La settimana degli italiani: Fognini non può nulla con Nole, finale di stagione amaro per Giorgi

Italiani

La settimana degli italiani: Fognini non può nulla con Nole, finale di stagione amaro per Giorgi

A Shanghai, Fabio Fognini si arrende contro Novak Djokovic al secondo turno. Lorenzi perde con Raonic, Camila Giorgi subito fuori a Linz

Pubblicato

il

 

Un 2016 disgraziato per il tennis italiano, nel quale tutti i giocatori e le giocatrici ad inizio stagione tra i primi 100, ad eccezione dell’encomiabile Lorenzi, hanno (in molti casi, abbondantemente) peggiorato la loro classifica rispetto a quella di inizio anno, non poteva certamente essere salvato dalla tappa in Asia del circuito ATP e WTA. Con queste premesse, tornare dal Masters 1000 di Shanghai, torneo tradizionalmente avaro di soddisfazioni per il tennis italiano, con due vittorie e due sconfitte raccattate dai soli -altro dato preoccupante- Fognini e Lorenzi può paradossalmente non essere considerato negativo. Per analogo ragionamento, la sconfitta dignitosa della sola giocatrice azzurra in campo questa settimana, Camila Giorgi, non può essere in sé un dato allarmante, considerato che la marchigiana questa volta ha perso da una top ten in ascesa come Madison Keys.

Fabio Fognini giocava per la settima volta a Shangai, torneo non fortunato per lui, dove una sola volta era giunto al terzo turno (nel 2013, quando fu fermato da Djokovic) e dove nel 2014 rimediò una figuraccia perdendo dal cinese Chuhan Wang, tennista mai entrato in carriera tra i primi 500 ed allora n°553 ATP. Purtroppo, considerando che da inizio maggio in poi Fabio ha vinto solo in due tornei due partite di fila (ad Umago a luglio, dove ha vinto il torneo, ed ai giochi olimpici di Rio, quando fu fermato in tre set da Murray) non vi erano molte speranze che questa stagione, per i suoi standard disgraziata. potesse cambiare inerzia proprio a partire dalla città considerata la capitale economica della Cina. Tuttavia, un sorteggio piuttosto benevolo per essere un match sul cemento in un Masters 1000, lo ha accoppiato ad Alberto Ramos- Vinolas, spagnolo classe 88 al ventisettesimo posto del ranking ATP. Il ligure aveva sempre battuto il tennista nato a Barcellona nei sei precedenti scontri diretti, ma mai i due si erano affrontati sul cemento all’aperto. Inoltre, lo spagnolo, che scendeva in campo col best career ranking, arrivato con l’ultima finale raggiunta a Chengdu due settimane prima, proprio a Shanghai aveva ottenuto, assieme ai quarti al Roland Garros quest’anno, la vittoria più prestigiosa della carriera, sconfiggendo Roger Federer l’anno scorso, quando lo svizzero era numero 3 del mondo. Il nostro giocatore è entrato lentamente nell’incontro trovandosi nel quarto gioco a salvare sul proprio servizio una palla dello 0-4: una volta annullata, Fognini ha avuto una scossa positiva, prima prendendo la misura, poi sovrastando l’avversario e vincendo 13 dei successivi 18 giochi dell’incontro. Fabio vince il primo set in 51 minuti, prima recuperando il break di svantaggio nel quinto game, poi brekkando a 0 nel decimo gioco lo spagnolo. Nel secondo parziale, pur perdendo due volte il servizio, riesce a brekkare quattro volte su cinque Ramos-Vinolas quando il catalano va a servire, chiudendo l’incontro col punteggio di 7-5 6-3 in un’ora e 32 minuti.

Il secondo turno contro il numero 1 del mondo, Novak Djokovic lasciava poche chances al nostro giocatore, non solo per il divario in classifica ATP, ma anche per i sette precedenti tra i due, che avevano visto il serbo sempre vincitore, con due soli set lasciati a Fabio (e negli ultimi tre incontri Fognini non aveva mai fatto più di tre giochi a parziale). Fognini, pur non avendo nulla da perdere, è partito contratto cedendo subito il servizio con un doppio fallo. Tale break si rivela decisivo per il primo parziale, durante il quale l’ex numero 13 del mondo alterna alcuni colpi molto belli ad errori madornali, che tuttavia gli consentono, grazie anche ad un Nole non al meglio della sua condizione psicofisica, di issarsi a due palle break nel settimo gioco ed ad una terza nel nono, tutte però annullate da Djokovic, che chiude il parziale 6-3 in 38 minuti. Dopo un reciproco break iniziale, nel secondo set il settimo gioco, come spesso accade, si rivela decisivo: Fabio, in un game in cui il nastro aiuta in un paio di casi il serbo, spiana la strada al numero 1 del mondo con un doppio fallo. Nole ovviamente non si fa pregare per chiudere la pratica, vincendo sedici degli ultimi diciassette punti dell’incontro, grazie alla complicità di Fognini, ormai totalmente uscito mentalmente dall’incontro, concluso dal ligure in pessima maniera, con due doppi falli consecutivi.

Il nostro numero 1, Paolo Lorenzi, partecipava per la seconda volta al Masters 1000 di Shanghai, dopo l’esperienza del 2013 quando, dopo aver superato le qualificazioni, perse il derby con Fognini solo per 6-4 al terzo. Questa volta, arrivato come numero 37 del mondo, al primo turno ha trovato dall’altra parte della rete Guillermo Garcia Lopez, tennista spagnolo in calo di rendimento (ora è 75 ATP, ad inizio 2016 era 27) ma che andava preso con le molle, visto che aveva sconfitto l’italiano, tra circuito ATP e Challenger, quattro volte su quattro. Nel primo set Lorenzi esce in ritardo dai blocchi e, pronti via, si ritrova sotto 0-3: come suo solito, il toscano però non si abbatte e nel settimo gioco rimette in equilibrio il punteggio, ma al dodicesimo game Paolo ha difficoltà col servizio (entra solo una prima in otto tentativi) ed il primo set, dopo poco più di un’ora, va al tennista iberico. Il secondo parziale segue nel punteggio il turno di chi va a servire: solo Lorenzi tra i due arriva ad avere palle break, una nel settimo e l’altra nell’undicesimo gioco, ma si giunge al tie-break. In questo frangente Paolo riesce a far girare l’inerzia dell’incontro ed a vincere il gioco decisivo facilmente, col punteggio di sette punti a due. Nel terzo set, dopo aver sventato due pericolosissime palle break nel gioco iniziale, Lorenzi quando serve non fa neanche più arrivare ai vantaggi il suo avversario: la partita ha il suo momento decisivo nel sesto gioco, durato ben 16 punti e portato a casa dal toscano alla terza palla break. Paolo ha così vinto, dopo una faticosa battaglia di 2 ore e 54 minuti, il suo match col punteggio di 5-7 7-6(2) 6-4 in quella che era la sua ottava vittoria in carriera in un Masters 1000, la prima sul cemento da Indian Wells, quando sconfisse al primo turno Pablo Carreno Busta.

Al secondo turno Milos Raonic, n°6 ATP, mai affrontato in precedenza, si è rivelato un avversario troppo difficile per Lorenzi, tra l’altro anche condizionato dalle tre ore giocate appena il giorno prima. Il canadese, nel primo set ha avuto vita facile, grazie all’italiano che nel gioco iniziale si fa brekkare nonostante una palla dell’1-0 a favore, su cui commette doppio fallo, e soprattutto al suo servizio (6 ace e 14 punti su 17 vinti): in 31 minuti Raonic porta a casa col punteggio di 6-2 il primo parziale. Nel secondo set Paolo riesce a leggere un pochino meglio il servizio avversario ed a non farsi attaccare facilmente in risposta dal sesto giocatore al mondo: tuttavia, nel terzo gioco Lorenzi perde il servizio e tanto basta per consegnare a Raonic l’accesso agli ottavi in poco più di un’ora col punteggio di 6-2 6-4.
Andreas Seppi, non avendo la classifica per entrare direttamente, si è iscritto alle quali per provare a partecipare per la quinta volta al tabellone principale di Shanghai, dove nel 2010 giunse agli ottavi perdendo da Federer, dopo aver battuto Cilic. L’altoatesino, opposto a Taylor Fritz, 18enne statunitense al n° 71 del ranking ATP, si è purtroppo arreso 7-6(5) 7-6(5) in un’ora e trentatré minuti di partita che lasciano rimpianti (Andreas è stato avanti 3-0 “pesante” nel primo set e 3-1 nel secondo).
Anche Thomas Fabbiano ha provato le quali a Shanghai ma sfortunatamente ha avuto la stessa sorte di Seppi: nel primo turno, opposto a John Millman, 27enne australiano n°74 ATP, sconfitto a Chengdu da Lorenzi due settimane or sono, il pugliese al primo confronto diretto con l’aussie, ha perso nettamente 6-3 6-4 in 1h22’.

Tra le donne, l’unica tennista impegnata nel circuito maggiore WTA che prevedeva le tre tappe di Hong Kong, Tianjin e Linz, è stata Camila Giorgi che ha partecipato al WTA International da 250.000 dollari di montepremi in terra austriaca per la quarta volta, memore anche della finale conquistata due anni fa contro la Pliskova e persa dopo aver avuto un match-point a favore. La marchigiana, sempre più in difficoltà in una stagione che a 24 anni doveva lanciarla quantomeno al best ranking tra le top 30, si è trovata sempre più invischiata in un’annata deludente, nella quale, a parte la finale di Katowice, vi sono solo stati i quarti a Hobart, Praga, Washington e Seoul ed un’unica vittoria nei quattro Slam, al primo turno di Parigi (complici sorteggi sfortunati contro Serena, Muguruza e Stosur). L’inevitabile e conseguente tracollo di circa 50 posizioni in classifica (a inizio anno era 35, adesso è 82 WTA), era molto difficile fosse interrotto proprio a Linz, visto che il sorteggio l’ha opposta al primo turno a Madison Keys, 21enne statunitense al settimo posto del ranking WTA. Nonostante i precedenti tra le due fossero uno pari, la tennista dell’Illinois, è attualmente molto più solida ed in fiducia della nostra pur talentuosa Camila, che dopo aver perso un primo set combattuto per 6-3 in 41 minuti, nel secondo, grazie a sprazzi di ottimo tennis, si è issata sul 4-2 ed ha avuto una palla per il 5-2. Una volta non convertita l’occasione, la giocatrice più forte, ha definitivamente invertito l’inerzia del match, vincendo gli ultimi 4 giochi del match e portando a casa l’accesso al secondo turno col punteggio di 6-3 6-4 in 1 ora e venti minuti.

Continua a leggere
Commenti
Advertisement

⚠️ Warning, la newsletter di Ubitennis

Iscriviti a WARNING ⚠️

La nostra newsletter, divertente, arriva ogni venerdì ed è scritta con tanta competenza ed ironia. Privacy Policy.

 

Advertisement
Advertisement
Advertisement