WTA Roma: Errani, sconfitta che fa male. Knapp, impresa sfiorata con Kvitova

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WTA Roma: Errani, sconfitta che fa male. Knapp, impresa sfiorata con Kvitova

Sara Errani non riesce a difendere la finale dello scorso anno: eliminata da Cristina McHale, scenderà al n.17 del ranking WTA. Fuori anche Ana Ivanovic, per mano della qualificata russa Daria Gavrilova. Chi non ha problemi è Simona Halep, mentre Victoria Azarenka supera Wozniacki in due set combattuti. In serata fuori anche l’ultima azzurra Karin Knapp per mano di Petra Kvitova

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V.Azarenka b. [5] C.Wozniacki 6-2 7-5 (da Roma, Carlo Carnevale)

Difficile parlare di sorpresa vera e propria, se a spuntarla contro una top 10 è una ex numero 1 del ranking, vincitrice di due Slam (entrambi in Australia, nel 2012 e 2013); Victoria Azarenka conferma il suo stato di forte ripresa, e supera in due set lottati la quinta testa di serie, Caroline Wozniacki. Incontro contorto e non bellissimo, giocato sul piano preferito di entrambe, lo scambio da fondo: undici i break complessivi, con l’ultimo che si iscrive di diritto all’albo degli psicodrammi. Azarenka va infatti in vantaggio di un set grazie alle sue bordate, sopratutto sulla diagonale del dritto, su cui cerca di incatenare lo scambio; Wozniacki arranca, cerca il lungolinea appena può ma soffre quando è costretto a inseguire nonostante la sua fama di regina della difesa. Il 6-2 in avvio è preludio di un secondo parziale infinito, in cui Wozniacki va a servire per il set sul 5-4, salvo poi offrirsi con sole seconde all’avversaria, che risale fino al 6-5 in suo favore, con il servizio a disposizione: l’ombra della partita persa con la Williams a Madrid si affaccia sul Centrale, Azarenka spreca quattro matchpoint, due dei quali commettendo doppio fallo. Wozniacki aggredisce alla seconda chance e guadagna un miracoloso tiebreak, che però è senza storia: Azarenka torna a dominare sul lato destro, e la solidità della danese non è abbastanza. Partenza 3-0 con una gran manovra in avanzamento, poi 5-2 senza mai perdere il servizio, fino allo splendido dritto in lungolinea che fa conoscenza con la riga e permette il ruggito a Victoria. La bielorussa giocherà negli ottavi contro Begu che ha sorpreso Kerber quest’oggi.

[Q] C. Mchale b. [13] S. Errani 6-4 6-4 (da Roma, Roberto Dell’Olivo)

L’americana McHale (numero 65 Wta) elimina la numero uno d’Italia Sara Errani, testa di serie numero 13 del seeding e numero 15 mondiale. Non si ripeterà così negli ottavi la finale dell’anno scorso che vide Sarita affrontare Serena Williams. La nona partecipazione a Roma della bolognese si chiude infatti malamente già al secondo turno. Mai veramente in partita, con Errani sempre in recupero fin dall’inizio, con break subìto nel primo turno di servizio a favore dell’americana che non è certo la Svitolina, che ieri ha eliminato la Pennetta sempre sul Pietrangeli, diventato terra di conquista per gli avversari dei nostri italiani (su questo campo hanno perso in questi giorni pure Lorenzi, Schiavone, Arnaboldi e Giorgi).

Quattro i precedenti prima di oggi, tutti a favore di Errani. L’americana, ventitré anni compiuti solo due giorni fa, festeggia così l’ingresso agli ottavi di finale, vincendo la sua quarta partita consecutiva. Due successi nelle qualificazioni, oltre al primo turno contro la ceca Strycova, ed ora è lei a regalarsi il derby a stelle e strisce contro la numero uno Serena Williams.

Per Errani, dopo Madrid  un altro stop al secondo turno. Una sconfitta che preoccupa per come è maturata. Poca convinzione, palle raramente profonde oltre alla cronica difficoltà in battuta. Alla Mchale è sufficiente svolgere il proprio compitino, con un diritto più che discreto, semplicemente più profondo di quello della Errani. E qualche errore in  meno. “Non sono riuscita oggi ad imprimere particolare forza ai mie colpi  – ammetterà nel post partita la nostra portacolori – e sentivo invece la pressione dei colpi dell’americana.”

In un unico momento Sara sembra poter rientrare in partita; nel primo set, quando, sotto 2-0, ha liberato un po’ il braccio, conquistandosi una palla break per salire 4-2. Perso questo treno, l’americana  ha gestito semplicemente il match strappando il servizio a Errani sul quattro pari. Turno inguardabile, con prime palle a 90 Km/h, e Sara sotto 0-40. L’americana chiude poi il set in sicurezza con un facile smash a rimbalzo.

“Peccato non essere riusciti a concretizzare quella palla break – si rammarica Errani in conferenza stampa – Sul 4-2 a mio favore poteva cambiare la partita.  E invece siamo sempre qui a parlare della mia battuta. Lo so che non è il massimo, ma  sono anni che provo a cambiarla invano.”

Fa davvero molto caldo ed il Pietrangeli non ha un posto libero. Il  pubblico però non sostiene la nostra giocatrice, c’è anche una bordata di fischi che soltanto l’arrivo di Lea Pericoli e Nicola Pietrangeli riesce a trasformare in applausi. Si intona il nome  di Nicola. E Sara?  Non c’è più, soffre, sente la pressione del momento.  Ed inizia in salita anche il secondo set, con l’americana subito avanti 3-0, poi 5-1.  Arrivano anche le star Dolcenera e Mengoni, il pubblico si infiamma di nuovo, ora però anche per il tentativo di recupero di Sarita, che cerca affannosamente di rientrare nel match.

“C’era davvero tantissima gente oggi. Noi italiani vogliamo sempre dare il massimo qui a Roma, ma qualche volta sentiamo troppo la pressione. Ci si distrae un po’  e alla fine tutto diventa più difficile.”

La bolognese recupera un break, sale fino al 4-5, cerca qualche palla corta in più  con una “goffa” Mchale ad arrivare affannosamente sempre piuttosto in ritardo. Ma è ormai troppo tardi.  Finisce con un doppio 6-4 il torneo romano della Errani. E all’Italia al femminile non resta che affidarsi questa sera alla Knapp in campo sul Centrale nella proibitiva sfida contro Kvitova.

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[4] P. Kvitova b. [WC] K. Knapp 6-3 4-6 7-6(1) (Ciro Battifarano) 

La chiusura del programma di giornata sul centrale vede in campo l’ultimo baluardo italiano nel singolare femminile, Karin Knapp, chiamata a sovvertire il pronostico contro una Petra Kvitova che oltre alle giuste motivazioni sembra aver ritrovato, con la vittoria a Madrid, la sua forma migliore anche sulla superficie a lei meno congeniale. E non si può dire che Karin oggi non ci abbia provato, fino all’ultimo.

Kvitova inizia il match in scioltezza, posizione ben avanzata, non arretra mai e, appena Karin accorcia un po’, è pronta ad accelerare con le sue bordate di dritto che già nel terzo gioco le valgono il primo break.  Karin è comunque alla continua ricerca degli angoli e della profondità e la ceca deve continuare a giocare il suo miglior tennis nel primo set per mantenere le distanze. Con qualche errore di troppo, Knapp cede nuovamente il servizio in chiusura del primo set ed in apertura del secondo.

Ma l’atteggiamento in campo di Karin, nonostante sia sotto di un set e di un break (e con di fronte un’avversaria che ha nel servizio un colpo notevole e che fino a quel momento non le ha concesso alcuna palla break),  è ancora quello giusto ed in totale fiducia; soprattutto quando lo scambio si allunga,  inizia a trovare palle profonde e con traiettorie più alte soprattutto con il dritto.  Kvitova sotto pressione inizia a sbagliare, va fuori ritmo, concede prima a zero il contro-break e con il suo primo doppio fallo il break del vantaggio Knapp. Karin con un parziale di cinque giochi a zero ha ribaltato la situazione del secondo set e a zero tiene il turno di battuta che pareggia il conto dei set.

Karin adesso è concentratissima, non sbaglia nulla, difende egregiamente e appena può ribalta l’inerzia degli scambi con impietosi contrattacchi. Strappa il servizio alla ceca in apertura di set e concede pochissimo sui suoi turni di battuta, sempre molto rapida nei colpi in uscita dal servizio. Nemmeno l’ottimo servizio mancino da sinistra dell’avversaria la intimorisce e quando Knapp incamera il secondo break nel settimo gioco che le vale il 5-2, l’impresa sembra ormai fatta. Ma quando l’azzurra va a servire per il set, la sua racchetta trema: un doppio fallo e tanti errori, soprattutto con il dritto che le ha dato oggi tante accelerazioni vincenti, vanificano il vantaggio. Kvitova, dal canto suo, non sbaglia più e si mette in attesa degli errori dell’avversaria. Un ultimo sussulto di Karin nel dodicesimo gioco, grazie soprattutto al servizio, le consente di guadagnarsi quantomeno il tie-break che però è tutt’altro che fortunato per i nostri colori: con una deviazione fatale del nastro ed una risposta fortunosa Kvitova prende subito due mini-break di vantaggio e  da lì chiuderà con facilità l’incontro.

Decisamente positiva la prova di Karin per atteggiamento e per gioco mostrato, peccato sia mancata la giusta determinatezza quando poteva e doveva chiudere l’incontro.

[Q] D. Gavrilova b. [7] A. Ivanovic 5-7 7-6(2) 7-6(7) (SP)

Ancora una maratona vincente per Daria Gavrilova, 21enne moscovita messasi in mostra quest’anno a Miami grazie alla vittoria al secondo turno su Maria Sharapova. Passata attraverso le qualificazioni, la russa ha superato Bencic al primo turno ed ora Ivanovic al secondo: 5-7, 7-6(2) 7-6(7) in una partita senza fine, nella quale ha sprecato sette match point prima di chiudere in tre ore e quattro minuti di gioco.

Un match deciso su pochi punti (134 a 133 per Ivanovic, alla fine), che sarebbe potuto andare indipendentemente all’una o all’altra. Ivanovic non ha avuto match point, ma ci è andata molto vicino: a due punti dalla vittoria sia nel secondo set, sul 6-5 e 30-30, sia in due momenti del terzo parziale, sul 5-4 e ancora 30-30 e nel tiebreak, sul 6-6 dopo aver rimontato dal 6-3. La russa non ha fatto nulla per nascondere le proprie emozioni, ha esultato veementemente sugli errori della sua avversaria per poi finalmente lasciarsi andare sull’errore di dritto che, all’ottava palla match, ha sancito la sconfitta della serba, quest’anno in controtendenza rispetto agli incoraggianti segnali di ripresa mostrati lo scorso anno. Al terzo turno Gavrilova avrà una ghiotta opportunità per centrare i suoi primi quarti in un torneo Premier, sfavorita ma con tanta fiducia in più nell’assalto alla svizzera Timea Bacsinszky (nessun precedente).

Ancora una volta Ivanovic delude. Esce anzitempo, come era accaduto recentemente a Madrid, Stoccarda, Miami ed Indian Wells perdendo match che poteva vincere, sulla carta e sul campo. Ora più che mai prigioniera delle sue frequenti amnesie, senza una guida forte e le idee chiare. Quelle che in questo momento sembrano mancare alla bella Ana.

Risultati:

[Q] D. Gavrilova b. [7] A. Ivanovic 5-7 7-6(2) 7-6(7)
[2] S. Halep b. A. Riske 6-3 6-0
[Q] B. Jovanovsky b. [15] M. Keys 6-4 1-6 6-3
[8] E. Makarova b. [LL] K. Mladenovic 4-6 6-3 6-1
[Q] C. Mchale b. [13] S. Errani 6-4 6-4
[6] E. Bouchard vs Z. Diyas 6-3 6-4
[Q] A. Dulgheru b. [12] L. Safarova 1-6 6-4 7-6(6)
V. Azarenka b. [5] C. Wozniacki 6-2 7-6(2)
[14] V. Williams b. E. Svitolina 6-4 6-3
I. Begu b. [9] A. Kerber 6-3 6-3
[10] C. Suarez Navarro b. H. Watson 6-1 6-1
[16] J. Jankovic b M. Rybarikova 6-4 7-6(2)
[4] P. Kvitova b.[WC] K. Knapp 6-3 4-6 7-6(1)

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