ATP Rotterdam, Sinner: "Raonic non è solo servizio. Avevo 15 anni, ci allenammo a Monaco" [AUDIO]

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ATP Rotterdam, Sinner: “Raonic non è solo servizio. Avevo 15 anni, ci allenammo a Monaco” [AUDIO]

ROTTERDAM – “Fastidio al gomito? Solo indurimento muscolare, non sono preoccupato” così Jannik dopo la vittoria su Monfils. “Il coach dà consigli ma è il giocatore che decide”

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Da Rotterdam, il nostro inviato

Terminato l’incontro, Sinner ha incontrato un suo giovanissimo tifoso, un bambino siciliano che, con la sua famiglia, aveva vinto la possibilità di incontrare il numero 4 del mondo. Jannik con grande disinvoltura e gioiosità ha firmato autografi e fatto foto col suo piccolo supporter, e così ha commentato lo sguardo di gioia nei suoi occhi: “Vuol dire che ci tengono anche come sei fuori dal campo. Forse a quell’età lì non riesci a capire il tennis in sé, nella sua totalità, e quindi vedi più il lato della persona e questo mi fa capire tanto. Come dico sempre, è importante essere un buon tennista ma quello che conta è essere una brava persona. E io sono così di natura non devo neanche sforzarmi di esserlo”.

Scanagatta: Quando vinci ormai sembra sempre scontato e nessuno si sorprende più. Tu ti sorprendi di aver vinto 31 delle ultime 33 oppure dicendo sempre “una alla volta, una dopo l’altra” non ci fai caso?
“So di aver vinto tanto nell’ultimo periodo ma ci sono sempre delle difficoltà come oggi all’inizio del terzo set. Ho reagito bene perché sono rimasto attento. In campo la situazione era complicata e io ho trovato la soluzione. Domani forse sarà ancora più difficile con meno ritmo. Domani dopo la partita avremo più informazioni su come gioca lui perché anche io non so cosa aspettarmi”.

Scanagatta: Oggi Vagnozzi ti ha suggerito di avanzare un po’ in risposta sulla seconda, prendi questo ritmo e in quell’occasione Monfils commette due doppi falli mandandoti 0-30. Ha influito?
“Avanzare la posizione in risposta influisce perché fai pensare l’avversario. Ma il giocatore deve sempre fare quello che sente lui; ovviamente c’è l’allenatore fuori che può forse qualche volta dirti certe cose ma devi essere pronto a farle, convinto. In quella situazione Vagnozzi mi ha detto di fare una cosa un po’ diversa perché stavo rispondendo un po’ da dietro e sì, in quel momento è cambiata la partita.

Scanagatta: Hai mai incontrato Raonic quando eravate entrambi a Bordighera da Riccardo Piatti. Che ricordi hai di lui sia in campo che come persona?
“Fuori dal campo non ho mai avuto modo di conoscerlo. Qualche volta ci parli perché lo incontri, stai insieme, però io ero anche abbastanza piccolo in confronto. Io ero molto piccolo, avevo forse 15, 16 anni. Mi ricordo la prima volta che mi sono allenato con lui, sono andato a Monaco ed era un bell’allenamento, mi è piaciuto. Perché comunque si dice che serve e basta invece anche da fondo gioca molto, molto bene come abbiamo visto nelle scorse partite. Devo stare attento. Sarà difficile anche sullo stato mentale. Ma sono contento di affrontare un avversario di questo tipo”.

Sul fastidio al braccio mostrato nel match contro Monfils
“C’è solo un po’ di indurimento muscolare al gomito che avevo già sentito un po’ in allenamento, lavoreremo per recuperare nel miglior modo possibile. In campo ogni giorno ti senti in maniera diversa, bisogna andare avanti comunque. Non sono preoccupato.

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