Anche la migliore delle giornate corre sempre il rischio di essere rovinata. Per informazioni rivolgersi all’ucraina Marta Kostyuk. La tennista nata a Kiev ha iniziato la stagione nel migliore dei modi con il suo primo quarto di finale a livello Slam in singolare. Prima dell’edizione 2024 dell’Australian Open l’attuale numero 37 del ranking WTA non aveva mai raggiunto la seconda settimana in uno Slam, fermandosi sempre al terzo turno.
Con l’Australia la tennista ucraina ha un ottimo feeling. A testimonianza di ciò, occorre ricordare come Kostyuk abbia vinto un titolo Slam da Junior nel 2017 contro Masarova. Sempre a Melbourne lo scorso anno la tennista ucraina si era spinta sino alla sua prima semifinale Slam in doppio.
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Quindi chi è riuscito quindi a guastare la domenica da sogno di Marta Kostyuk? Ci ha pensato il Social Media Manager dell’account X dello US Open.
Per celebrare il successo della tennista ucraina nella sfida contro la numero 170 al mondo Maria Timofeeva, il profilo X (ex Twitter) dello Slam statunitense ha pubblicato un post che conteneva un dettaglio che ha mandato su tutte le furie la tennista di Kiev. Accanto al nome di Timofeeva vi era, infatti, la bandiera relativa al paese di nascita della numero 170 WTA, ossia quella della Russia.
Un fatto alquanto insolito dato che in seguito all’invasione dell’Ucraina da parte della Federazione Russa, le tenniste e i tennisti del paese più esteso del mondo gareggiano come atleti neutrali. Stessa situazione che riguarda i tennisti bielorussi. Al fianco dei nomi di questi infatti non sono più presenti le bandiere dei rispettivi paesi di origine.
Un errore da parte di chi gestisce l’account social dello US Open non passato inosservato. Per dar sfogo al suo malcontento, la tennista ucraina ha replicato con queste parole: “Come noto, dall’inizio dell’invasione, noi lottiamo per la sospensione [dal circuito, ndr] degli atleti russi e bielorussi. Allo stato attuale loro agiscono come atleti neutrali, senza le loro bandiere.
Noi abbiamo chiesto ripetutamente cosa rappresentasse lo status di atleti neutrali, dato che questo status non esiste:
- questi atleti hanno ripetutamente dichiarato che tutti sanno quale stato rappresentano;
- i loro governi ribadiscono costantemente che loro sono atleti del loro paese e tutto il mondo lo sa;
- i media internazionali nel riportare le notizie parlano di atleti russi e bielorussi;
- molti atleti hanno la loro bandiera sui profili social.”
Da segnalare che lo US Open ha successivamente eliminato il post incriminato.
Kostyuk è stata una delle tenniste che ha alzato maggiormente la voce in merito alla situazione dei tennisti russi e bielorussi nel circuito. Curiosamente questo non è il primo gesto di malcontento di Kostyuk nei confronti dello slam statunitense.
Nel 2022 la tennista di Kiev aveva declinato un invito da parte degli organizzatori newyorkesi a partecipare ad un evento benefico in sostegno all’Ucraina. La ragione del suo rifiuto fu la presenza della bielorussa Viktoria Azarenka nell’elenco dei partecipanti. Come detto, Kostyuk si rifiutò di giocare, ribadendo il fatto di non partecipare ad un evento con atleti provenienti da Russia e Bielorussia.
Ricordiamo che durante l’off-season Kostyuk spinta dalle pressioni ricevute sui social rinunciò a una esibizione contro la russa Mirra Andreeva. La conseguenza di ciò fu il fatto che Andreeva si trovò costretta ad affrontare un uomo per non lasciare il pubblico senza match (qui i dettagli).
Il post social di Kostyuk continua con lo sfogo della tennista verso il profilo dello US Open.
“Oggi dopo il mio successo contro una atleta proveniente dal paese invasore, la bandiera russa è stata pubblicata sul profilo ufficiale di uno dei principali tornei di tennis al mondo. Oggi è il giorno numero 697 dall’inizio dell’azione militare intrapresa della Russia e il mondo dello sport continua a promuovere un paese complice di omicidi, un paese che usa i suoi atleti per la sua propaganda”. La chiusura del post di Kostyuk è un messaggio di sensibilizzazione verso il mondo dello sport con la richiesta della tennista di Kiev rivolta al mondo dei media, alle varia autorità e all’intera comunità sportiva per smettere di utilizzare i campi da tennis per promuovere quella de lei definita come “pace russa”.