Da Luca Nardi a Lisa Pigato: l'identikit dei migliori tennisti italiani Under 18 del 2021

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Da Luca Nardi a Lisa Pigato: l’identikit dei migliori tennisti italiani Under 18 del 2021

Chi c’è alle spalle di Jannik Sinner e Lorenzo Musetti? Quattro giovani tennisti italiani che si sono distinti nel 2021: tra loro anche Francesco Maestrelli e Matilde Paoletti

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Luca Nardi al Challenger di Parma 2020 (foto Marta Magni)
 

Il 2021 è stato una grande annata per il tennis italiano, specie per i diamanti più luminosi del movimento come Jannik Sinner e Matteo Berrettini, entrambi in Top 10 e alle Nitto ATP Finals di Torino, e con il secondo che ha coronato la sua splendida stagione con la finale di Wimbledon. A dare lustro al movimento ci hanno pensato anche i tanti giovani italiani presenti nel circuito, tra cui Lorenzo Musetti, autore di un’ottima stagione fino al Roland Garros, Flavio Cobolli, salito di 700 posizioni e arrivato a ridosso della Top 200, e Giulio Zeppieri, salito anche lui di tante posizioni e vincitore del Challenger di Barletta in finale proprio contro Cobolli. La profondità del movimento italiano, soprattutto maschile, non ha probabilmente eguali nel mondo. Un assunto dimostrato anche dalla splendida stagione di alcuni giocatori che hanno iniziato la stagione 2021 da diciassettenni e si sono fatti valere tra i loro pari età e non. Ecco la panoramica sui migliori Under 18 del tennis tricolore per quello che si è visto quest’anno.

Luca Nardi (06/08/2003 – 356° della classifica mondiale – +434 posizioni da inizio 2021)

Luca Nardi

Il prospetto più luminoso della sua generazione in Italia, e uno dei più promettenti del tennis mondiale, è sicuramente Luca Nardi, tennista di 18 anni compiuti da poco che nel 2021 sta vivendo il miglior anno della sua carriera finora. Il tennista di Pesaro ha esordito prestissimo nel circuito dei più grandi: già a 15 anni Nardi ha avuto modo di esordire nel circuito Futures, raggiungendo i quarti di finale nel suo primo torneo disputato. Tra il 2018 e il 2019 il giovane azzurro si è concentrato sul circuito Junior, in cui ha raggiunto buoni risultati conquistando come best ranking il numero 17 del mondo e come massimo risultato in uno Slam il terzo turno del Roland Garros Junior 2019. Archiviata la carriera nel circuito giovanile Nardi ha esordito a livello Challenger nel 2020 a Trieste, cinque mesi dopo il suo primo torneo Futures vinto a Sharm El Sheikh, in finale contro il ceco Jaroslav Pospisil. L’esordio è stato positivo, con una vittoria contro Capecchi e una sconfitta in tre set su terra battuta contro il veterano Pablo Andujar-Alba.

Nel 2020 è arrivata anche la gioia dell’esordio nel circuito principale a solo 16 anni, con la wild card concessagli dal torneo ATP di Anversa per il tabellone principale. Il giovane pesarese ha giocato una partita di livello contro lo statunitense Marcos Giron, all’epoca numero 66 del ranking, andando avanti 6-4 4-3 e perdendo in tre set lottati sul cemento belga. Il tennista italiano ha poi chiuso il suo 2020 in crescendo, prendendosi lo scalpo di un altro italiano talentuoso come Giulio Zeppieri e perdendo di misura contro Cressy e Machac. Il 2021 è stato sicuramente l’anno della sua esplosione a buoni livelli di Nardi, che ha visto arrivare il nuovo allenatore Francesco Sani e il ritorno nel suo staff del coach Federtennis Claudio Galoppini.

Qui Nardi fa vedere tutta la sua bravura in risposta con un passante di rovescio da molto lontano contro un ottimo battitore come Cressy.

Il tennista italiano ha mostrato miglioramenti importanti su terra, vincendo due Futures tra Madrid e Genova e giocando ottime partite contro tennisti di assoluta esperienza sulla terra battuta come Marco Cecchinato e Yannick Hanfmann. La parte migliore della stagione di Nardi è sicuramente quella finale, con i quarti di finale persi per un soffio a Bari contro Masur al terzo set e alcuni scalpi importanti raccolti come quelli di Maxime Cressy, uno dei migliori su cemento a questo livello, e Andrea Vavassori, sconfitto nel primo turno di Forlì dove l’italiano ha raggiunto la semifinale persa contro Andrea Arnaboldi.

A livello tecnico Nardi ha un talento sconfinato, espresso nella sua facilità e apparente semplicità nel colpire la palla da fondocampo. Qualunque sia il lato il tennista di Pesaro ha un peso di palla notevole per l’età, ed ha già una prima con cui ricava molti punti “gratis” già a livello Challenger. Il colpo migliore di Nardi è sicuramente il rovescio, con cui trova grande profondità e velocità a qualsiasi altezza di palla, e già ora è in vantaggio contro questa diagonale contro la quasi totalità dei suoi avversari attuali. Il dritto è un buon colpo sia per precisione che per potenza, ma è sicuramente un colpo meno naturale del rovescio, e dall’impugnatura simile a quella dell’amico Lorenzo Musetti, e infatti è molto più incostante a livello di efficacia. Nessun problema in difesa, dove Nardi ha un buon atletismo che gli permette di difendere bene sia lateralmente che frontalmente. Come detto prima la base per il servizio è già buona, con un servizio in foot up che raggiunge buone velocità con la prima ma che non ha ancora raggiunto costanza, specie a livello di percentuali.

Se Nardi ti chiude sulla diagonale del rovescio, sei quasi sempre condannato.

A rete Nardi è assolutamente a suo agio, con un gran tempo nel posizionamento e un’ottima sensibilità di mano che gli permette di chiudere le volée senza problemi. La nota dolente del suo gioco attuale sono sicuramente i piedi, spesso troppo pigri nella ricerca di palla e che non gli permettono di preparare il colpo in maniera efficace soprattutto in situazioni di movimento. Dal punto di vista mentale il tennista pesarese soffre ancora di cali di concentrazione evidenti, come nella sfida di Forlì contro Vatutin in cui Nardi da un break di vantaggio e palla per il 6-2 si è trovato a dover salvare il set (poi vinto al tie-break) sotto 5-6 e in risposta. Un problema ripetutosi nella semifinale contro Arnaboldi, con Nardi che si è trovato avanti 4-2 e servizio nel set finale per poi prendere un parziale di quattro giochi a zero, non convertendo tre break point quando Arnaboldi ha servito per il match. Il ragazzo è serio, ed è probabile sia un difetto dovuto solamente all’esperienza a questi livelli, anche contando che – come Musetti – Nardi ha la tendenza ad esaltarsi nelle partite più di grido, soffrendo un po’ a livello di concentrazione nelle sfide meno importanti.

Non è facile trovare un archetipo di giocatore che rispecchi Nardi, ma si possono fare dei paragoni più larghi per tentare di inquadrare il suo gioco. Per il rovescio, il senso d’anticipo e la completezza da fondo il tennista pesarese ricorda Fabio Fognini, di cui in questa fase della giovane carriera condivide anche la non ottimale ricerca palla, ma con margini evidenti rispetto al ligure per quanto riguarda il servizio e la tenuta mentale. Tra i top chi può ricordare Nardi è Murray, che da giovane condivideva con il pesarese la dominanza del rovescio e la ricerca costante dell’anticipo, a fronte di differenze notevoli con l’italiano per quanto riguarda la tendenza ad avanzare maggiore di Nardi e il gioco di piedi nettamente superiore del giovane Murray. Tra i tennisti più recenti anche David Goffin nel suo periodo da Top 10 ha similitudini tecniche notevoli con il gioco di Nardi, anche se l’italiano ha un potenziale superiore per via di un comparto atletico più forte e un servizio che in potenza si prospetta migliore.

Nardi è un tennista che prova ad attaccare da tutte le parti del campo, à là Carlos Alcaraz. Qui perde campo con il dritto ma lo recupera subito dopo con un colpo solo.

Dove potrà arrivare Luca Nardi nel 2022? È difficile dirlo, ma con la buona prestazione al torneo di Forlì 3 il tennista italiano si è guadagnato altre 62 posizioni nel ranking mondiale portandosi al numero 356, un risultato che rende Nardi il numero tre del mondo per classifica nella categoria Under 19, sotto Carlos Alcaraz e Holger Rune, entrambi più vecchi di qualche mese. Nardi sarà un po’ svantaggiato dalla terra rossa, superficie in cui si sta acclimatando sempre di più ma che per ora non è il suo habitat naturale a differenza del veloce. L’elevato numero di Challenger giocati in Italia aiuterà la crescita del ragazzo, che tra classifica e wild card sarà molto impegnato in questo circuito nella prossima stagione. E chissà che non possa arrivare anche qualche partita ATP, tra le possibilità date da Roma e un avvicinamento ulteriore in classifica che lo porti a poter partecipare, specialmente a fine stagione, alle qualificazioni di uno Slam.

Continua a pagina 2: Francesco Maestrelli

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