ATP Ginevra: Bellucci batte Sousa e si aggiudica il trofeo

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ATP Ginevra: Bellucci batte Sousa e si aggiudica il trofeo

Il brasiliano Bellucci supera (4)7-6 6-4 e si aggiudica il torneo di Ginevra, con una prestazione convincente nel complesso, ma con qualche calo di tensione che avrebbe potuto compromettere la vittoria finale.

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ATP Ginevra, Finale

T. Bellucci b. [6] J. Sousa 7-6(4) 6-4

Il pubblico svizzero dell’Atp di Ginevra avrebbe voluto la presenza in finale ed il relativo trionfo di Wawrinka, ma sul centrale si è celebrata la sfida tra Bellucci ed il portoghese Sousa. Ha vinto il sudamericano, che conquista il suo quarto titolo “250” (il terzo in terra elvetica dopo la doppietta di Gstaad 2009 e 2012), mentre per Sousa resta la consapevolezza di aver giocato un buon torneo e di prendere 150 punti che, da lunedì, gli consentiranno di scalare qualche posizione e diventare numero 42 del ranking. Joao ha un bilancio negativo, in relazione alle finali, perché vanta 3 sconfitte e un solo titolo (Kuala Lumpur 2013 indoor).  Bellucci, con questa vittoria, incamera 250 punti preziosi che comportano un “rally” in classifica generale, infatti ritorna tra i primi 50 del mondo, (sarà nr.39), ma il best ranking (nr.21) del 2010 è ancora lontano.

 

Ora passiamo ad analizzare il match, che ha visto un Bellucci complessivamente superiore nel  palleggio da fondo, anche perché le sue caratteristiche si adattano meglio al “mattone tritato”, mentre Sousa ha un gioco dispendioso e poco conservativo, che difficilmente su terra ti permette di vincere tanti punti. Pronti via e il brasiliano conquista il break, Sousa va subito in difficoltà sul ritmo e non riesce ad innescare il suo servizio, senza il quale è difficile riuscire a tenere lo scambio da dietro. Sul 2-1 Bellucci ha qualche tentennamento in battuta, ma annulla agevolmente i due break point concessi, e si porta sul 3-1, ma il controbreak è nell’aria, infatti arriva nel turno successivo, in cui Thomaz spara fuori 4 colpi consecutivi ed il set va sul 3-3. Ma la dinamica del gioco resta nelle mani di Bellucci, che senza scomporsi o demoralizzarsi, torna ad eseguire il suo schema tattico e costringe Sousa ad arretrare. Con una risposta di dritto profonda (su una seconda abbastanza tenera) trasforma la palla break e torna avanti nel punteggio. Il sudamericano va a servire per il vincere il set e si invola sul 40-0, ma Sousa, che in questo torneo ha dimostrato di avere la sorte dalla sua parte, non solo annulla i tre set point, ma ottiene l’occasione per pareggiare sul 5-5, ma deve ringraziare un confuso Bellucci che prima sbaglia una velleitaria palla corta e poi stecca un dritto, che frenato dal nastro, permette a Sousa di chiudere a rete con una volée comoda di dritto. Ora è Joao a fare corsa di testa, infatti tiene facilmente il suo turno in battuta, e sposta tutta la pressione su Thomaz, che in questo set ha dimostrato di essere più forte, ma spesso è sembrato deconcentrato. Nel tie break è Sousa a partire a razzo, va immediatamente sul 3-0, il portoghese riesce a contenere il dritto del sudamericano, che gioca decisamente più contratto (i set point annullati iniziano a farsi sentire sul suo stato d’animo). Improvvisa arriva la reazione del brasiliano, che si scuote (si carica ad ogni punto con un “vamos”) e si porta sul 5-3, poi sul 6-4 e servizio chiude i conti e vince, meritatamente, il set 7-6.
Il secondo set si apre con il break a favore del portoghese, che non ha alcuna intenzione di lasciare il campo libero al suo avversario. Sousa comanda fino al 4-3, poi commette degli errori non forzati che consentono a Bellucci di procurarsi la palla del controbreak, prontamente concretizzata. L’inerzia del match torna nelle mani del sudamericano, che si conquista due matchpoint sul servizio di Sousa, che capitola sul 30-40 sparando un diritto di avanzamento di poco fuori.
Sousa è un giocatore brillante, ma praticare su terra un gioco d’attacco non dà garanzie, perché il terreno lento arresta le accelerazioni e permette recuperi difensivi , che sulle altre superfici non si possono fare. La differenza oggi l’ha fatta proprio la diversa attitudine al campo e il concetto di tennis praticato: sulla terra battuta la difesa vince sull’attacco, la resistenza prevale sull’estro, la fisicità è predominante sulla variazione dei colpi.
Vittoria importante per Bellucci che ora andrà a Parigi cercando di continuare il suo periodo positivo.

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ATP Chengdu: il trionfo di Zverev, battuto Safiullin in rimonta

Per l’ex numero 2 del mondo 21° titolo in carriera, il secondo del 2023: le Finals di Torino si avvicinano. Onore al russo alla sua prima finale

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Alexander Zverev - Chengdu 2023 (Twitter @ChengduOpen)
Alexander Zverev - Chengdu 2023 (Twitter @ChengduOpen)

[1] A. Zverev b. R. Safiullin 6-7 (2) 7-6 (5) 6-3

Alexander Zverev è il nuovo campione del Chengdu Open. In questa inedita finale dell’ATP 250 giocata di martedì, il numero 10 del mondo ha sconfitto in tre set il coetaneo Roman Safiullin (26 anni, numero 55 ATP, alla prima finale della carriera nel circuito maggiore) dopo una bella e intensa battaglia durata quasi tre ore.

Zverev prosegue la sua risalita in classifica dopo un anno difficilissimo, un vero e proprio incubo iniziato nel corso della semifinale del Roland Garros 2022 con un tremendo infortunio alla caviglia e terminato proprio quest’anno a Parigi, dove ha approfittato di un tabellone favorevole per difendere tutti i punti.

 

La semifinale con Ruud è stata una mattanza, ma quel torneo ha senza dubbio rappresentato una svolta per l’ex numero due del mondo e da lì è iniziata un’estate serena di risalita e di rivincite con la semifinale ad Halle, e poi il titolo di Amburgo, la semifinale a Cincinnati battendo Medvedev, e infine i quarti a New York con la vittoria su Sinner. Ricordiamo che Sascha si era presentato a Parigi da numero 27 del mondo con oltre 700 punti da difendere e il rischio concreto di un potenziale terremoto a livello di ranking.

Quattro mesi dopo Zverev si ritrova numero 10 del mondo e soprattutto, dopo la vittoria nel 250 cinese, al numero 7 nella race valida per la qualificazione alle ATP Finals (che il tedesco ha già vinto due volte, nel 2018 e nel 2021, nella prima edizione italiana di Torino), ad una manciata di punti dal numero 5 occupato da Andrey Rublev.

Safiullin si è inevitabilmente commosso nel corso della premiazione, nel suo sguardo un misto di orgoglio (a fine 2022 era ancora fuori dai primi 100 del ranking) e allo stesso tempo di rimpianto per l’occasione persa (nel corso del tie break del secondo set è arrivato a due punti dalla vittoria).

Per il russo resta comunque una settimana memorabile, un probabile punto di partenza: ha infatti raggiunto la sua prima finale a livello ATP e l’ha raggiunta senza perdere nemmeno un set, battendo uno dietro l’altro Nakashima, Evans, Thompson e Musetti, ed anche nel corso della finale ha oggettivamente controllato per lunghi tratti il gioco, mettendo in mostra un tennis brillante e completo, che ben si adatta al cemento rapido tipico dei tornei asiatici.

Grazie a questo risultato, il migliore della carriera dopo i quarti di finale raggiunti un paio di mesi fa a Wimbledon, ritoccherà nuovamente il proprio best ranking, arrivando fino al numero 41.

LA CRONACA DELLA PARTITA

Primo set: Zverev non sfrutta tre set point consecutivi, Safiullin chiude al tie break

Zverev parte fortissimo al servizio, con una percentuale di prime in campo quasi irreale (intorno al 90%) considerando la velocità media di quei servizi, spesso oltre i 210 km/h.

Nei suoi turni di battuta non c’è storia, quei servizi sono troppo pesanti per il russo, che però, dopo essersi salvato nel secondo game (palla break, brutta risposta in rete del tedesco) imposta una partita coraggiosa: Sascha sta lontano dal campo, invitandolo a spingere, e Safiullin non si fa pregare, rischiando e attaccando il più spesso possibile, anche in controtempo.

Ma sul 4-5 il 26enne russo si mette improvvisamente nei pasticci con tre errori gratuiti (compreso un doppio fallo): 0-40 e di conseguenza tre set point consecutivi. Ma il numero 55 reagisce annullandoli con tre punti eccellenti (da segnalare in particolare la combinazione dritto-smorzata sul 30-40) e, grazie anche ad un errore piuttosto generoso di Zverev sul 40 pari, riesce a sopravvivere: 5 pari.

Nel game successivo il numero 10 del mondo sembra subire il contraccolpo delle occasioni appena mancate: la sua prima di servizio, fino a quel momento impeccabile, scompare completamente, costringendolo al primo turno di battuta faticoso dell’intero match.

Sul 15-30 si salva con una grande seconda, ma alla fine arriva la prima palla break della partita di Safiullin: il russo però sente troppo il momento, interpretando lo scambio in maniera stranamente timida con Sascha che ovviamente non si fa pregare chiudendo il punto col suo classico rovescio lungolinea in avanzamento.

Si arriva al tie break, e qui il debuttante si trasforma in veterano: scappa subito e poi gioca in scioltezza.

Da segnalare in particolare il vincente con il quale si porta sul 6 a 2, ovvero un dritto in contropiede sontuoso, in cross, che toglie il tempo a Zverev lasciandolo completamente immobile. È 7-2 Safiullin, che prosegue il suo cammino immacolato a Chengdu (nove set vinti su nove).

Secondo set: Zverev sopravvive in un tie break rocambolesco

Primi tre game piuttosto elaborati, con Safiullin che tiene in apertura salvandosi da 15-40, poi breakka a 30 (solito doppio fallo di Zverev da destra, il suo tallone d’Achille, seguito da un clamoroso errore di dritto) e infine perde la battuta sul 2-0 dopo avere avuto anche una palla del 3-0.

La sensazione è che, al netto di una percentuale assurda di prime palle in campo da parte del tedesco (a metà secondo set ancora intorno all’80%), la partita sia sotto il controllo tennistico di Safiullin: è lui che decide cosa succede nello scambio, è lui che sceglie la diagonale, è lui che imposta il ritmo. Sascha di conseguenza può dunque solo aggrapparsi al servizio, in attesa di qualche errore gratuito dell’avversario.

Senza colpi di scena si arriva ancora al tie break, con Zverev che tiene facilmente il servizio sul *5-6 grazie ad uno splendido riflesso nei pressi della rete (volèe bimane di opposizione, una vera e propria parata).

Nel momento clou Zverev diventa improvvisamente aggressivo e prova a scappare con un meraviglioso rovescio lungolinea (mini-break e 4-2) ma successivamente pasticcia a rete con due errori nello spazio di pochi punti: prima decide di giocare un serve and volley sciagurato su una seconda di servizio (4-3) e poi non chiude un comodo smash a rimbalzo (5 pari).

Il russo però per la prima volta sembra sentire la pressione e infatti sul 5 pari questo tie break rocambolesco si risolve nel modo più scontato, con il campione che mette a segno un ace (il numero otto della sua partita) e il debuttante che invece nel punto successivo commette doppio fallo. Zverev di conseguenza si salva, vince il tie break col punteggio di 7 a 5 e prenota il trofeo.

Terzo set: dopo lo spavento Zverev vince il match in scioltezza

Come prevedibile Zverev, dopo un tie break in cui si è ritrovato a due punti dalla sconfitta, prende subito il controllo del terzo parziale. Il break decisivo arriva sul 2-1 grazie a quattro errori gratuiti di uno stanco Safiullin, e il tedesco da quel momento in poi non si guarda più indietro. Cinque punti totali persi al servizio in cinque turni di servizio, sintomatici di un set giocato sul velluto e chiuso in meno di mezz’ora col punteggio di 6-3.

Jacopo Gadarco

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ATP Zhuhai: trionfa la testa di serie numero 1 Karen Khachanov, battuto Nishioka

Il 27 enne russo batte il giapponese Yoshihito Nishioka per 7-6(2) 6-1, tornando a vincere un titolo in singolare dal 2018

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Karen Khachanov - US Open 2022 (foto Twitter @atptour)

K. Khachanov b. Y. Nishioka 7-6(2) 6-1

Karen Khachanov vince il quinto torneo della sua carriera. Il russo attuale numero 15 del mondo, ha battuto nella finale dell’ATP 250 di Zhuhai il giapponese Yoshihito Nishioka per 7-6(2) 6-1 centrando il quarto alloro a livello 250, interrompendo un digiuno che durava dall’ottobreo 2018 quando trionfò al Masters 1000 di Bercy. Il tennista russo ora ha un giorno di “riposo”, prima di volare in direzione Pechino, dove affronterà al primo turno l’italiano Lorenzo Musetti (qui il tabellone del 500 cinese).

Khachanov ha raggiunto questa finale giocando solo tre turni, essendo la prima testa di serie. In questi tre match ha avuto la meglio su Alex Bolt, Mackenzie Mcdonald e Sebastian Korda. Yoshito Nishioka, invece, ne ha dovuti giocare quattro, essendo la testa di serie numero otto. Ha avuto qualche difficoltà solo nel primo turno con il francese Terence Atmane, che ha sconfitto in rimonta 0-6 6-4 6-2. Negli altri turni ha sconfitto in scioltezza Lloyd Harris, Jan-Lennard Struff e Aslan Karatsev, prima di arrendersi al russo in quella che era la quinta finale della carriera (due vinte e tre perse).

 

Primo set: Karen piazza l’allungo nel tiebreak

L’inizio del primo set è caratterizzato da un grande equilibrio tra i due giocatori che nei primi quattro game non concedono palle break. Il tennista giapponese classe 1995, inizia a subire l’aggressività in risposta del numero 15 della classifica mondiale, che gioca molto profondo costringendo Nishioka ad accorciare la preparazione dei suoi colpi. Khachanov riesce dunque a strappare il servizio al tennista giapponese, confermando poi il suo turno in battuta grazie alla sua prima di servizio, che non è assolutamente mancata nel primo set (7 ace). Yoshito Nishioka non si vuole arrendere e riesce a riprendere il break portando il set al tiebreak. Nel tiebreak il tennista russo vince 6 punti di fila e porta a casa il set con il punteggio di 7-6(2).

Secondo set: il russo prende il largo contro il mancino giapponese

Nel secondo parziale Karen Khachanov gioca un tennis pulito, sbagliando poco ed aggrappandosi ai tanti errori del tennista giapponese, che, dopo aver tenuto il servizio nel primo game del set, inizia a subire i colpi del russo sulle due diagonali. Il rovescio di Khachanov riesce a fare molto male al dritto del mancino nipponico. Nishioka perde due volte il servizio, portando il set sul parziale di 5-1 e concedendo l’occasione a Khachanov di servire per il torneo. Il russo si fa trovare pronto e al secondo match point chiude con il punteggio di 7-6(2) 6-1.

Renato Nunziante

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ATP Pechino, il tabellone: Sinner torna in campo, possibili duelli con Rune e Alcaraz. Ci sono anche Musetti e Sonego

Tra gli altri protagonisti spiccano Medvedev, Rune, Tsitsipas e Rublev: il 500 cinese è di altissimo livello

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Jannik Sinner - US Open 2023 (foto Twitter @usopen)

Giovedì 28 settembre avranno inizio le sfide del tabellone principale dell’ATP 500 di Pechino, che torna a far parte del circuito dopo 3 anni di assenza. Ai nastri di partenza troviamo molti giocatori di alto livello, con ben 8 dei primi 10 tennisti del mondo (Djokovic e Fritz unici assenti). Gli italiani direttamente in tabellone sono Jannik Sinner, testa di serie numero 6, Lorenzo Musetti e Lorenzo Sonego. Inoltre, Matteo Arnaldi affronterà l’ultimo turno delle qualificazioni per raggiungere i connazionali nel tabellone principale, che vede moltissimi primi turni davvero interessanti.

La testa di serie numero uno sarà Carlos Alcaraz, che esordirà contro un qualificato, mentre il numero due sarà Daniil Medvedev, impegnato subito in una sfida sulla carta molto difficile contro Tommy Paul.

L’ultimo a trionfare in questa competizione è stato Dominic Thiem nel 2019, avendo la meglio su Stefanos Tsitsipas nella finale. Il recordman di titoli è Novak Djokovic, con ben 6 trionfi. Gli unici altri tennisti in attività a vantare almeno un titolo a Pechino sono Rafael Nadal, che sarà ancora assente per qualche mese dal circuito, Andy Murray, che esordirà contro Alex De Minaur, e Nikoloz Basilashvili, sceso al numero 357 del ranking ATP.

 

Per quanto riguarda gli azzurri, Jannik Sinner torna in campo a tre settimane di distanza dal ko allo US Open contro Zverev. In mezzo, le note polemiche per la sua assenza dalla Coppa Davis. Jannik farà il suo esordio contro il britannico Daniel Evans. Seguendo le posizioni di classifica, si prospetta per lui un quarto di finale contro Holger Rune. Il danese dovrà vedersela però al primo turno con Felix Auger-Aliassime, e sta attraversando un momento di forma tutt’altro che positivo. Sempre ipoteticamente, Sinner potrebbe incrociare in semifinale Carlos Alcaraz, che però prima potrebbe incrociare Lorenzo Musetti, il quale si trova nel primo quarto di tabellone. Il carrarino affronterà Karen Khachanov in un primo turno ostico. Il suo probabile avversario nel secondo turno sarebbe ancora più ostico, visto che si parla appunto di Alcaraz. Nell’ultimo quarto di tabellone troviamo invece Lorenzo Sonego, che se la vedrà con Ugo Humbert per arrivare ad un possibile scontro con Rublev. Nel possibile quarto di finale, il suo avversario più quotato sarebbe Daniil Medvedev.

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