Metà set per adattarsi alle condizioni e al servizio australiano, poi al BNP Paribas Open, primo Masters 1000 della stagione, Jannik Sinner ha preso il largo nella sfida – per lui di esordio ma di secondo turno – contro Thanasi Kokkinakis. Aspettando l’esito del confronto tra Coric e Struff che deciderà il suo prossimo avversario, l’azzurro parla di variazioni, approccio al gioco e (un po’ meno) di campi e palline varie.
Domanda di Luca Baldissera (Ubitennis). Jannik, che sensazioni hai? A parte il discorso tecnico-tattico, ne hai già parlato, ci si adatta a queste condizioni, ma anche emotivamente vederti sia in allenamento sia in partita l’impressione da fuori è che tu stia raggiungendo una combinazione molto buona tra impegno e leggerezza. Stai anche provando cose un po’ diverse quando ti senti bene in campo, per esempio il serve&volley con cui hai chiuso il primo set: stai lavorando anche in questo senso?
“Mi considero uno che lavora tanto e molto preciso in quello che fa. Però, facendolo tutti i giorni, qualche volta hai anche momenti in cui ti rilassi un pochettino, ma devi anche sapere quando farlo. Ora conosco molto meglio me stesso, conosco bene il team e ci capiamo con gli sguardi. Sicuramente, quando mi sento bene in partita, faccio qualcosa in più per cambiare il gioco come può essere il serve&volley o qualcos’altro. Però mi spingo a farlo perché so che mi potrebbe aiutare in futuro, per essere un po’ più imprevedibile in campo e credo che questo mi faccia diventare di nuovo un altro giocatore. Ora sto facendo le cose molto bene. Spesso la semplicità è la soluzione migliore, però più si alza il livello più devi essere imprevedibile. Più riesci a trovare soluzioni soprattutto in allenamento, più diventano naturali in partita.”
Baldissera. Riesci a divertirti un po’ in campo? Magari più di prima…
“Io mi sono sempre divertito, solo che non sapevo se far vedere o no queste emozioni. Adesso che lo faccio, non importa vincere o perdere ma ti senti meglio se ti liberi. Ecco questo sarebbe anche un consiglio per i ragazzini, alla fine è uno sport, divertimento: giochi una partita, non per la vita. Da quel punto di vista ho fatto un bel passo in più e anche importante.”
D. Io volevo invece chiederti delle palline perché se n’è parlato abbastanza anche con gli altri giocatori e con le giocatrici, si rovinano. Magari adesso ci si mette più attenzione perché possono capitare più infortuni agli atleti. Tu come ti trovi con queste aplline?
“Non voglio dare un giudizio su palline o campi. L’ho sempre detto, le situazioni a prescindere sono sempre diverse ogni settimana e anche ogni giorno: oggi magari fa caldo, domani più freddo e la palla è più pesante, ma non voglio dare un giudizio generale.”