Week end di qualificazioni al Torneo Avvenire, e già si respira aria di grande attesa. Le tribune sono già allestite, la sala stampa è operativa, il nuovo campo numero tre è rivestito dagli striscioni del main sponsor e sulla terrazza si fa a spintoni per un posto in prima fila davanti ai tabelloni, da cui domenica sera usciranno i sedici fortunati che avranno accesso ai main draw maschili e femminili.
Domenica è giornata di doppio turno, perciò i giovani atleti, che ancora non hanno sviluppato il senso del “risparmio delle energie” che avranno tra qualche anno da pro, si affannano nel caldo pesante di questi giorni milanesi a caccia di un posto al sole. Si gioca una partita al mattino e una al pomeriggio, per permettere di completare in tempo il programma entro le 18, ora fissata per il coach meeting, quando gli allenatori dei più forti si accorderanno sulle teste di serie.

Non c’è un favorito in grado di uccidere i pronostici, almeno secondo il direttore del torneo Andrea Villa, che abbiamo intercettato e accompagnato nel suo incessante avanti e indietro tra i vialetti del club, tra un consiglio, un saluto, una telefonata e una stretta di mano. “Non potrei indicare un giocatore che è una spanna sopra tutti, se la giocheranno almeno in quattro o cinque” – dice –“e potrebbero anche esserci delle sorprese”.
Meglio allora parlare dell’organizzazione e delle novità di quest’anno. “La più importante riguarda il match serale” continua Villa “che si terrà ogni giorno alle ore 20, con la possibilità di cenare in terrazza. È un vantaggio per tutti: atleti, pubblico, ma soprattutto per gli sponsor. Fino all’anno scorso se arrivavi dopo le 18.00 trovavi solo i match di doppio, poco per un torneo di questo calibro, che è anche tra i più costosi del circuito giovanile. Parliamo di circa 100mila euro di spese, siamo un Categoria uno e ospitiamo gli atleti fino alla loro eliminazione. Se chiedi a uno sponsor di darti 10-15mila euro, mi sembra corretto offrirgli una risposta adeguata”.

Novità, dicevamo. In effetti, che il tempio del tennis giovanile vivesse il paradosso di aver bisogno di una sana “svecchiata”, era tutto dire. E bisogna dare il merito a Villa di aver portato l’Avvenire nell’era degli smartphone. Basta con le brochure che finiscono nell’immondizia, basta con le migliaia di fotocopie da rifare a ogni piccola variazione nel programma: tutto è digitalizzato in tempo reale. E poi Instagram, Facebook Twitter, ma non solo. Da lunedì si potranno finalmente leggere i tabelloni sugli schermi digitali, e nessun futuro campione, come in passato accadeva, potrà sfuggire all’obbiettivo dei fotografi. Da lunedì ogni giocatore apparirà sul sito web con una lavagna in mano, stile foto segnaletica della Polizia, che riporta il proprio nome e l’hashtag del torneo. Sai mai che fra 10 anni, quando si troverà in finale di uno Slam, non lo si riconosca?
Insomma, qui il concetto di tempo non esiste, o comunque è molto relativo. Conta di più sapere chi è passato di qui anni prima, oppure immaginare chi diventerà il ragazzetto che stai guardando giocare e con cui puoi scambiare due parole in terrazza? “È proprio questo il fascino dell’Avvenire” conclude Villa, che su questi campi ci è cresciuto, ed è tutt’ora maestro del circolo. “Scherzi per una settimana con un giovane serbo che fa ridere tutti, e non sai che dieci anni dopo diventerà il numero uno del mondo. Quando venne da me un ragazzino francese a dirmi che se ne sarebbe andato a casa per un piccolo infortunio, pensai: ‘Ecco il solito viziato che non sopporta nemmeno un dolorino e si ritira dal torneo’. Era Richard Gasquet”.

Luca Battocchio