Charlie Hebdo provoca sul doping nel tennis, scatenando feroci reazioni

Flash

Charlie Hebdo provoca sul doping nel tennis, scatenando feroci reazioni

La rivista satirica transalpina mette in prima pagina una vignetta che allude al doping nel tennis. Reazioni disparate nella rete e sui giornali, tra chi pensa ad un riferimento diretto e chi a un attacco generale al mondo del tennis. Il contributo di Gianni Clerici su Repubblica

Pubblicato

il

 

Charlie Hebdo, il giornale francese vittima dell’attacco terroristico per le vignette su Maometto che provocò diversi morti tra i suoi fautori, ha dedicato la prima pagina a una raffigurazione satirica che ha già scatenato infinite polemiche tra il web e la carta stampata. La rivista ha pubblicato in prima la foto che vedete in questa flash, dove un tennista pompato di sostanze all’inverosimile, con tanto di siringhe ancora attaccate un po’ dappertutto, aspetta di rispondere al servizio dell’avversario, con occhi stravolti da quanto assunto.

La provocazione di Charlie è una chiarissima allusione all’esistenza del doping nel tennis, di carattere pare generale non essendoci nel disegno precisi riferimenti che possano richiamare qualche tennista in particolare. Il titolo sotto il nome della testata recita “Prima sala di buchi a Parigi” ed è un riferimento all’apertura a Parigi di un nuovo laboratorio per drogati, peraltro nei pressi dei campi del Roland Garros.

Il web, specie tra Facebook e Twitter, si è scatenato offrendo le reazioni più disparate, tra coloro (pochi) che condividono la denuncia e invitano a non sottovalutare il problema e coloro (molti) che vedono nella satira come al solito spinta all’estremo della rivista transalpina il solito attacco generico e privo di fatti comprovati.

Pur non essendo pochi gli attacchi sul doping che la Francia ha riservato al movimento tennistico e sportivo spagnolo (tra cui ricordiamo le frasi al vetriolo di Yannick Noah del 2011), non pare essere un tennista specifico l’oggetto della critica di Charlie Hebdo, ma appunto l’intero mondo del tennis in genere. Oggi su Repubblica Gianni Clerici richiama questa provocazione e, pur sottolineando il cattivo gusto della vignetta, ricorda che il tennis non è immune a “simile malattia, ricordando i casi di tennisti colpevoli del passato (su tutti Petr Korda, vincitore dell’Australian Open 1998 in finale su Marcelo Rios, passando per Guillermo Coria e per il caso più recente di Victor Toicki).

Al di là di come la si pensi sul tema e di certi interventi sui social davvero divertenti (chi sottolinea la genialità della figura del giudice di linea sullo sfondo che si sniffa la linea di fondo manco fosse cocaina, chi rileva l’espressione stravolta del coccodrillo di una nota marca di abbigliamento sulla fascia del tennista dopato), rimane da augurarsi che ATP, WTA, ITF e Wada, l’organismo internazionale sul doping, collaborino sempre più fattivamente per arginare il fenomeno, a meno di non rassegnarsi all’amara ma realistica idea di Rino Tommasi, per cui “il doping è sempre un passo avanti all’antidoping, per cui io farei le Olimpiadi per dopati e quelle per non dopati, solo che queste ultime andrebbero deserte…”.

 

Continua a leggere
Commenti
Advertisement

⚠️ Warning, la newsletter di Ubitennis

Iscriviti a WARNING ⚠️

La nostra newsletter, divertente, arriva ogni venerdì ed è scritta con tanta competenza ed ironia. Privacy Policy.

 

Advertisement
Advertisement
Advertisement