Pagelle: la stagione dell'amore e degli effetti collaterali

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Pagelle: la stagione dell’amore e degli effetti collaterali

Settimana post-Wimbledon tra matrimoni, vecchi leoni che tornano a ruggire e giovani in rampa di lancio. Mentre il Federer versione 2017 continua a produrre effetti devastanti

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La stagione dell’amore viene e va, i desideri non invecchiano quasi mai con l’età

E allora ecco che troviamo Paolo Lorenzi (7,5) lottare lottare e lottare per inseguire i suoi sogni anche ora che non è più un ragazzino. E che dire di David Ferrer (8) che dopo aver navigato per anni ai vertici mondiali districandosi tra fab e meno fab, si commuove per il sapore di una vittoria oramai dimenticata? Ancora un altro entusiasmo gli farà pulsare il cuore.

In fondo nella vittoria di David su Dolgopolov (7) c’è tutto il senso dello sport, della fatica e della voglia di non arrendersi mai. Non ce ne voglia il povero “Guru” falcidiato da infortuni, e sicuramente non ai livelli di sperperamento di talento di altra gente tipo Tomic (4) che chissà se un giorno penserà a come ha speso male il suo tempo che non tornerà più. Perché il tennis, lo sport la vita porterà a dire che ne abbiamo avute di occasioni perdendole, e forse a non rimpiangerle mai.

Nel giorno in cui Rublev (8) sale il suo primo gradino nel tennis che conta impedendo il compiersi del sogno di Lorenzi – ma Umago è sempre italiana non solo per l’exploit di Alessandro Giannessi (7,5) ma soprattutto per il trionfo di Nostro Signore dei dintorni di Djokovic Ilvio Vidovich (9) – ci consoliamo con Matto Berrettini (7) che trionfa a San Benedetto mettendo in mostra un tennis che ci fa almeno sperare di avere un giocatore su cui puntare nell’immediato futuro, a prescindere dalla carnevalata autunnale delle NextGen finals.

Intanto a Newport la Hall of Fame ha insignito oltre al nostro amico Steve Flink e alla mammina volante Kim Cljisters, l’ex numero uno del mondo Andy Roddick. Il campione degli Us Open 2003 è un ragazzo di un’intelligenza finissima e con un senso dell’umorismo fuori dal comune, ma quali sono i suoi altissimi meriti sul campo da tennis che legittimano tale onorificenza? In fondo Andy ha regalato 3-4 slam a Federer ed è a pieno titolo il numero uno degli scarsoni che lo svizzerotto si è trovato di fronte nelle varie passeggiate slam della sua troppo sopravvalutata carriera.

Eh sì, perché il 2017 di Federer ha causato effetti collaterali quali travasi di bile e di insulti tra ultras di opposte fazioni prestati al tennis – i classici italopitechi redarguiti dallo Scriba, a proposito augurissimi a Gianni Clerici (10 e lode sempre) per i suoi 57 anni (anche se il suo genio ne dimostra 27) – o improvvisa bramosia di scrivere di tennis per parlare del Re dei Re anche in chi pensa che il tiebreak sia il taglio della cravatta, o per finire deliri internettologi di chi, ad esempio, ci ha informato che in fondo ‘sto Roger ha vinto solo tre degli ultimi trenta slam. In effetti doveva vincerne almeno 25 invece di perdere al primo turno in 30 slam consecutivi.

E mentre il nostro caro Direttore dovrà accettare di aver perso uno sponsor importante come la compagnia aerea che lo ha fatto impazzire nel ritorno da Wimbledon, non ci resta che concludere con gli auguri per il matrimonio di Aga Radwanska. Un anno fa prese in giro tutti con il suo “finto” matrimonio e adesso invece lo ha fatto davvero, magari allora nei prossimi anni vincerà tutti gli slam che ha “finto” di vincere sino ad oggi…

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