Roland Garros interviste, S. Williams: "Le pause che ho avuto mi hanno prolungato la carriera”

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Roland Garros interviste, S. Williams: “Le pause che ho avuto mi hanno prolungato la carriera”

Roland Garros, quarti di finale: S. Williams b. S. Errani 61, 63. L’intervista del dopo partita a Serena Williams

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Stavamo parlando di quanto fosse stato complicato il match contro Sara Errani il mese scorso. Qual è stata la differenza oggi?  L’hai gestita perfettamente.
Penso che la differenza sia stata proprio aver giocato quella partita. Se non l’avessi gocata probabilmente starei ancora lottando. Perché lei cambia il suo tipo di gioco contro di me e questa volta sapevo cosa aspettarmi. È stato realmente un vantaggio aver giocato la partita di Fed Cup.

Sei tornata te stessa? Nel senso che dopo aver perso il primo set nei tre match precedenti, le sensazioni non erano molto positive. Oggi invece 6-1 nel primo set e sei apparsa subito molto a tuo agio.
Sì, mi sono sentita molto bene.  Ma per giocare contro di lei ho dovuto fare un inizio di partita davvero veloce. E poi continuare a giocare molto duro.

Sei un’avversaria così dura contro cui giocare nella seconda settimana per chiunque debba affrontarti. È come se mettessi la marcia una volta entrata nel vivo del torneo, entri in sicurazza e ti focalizzi sulla vittoria del titolo?
Sì. Cerco di restare concentrata sulla vittoria e di non spingere me stessa troppo in là. Devo ancora battere alcune buone giocatrici. Non è mai facile, non lo è mai.

Sara ha cambiato qualcosa oggi rispetto alla Fed Cup?
No, non credo che abbia cambiato molto ma penso…

O prima della Fed Cup.
Beh, è diventata un po’ più aggressiva. È migliorata sulla ribattuta. Penso sia migliorata in generale e questo è positivo. Non vuoi rimanere sempre allo stesso punto, provi a migliorare  ed è quello che lei ha fatto.

È la tua quarta semifinale qui, meno che negli altri Slam. È ancora più importante per te andare avanti in questo torneo, considerando quanto è stato duro?
Sì, esatto. Non ho avuto una grande stagione sulla terra rossa, quindi sono piuttosto eccitata per essere arrivata quasi in fondo. Spero di continuare. Non c’è niente di scontato ma arrivata a questo punto voglio combattere per restare nel torneo.

Sei la giocatrice da battere da tanto tempo. Come riesci a gestire la pressione quando sei la favorita da 10, 12 anni?
Certo non è così semplice.  Alcuni giorni va meglio di altri. Ci sono momenti invece in cui la pressione ti opprime. È difficile affrontare ogni match da favorita sapendo che farai il grosso titolo se perdi e non se vinci. Ma una cosa l’ho imparata da ragazza, quando ho avuto l’occasione di lavorare con Billie Jean King –  l’ho già raccontato altre volte – lei diceva: la pressione è un privilegio. Io ho il privilegio di potere sentire quella pressione.

Sarai ancora la favorita contro la Bacsinszky, che hai incontrato a Indian Wells.  Cosa ricordi di quella partita e cosa ti aspetti da lei?
È un buona giocatrice. Una grande lottatrice. Anche se hai un match point, o vinci un set lei non molla. Ha avuto un anno molto positivo. Non sarà una partita per niente facile. Dovrò essere ancora forte e soprattutto devo essere distesa: se vinco, benissimo,  se perdo, l’importante è aver dato il meglio. Non voglio mettermi troppa pressione. La cosa bella è essere ancora nel torneo.

All’inizio del torneo dicevi di non guardare il tabellone, di non pensare alla prossima avversaria, ecc. A questo punto della competizione, ti informi di quello che hanno fatto le altre?
Sì, sono abbastanza informata sulle quartofinaliste, è divertente perché adesso mi interessa guardare il tabellone per capire il percorso che hanno fatto. Sì, sono abbastanza informata ora.

Dopo il match lunedì hai detto che avevi bisogno di restare più centrata. Oggi ti sei sentita più in controllo?
Sì, ho avuto più controllo e sentivo che dovevo fare bene con una giocatrice molto brava su questa superficie. Avevo soltanto una scelta, quella di mantenere il controllo di me, delle mie emozioni e del mio gioco.

Bacsinszky ha preso una pausa dal tennis per un paio di anni, ha frequentato una scuola di hotel management e non era più sicura che il tennis fosse ancora la sua strada.  C’è mai stato un momento in cui hai pensato di allontanarti dal tennis? Sei mai stata sul punto di dire basta?
Ci sono dei momenti in cui non hai voglia di allenarti ma io cerco sempre di superarli. Ho avuto degli infortuni che mi hanno costretta a delle pause, per fortuna sono tornata in forma e penso che potrei giocare ancora 60, 70 anni. (ride.)

A questo proposito, pensi che le pause dovute a motivi personali o causate da infortuni ti abbiano prolungato la carriera aumentando la tua fame di vincere titoli ancora a 33 anni?
Sì.  È interessante, stavo pensando a questo. Sono convinta che mi abbiano resa affamata, desiderosa di fare bene. Pensavo di poter vincere 20 Slam, ma allo stesso tempo poteva anche non succedere per stanchezza o perché non avrei più avuto voglia di giocare. Non lo sai mai veramente.  Ma il fatto di avere avuto delle pause, forzate o no, in effetti mi ha aiutato.

Qualche idea sul match che sta per cominciare, Nadal-Djokovic? Che cosa prevedi? 5 set?
Sarà una battaglia: combattere contro Nadal è duro ed è duro combattere contro Novak. Sono giocatori che vuoi vedere sempre far bene quindi sarà dura.
Traduzione di Maria Cristina Graziosi

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