Convivere con le debolezze: Iga Swiatek e il servizio - Pagina 2 di 2

Al femminile

Convivere con le debolezze: Iga Swiatek e il servizio

In occasione delle sconfitte della numero 1 Iga Swiatek, finisce spesso sotto accusa il rendimento del servizio. Ci sono le possibilità di migliorare il colpo e cosa potrà accadere in futuro?

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Iga Swiatek - Roland Garros 2021 (via Twitter, @rolandgarros)
 

SCENARIO 2
Secondo scenario, a mezza strada tra l’ottimismo e il pessimismo. Swiatek non riesce a compiere il progresso nelle battute di potenza, e senza profondi cambiamenti lima i difetti sulle seconde. Fossi nel suo team, come primo obiettivo cercherei almeno di aumentare la profondità, valutando quanto il conseguente maggior rischio incida sul numero di doppi falli. Il rischio dovrebbe essere compensato da una migliore percentuale di punti vinti, grazie alla minore vulnerabilità della battuta.

E poi cercherei di progredire sulla direzionalità della seconda, in modo da obbligare le avversarie a colpire per forza di diritto o di rovescio a seconda della strategia stabilita. Lo sottolineo perché a volte Swiatek fatica anche in questo.

Un esempio, relativo al match di secondo turno contro Danielle Collins all’Australian Open 2024. Ebbene, pur avendo di fronte una avversaria molto più pericolosa di rovescio che di dritto, spesso Iga non riusciva a trovare la direzione necessaria per farla rispondere dalla parte del dritto. Poi quella partita Iga è riuscita a vincerla comunque (6-4, 3-6, 6-4, raddrizzandola da 1-4 nel terzo set), ma per alcuni tratti è sembrato di rivedere il match giocato nello stesso Slam due anni prima a livello di semifinale. Match vinto da Collins per 6-4, 6-1, nel quale Iga era stata soverchiata dalle risposte di Danielle.

SCENARIO 3
Terzo scenario, il più pessimista. La battuta di Swiatek rimane all’incirca quella attuale e Iga è costretta a convivere con la sue debolezze. Ovviamente il circuito è consapevole della situazione: significa che sempre di più tutte le giocatrici cercheranno di sfruttare a loro favore i problemi di Swiatek.

In questo scenario, a prima vista non sembrerebbero esserci elementi positivi per Iga. Ma non è detto. Swiatek potrebbe prendere atto che non può migliorare il colpo di inizio gioco, concentrandosi invece su una strategia di limitazione del danno. Cioè lavorare sulla correlazione tra risposta avversaria e colpo in uscita dal servizio. Iga possiede doti di reattività ed equilibrio straordinarie, che potrebbero aiutarla a progredire proprio sull’efficacia del terzo colpo dello scambio. Naturalmente sul piano tecnico/tattico si tratterebbe di micro-progressi, però spesso i match si decidono su pochi punti e i micro-progressi possono diventare i punti necessari a trasformare una sconfitta in una vittoria.

Ma ciò che invece potrebbe incidere di più potrebbe essere l’aspetto mentale. La mia sensazione è che Iga sia una giocatrice molto riflessiva e autocritica. L’atteggiamento autocritico è produttivo nelle fasi di crescita, perché favorisce l’applicazione e di conseguenza i progressi. Ma una volta che si raggiungono i propri limiti, un atteggiamento molto autocritico rischia di diventare controproducente. A quel punto è forse meglio accettare la situazione e lavorare su quanto si può disporre, senza farne una tragedia se non si può essere perfetti.

Provo a fare qualche esempio concreto, ripercorrendo il caso di alcune recenti numero 1 del tennis. Cominciamo proprio con Ashleigh Barty. Sono convinto che uno degli aspetti che ha portato Ash a diventare la leader del circuito sia stata la decisione di utilizzare sempre meno il rovescio in topspin, a favore di quello slice a una mano. Infatti, per quanto sia stata una giocatrice tecnicamente completissima, Barty non è mai riuscita a eseguire con reale efficacia il rovescio coperto bimane. Questo malgrado nella prima parte di carriera abbia provato a utilizzarlo con frequenza.

Ecco, la mia tesi è che avere quasi del tutto abbandonato il rovescio topspin, abbia contribuito a farla scendere in campo più serena, e quindi più forte. Perché di certo in moltissime situazioni il rovescio slice non è affatto un ripiego, considerato quanto fastidio può dare alle avversarie e condizionare l’intero scambio. Ma in alcuni frangenti (per esempio su certi passanti o quando si deve velocizzare la palla per approfittare di spazi di campo lasciati scoperti) il rovescio topspin rimane l’opzione migliore. Eppure l’ultima Barty aveva deciso che era un colpo che non faceva per lei, senza che questo le abbia impedito di vincere. Del resto anche Steffi Graf aveva una impostazione simile, e le occasioni in cui utilizzava il rovescio topspin (nel suo caso a una mano) erano rarissime.

Simona Halep non è mai riuscita a rendere il suo gioco di volo all’altezza dei colpi al rimbalzo. Questo l’ha obbligata a rinunce tattiche, perché una giocatrice così efficace nello scambio da fondo aveva spesso l’occasione di avanzare a rete per chiudere il punto. Ma Simona preferiva non farlo, andando contro la logica “da manuale”, consapevole che a rete avrebbe rischiato di compromettere tutto. Questo modo di affrontare gli scambi non era certo la perfezione del tennis, ma era il modo più logico per lei di minimizzare i limiti nelle volée.

Serena Williams ha avuto una seconda parte di carriera in cui non era più mobile ed efficace in difesa come lo era da ventenne. Questo non le ha impedito di raccogliere titoli a ripetizione, da giocatrice quasi incontenibile nel gioco di attacco, disposta però a rinunciare a inseguire palle che per altre giocatrici sarebbero state raggiungibili.

In sostanza penso che ciò che può fare la differenza è prendere atto delle proprie debolezze fisico-tecniche, senza macerarsi in una insoddisfazione che rischia di sfociare nel senso di colpa. Perché una tennista che scende in campo con questi rovelli sarà fatalmente una agonista molto più vulnerabile.

A scanso di equivoci: non sto affatto sostenendo che oggi come oggi Swiatek debba rinunciare a migliorare il servizio, magari perfino cambiando il suo team tecnico. Anche perché non stiamo parlando di un colpo di importanza secondaria. Ma siccome nessuno è perfetto, non possiamo escludere che alla fine non riuscirà a farlo, e in questo caso il terzo scenario si trasformerebbe nell’unica via percorribile.
Vedremo come evolveranno le cose, il tempo finirà per soddisfare le nostre curiosità rispondendo a tutte queste congetture.

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