le sue armi. Detta il ritmo e si porta avanti 4-0. Sembra finita. Ma mai dire mai. Dino è sfiancato, rallentato dalla stanchezza accumulata e da qualche accenno di crampo ma rimane lì, a testa bassa, colpo su colpo, risale la china fino al 4-3. Sul 5-3 alla battuta il diciottenne è sotto 40-0 ma con grande garra tiene il game. Solo al sesto match point si arrende 6-4 nel gioco successivo. Sono passate 4 ore dall’inizio del match e Prizmic, che aveva iniziato l’incontro da Carneade, si prende gli applausi sinceri di Djokovic che è un fiume in piena di complimenti: “Merita tutti gli applausi, è stato incredibile. Nel terzo set era avanti un break poi sotto 4-0 e ha rimontato. Stasera mi sono dovuto guadagnare i soldi (ride). Non posso che fargli i complimenti, tanta ammirazione. Difende benissimo e attacca bene: a 18 anni non ha mai avuto un’esperienza simile: complimenti a lui al suo team e alla sua famiglia, lo vedremo spesso, avrà una carriera fantastica. Stasera ho avuto tante difficoltà ma merito suo, aveva una risposta a tutto quello che facevo. Ha molta disciplina grande potenziale”. Non poteva poi mancare una battuta sulla differenza d’età: “Ho cominciato molto bene stasera per avere 36 anni, penso: ‘diavolo ho il doppio della sua età’.

scritto con Martina Tomat

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