ATP Miami: Berrettini dà tutto e quasi sviene, che paura. La spunta Murray

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ATP Miami: Berrettini dà tutto e quasi sviene, che paura. La spunta Murray

Matteo Berrettini barcolla vittima di un piccolo malore. Si riprende con gli integratori e continua a lottare, ma si arrende dopo quasi tre ore a Andy Murray

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Matteo Berrettini ATP Toronto 2023 Peter Power/NBOtoronto
 

A. Murray b. [PR] M. Berrettini 4-6 6-3 6-4

Matteo Berrettini rientra nel Tour dopo quasi sette mesi e viene battuto in rimonta da Andy Murray che pareggia il conto del confronti diretti con il 4-6 6-3 6-4 maturato in due ore e 48 minuti. Peccato perché attuale n. 62 ATP Murray non era il peggior accoppiamento possibile in un primo turno dal quale sono comunque escluse le 32 teste di serie (trentadue, una ogni tre partecipanti…), se non fosse per l’ultimo dei cinque precedenti tra i due, quello della sconfitta dolorosissima del nostro al super-tiebreak con tanto di match point sulla racchetta all’Australian Open 2023.

Questa del mercoledì al Miami Open non può tuttavia essere considerata una battuta d’arresto perché il percorso di ritorno di Berrettini verso il suo massimo livello sarà lungo ed è appena iniziato, mentre rimane una piacevole sorpresa la finale raggiunta la scorsa settimana al Challenger di Phoenix dopo aver vinto quattro incontri.

Qualche rammarico perché dopo il primo set ci si poteva credere e già si sbirciava al secondo ostacolo, Tomas Martin Etcheverry, non il più temibile del seeding in Florida. Il break subito nel cuore del secondo parziale ha però dato fiducia a un Murray che si stava facendo prendere dal nervosismo (non che quel vantaggio l’abbia fatto sparire) e rimane un po’ di amaro in bocca per la tripla opportunità del rientro azzurro sfumata nella partita finale. Senza contare l’episodio che ha inizialmente spaventato tutti, quando il classe 1996 romano si è dovuto appoggiare alla racchetta per evitare di cadere a terra per quello che è parso un giramento di testa.

In definitiva, il dritto di Matteo manca ancora del connubio pesantezza/continuità che incuteva timore negli avversari e anche dal servizio potrà ricavare di più e, come sempre, c’è molto lavoro da fare sulla risposta: alla fine, gli scambi brevi sono stati sostanzialmente in pareggio, mentre Andy è stato superiore in quelli medi e lunghi. Ma il fisico sta reggendo e questa è sempre una buona notizia.

Primo set – Subito break e via

Sotto gli occhi di Paolo Maldini, Matteo tiene lo scambio e approfitta degli errori scozzesi per farsi subito pericoloso in risposta; sulla palla break Andy non ha intenzione di cedere e allora tocca al drittone vincente di Hammer a risolvere la questione. Ecco, ora si potrebbe dire che non resta che tenere la battuta fino al 6-4 e, in effetti, è proprio quello che succederà, anche perché il 78% di prime azzurre nel giusto rettangolo è un problema per chi risponde.

Murray ha però due occasioni per rientrare al sesto gioco: poco da fare sulla seconda, con botta di servizio e smorzata, ma la precedente persa con il gratuito sulla diagonale bimane dev’essere stata dura da digerire per Andy. Che infatti rischia subito dopo il doppio break, quando Matteo si esibisce in un passante di rovescio a una mano (rovescio coperto!) che sembra un “numero” a sé stante, ma gli consente di restare nel game per poi arrivare al vantaggio esterno; dopo un altro passante da sinistra (questa volta slice) con cui mette in difficoltà Murray, manca però la chiusura con il dritto. Come anticipato, il set rimane nelle manone di Matteo che chiude 6-4.

Secondo set – Andy gira la partita, a Matteo gira la testa

Tutto fila liscio per il battitore nei primi cinque giochi, con il primo punto vinto dalla risposta quando Murray sale 3-2. Si complica poi la faccenda per il nostro, sbaglia un dritto comodo, l’ex n. 1 del mondo resta vivo grazie a una stop-volley acrobatica (non la prende esattamente pulita, una mezza stecca insomma, ma vale uguale), fallisce due dritti su altrettanti vantaggi esterni ma poi è con lo stesso colpo che in risposta si prende il 4-2.

Un piccolo spavento quando Berretto serve per restare nel set sul 2-5: prima fuori bersaglio e, apprestandosi a servire la seconda, avverte un mancamento ed è costretto a puntellarsi con la racchetta per non finire a terra – qualcosa di simile a quanto successo a Cazaux, anche se il francese si stava trascinando per il campo già da un po’, qui non c’erano state avvisaglie. Aurelie Tourte scende dalla sedia per sincerarsi delle condizioni del giocatore, arriva anche Andy, ma per fortuna Matteo guadagna la panchina senza bisogno di aiuto. Fisio e medico in campo, l’azzurro mangia una barretta mentre gli viene provata la pressione.

Pare tutto ok, e si può riprendere (dal secondo servizio, ricorda al pubblico Tourte). Berrettini tiene la battuta, ma poco può nel gioco successivo che Murray chiude agevolmente dopo aver lasciato il primo punto. Tre prime su quattro per Murray nel parziale e quattro punti complessivi per la ribattuta di Matteo che si prende un prevedibile toilet break.

Terzo set – All’inseguimento ma senza successo

L’ex n. 6 del mondo ricomincia in battuta risalendo da 0-40 senza tuttavia riuscire a tenere nonostante cinque chance; Murray si procura il vantaggio grazie a un dritto che gli resta un po’ corto sorprendendo Matteo e brekka muovendo bene la palla. Ora è tutta in salita per Berrettini, ma la grinta e la voglia di lottare non gli mancano, come ha fatto vedere in Arizona, correndo come se non ci fosse un domani (e, nei quarti di finale, come se non ci fosse la semi poco dopo). Poi, sì, se corre tanto significa anche che servizio e dritto incidono meno di quando erano al massimo splendore nell’erba di due e tre anni fa, ma questo ci sta, anzi, sarebbe sorprendente il contrario.

Matteo non pare al 100% neanche di questo periodo e non aiutano i 40 minuti di terzo set quando riesce a tenere la battuta per il 2-3, con due “mini match point” scampati. Murray lotta anche nella propria testa e già da un po’, le occasioni appena mancate si fanno sentire e questa volta è lui 0-40: un gran rovescio, un ace di seconda e un lob azzurro appena lungo gli risolvono la situazione.

Il nostro rimane in scia, nonostante cerchi sempre di inguaiarsi abusando della volée smorzata e un avversario sempre in agguato. Sempre tranne che sul 5-3, gioco di transizione prima di andare a servire per il match. Berrettini perde un paio di scambi in cui era in vantaggio e Murray può tirare un sospiro di sollievo: chiude a “15” per la sua quarta vittoria in stagione e raggiunge Etcheverry al secondo turno.

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