US Open italiani: Pennetta come Gallinari, è una serata italiana!

Editoriali del Direttore

US Open italiani: Pennetta come Gallinari, è una serata italiana!

Cominciato con grande sofferenza, il pomeriggio italiano ha vissuto una giornata storica. Mentre Danilo Gallinari trascina l’ItalBasket al successo sulla Germania ai supplementari, Flavia Pennetta supera Petra Kvitova, rimontando un set e un break di svantaggio, e va in semifinale a New York, la seconda qui per lei dopo quella del 2013: per la prima volta nella storia, due italiane tra le prime quattro in uno Slam. Ora Victoria Azarenka o Simona Halep

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[26] F. Pennetta b. [5] P. Kvitova 4-6 6-4 6-2  (da New York, Ubaldo Scanagatta)

Cattura Flavia

Una storica doppietta, due italiane in semifinale all’US Open. Non era mai successo in nessuno Slam.
L’exploit di Flavia Pennetta, che batte una bicampionessa di Wimbledon, n.4 del mondo anche se qui è testa di serie n.5, è ancora più significativo di quello di Roberta Vinci, perchè il suo tabellone non è stato per nulla semplice.
Sia detto ciò per amor di obiettività, senza nulla togliere naturalmente a Roberta che al suo 44mo Slam aveva pieno diritto anche di godere, per una volta, di un tabellone fortunato, di non battere nemmeno una testa di serie, di superare come l’avversaria di miglior classifica, n.40, la Mladenovic.
Negli ottavi Flavia aveva battuto una campionessa dell’US Open, Sam Stosur (regina a new York nel 2011), e nei quarti una che, come accennato ha vinto due volte Wimbledon!

Flavia ha vinto il match alla distanza in una giornata infuocata. Si potrebbe dire che nonostante i suoi 33 anni è stata lei a cuocere a fuoco lento la sua avversaria di 8 anni più giovane.
Non ho ancora parlato con Petra, che si è presentata in campo con una vistosa fasciatura elastica sulla coscia destra, ma è certo che già sul finire del secondo set l’ho vista arrancare, tanto che mi auguravo che l’interruzione fra secondo e terzo set fosse la più breve possibile – è stata di 8 minuti, in teoria la heat policy che viene applicata  prima di un terzo set femminile o di un singolare junior  quando ci sono temperature come quella odierna (32 gradi, percepiti come 35) consente un break di 10 minuti, non sono quindi certo che sia stata applicata – e quando Petra al rientro in campo ha annullato una palla break nel primissimo game, con un gran rovescio sulla riga, per poi riuscire a tenere il servizio, mi sono preoccupato fortemente. Flavia avrebbe potuto subire il contraccolpo psicologico, anche perchè il caldo era notevolissimo e lei non è più un bambina.
Invece non ha fatto una piega ed ha tenuto anzi il game di servizio successivo, per l’1 a 1 addirittura a zero….

LE PRIME DICHIARAZIONI DI FLAVIA PENNETTA
scusate lettori di Ubitennis interrompo la mia cronaca e le mie considerazioni sul match vinto da Flavia perchè – è il bello della diretta internet…- ci arrivano grazie al capufficio stampa Fit Angelo Mancuso, le prime dichiarazioni di Flavia Pennetta, che dovendo giocare il doppio con Sara Errani contro Martina Hingis e Sania Mirza, ha chiesto di effettuare la vera conferenza stampa dopo il doppio.
Pennetta:Dopo aver perso il primo set non pensavo di poter vincere, ho continuato a lottare punto dopo punto…In campo contava tutto. Il caldo, la tensione , quello che volevi e che non dovevi fare…E’ un’ emozione incredibile vincere su un campo così“.

Riprendo cronaca e considerazioni. Flavia dall’1 pari finisce però sotto 3-1, dopo aver perso il servizio nel quarto gioco (contro sole) a 30.
Insomma non so cosa dicessero i bookies sulle scommesse on line, ma una Kvitova avanti 6-4,3-1 doveva essere diventata molto ma molto più che favorita.
Invece Flavia ha strappato sull’1-3 la battuta alla Kvitova che pure serviva all’ombra, addirittura a 0, per poi tenere il servizio a 15 e pareggiare il conto dei games. 3 pari.
Avrete notato, come quelli che mi seguono su Twitter, che sottolineo spesso la presenza del sole. Infatti nel primo set 9 games su 10 sono stati vinti da chi giocava all’ombra. Il sole era più basso, dava noia a chi serviva, e soprattutto le palle che uscivano dalla metà campo in ombra si vedevano male. La Kvitova ha vinto infatti il primo set per 6-4 in 52 minuti perchè suo è stato l’unico game vinto contro sole: quello del 3-2, nel quale ha comunque dovuto salvare una palla break (errore di rovescio di Flavia).
Flavia avrebbe potuto pareggiare il conto dei games, sia quelli effettivi per raggiungere il 5 pari, sia quelli contro sole per fare un 1 a 1, se sul 4-5 e contro sole avesse tenuto un servizio perso nonostante un 40-0 di vantaggio.  Tre palle per il 5 pari.

Lì la nostra si è disunita quando l’arbitro ha chiamato di sua iniziativa out un suo primo servizio che il giudice di linea aveva visto buono. Flavia ha chiesto subito l’Occhio di Falco che le ha dato torto, ha perso il ritmo del servizio ed è così arrivato il doppio fallo n.2 del suo match. Nessuna prima poi, ma tre servizi deboli, a 80 e  78 e ancora 78  miglia orarie hanno consentito alla Kvitova di attaccare con risposte possenti e quasi incontrollabili,  e poi di arrivare al set point. Dove Flavia ha commesso uno sciagurato secondo doppio fallo nel game.
L’aspetto più curioso del secondo set è stato che il sole non è stato più determinante: nel 6-4 vinto da Flavia cinque games sono stati vinti a favore di sole e cinque contro. Il sole si era alzato, non le accecava più, e poi ci si erano un po’ abituate. Inoltre la fascia d’ombra di una parte del campo si era accorciata, quindi dall’ombra uscivano molti meno colpi.

Eravamo rimasti al 3 pari del secondo set (e mi scuso per la ricostruzione un po’ farraginosa del match, ma così potete capire meglio come a volte, fra un’interruzione e l’altra, una intervista e l’altra,  ci si trova a lavorare con l’obbligo di privilegiare la tempestività).
Si arriva al 4 pari con la Penna che tiene la battuta a 15 (nonostante il sole contro), mentre la Kvitova aveva già faticato a tenere la sua dopo un 40 pari che ci aveva fatto sperare, ma senza pallebreak.
Il break alla Kvitova sarebbe arrivato sul 4 pari, un game di 10 punti in cui Petra commette un dopio fallo sul 15 pari ma lo fa seguire da un servizio vincente. Le prime due pallebreak la Kvitova le annulla prendendo righe da tutte le parti, coraggiose quanto incoscienti. Flavia gioca alcune risposte d’anticipo folgoranti ed entusiasmanti. E’ un match emozionantissimo.
Anche l’ultimo game del secondo set. Se la “Penna” aveva avuto 3 palle del 5-5 nel primo set, la Kvitova ne ha 2 per il 5 pari nel secondo. Ma Flavia di rovescio è un portento. E lì mi viene in soccorso Marco Lauria della redazione di Ubitennis con una statistica sulle tenniste mancine affrontate da Flavia dal 2013 a oggi: in 10 incontri ne ha persi solo 2. Nel 2013 da Lepchenko a Cincinnati e nel 2014 da Safarova a Madrid. Con il rovescio che si ritrova Flavia non ha paura di scambiare contro i dritti delle sue avversarie. “Mi alleno sempre con un tennista mancino!” ci aveva detto l’altro giorno alludendo al suo attuale coach Salvador Navarro. Ecco spiegato l’arcano.

Nel terzo set si è capito subito che Flavia era più fresca, più viva. Nessun break fino al 2 pari, ma da lì è cominciata lo sprint vittorioso di Flavia. Petra va sotto 0-30, 15-40, salva una prima palla break con uno splendido rovescio vincente in cross, ma non la seconda.
Un colpo decisivo per il morale di Petra e anche per Flavia che tiene il game de 4-2 a zero, poi strappa di nuovo la battuta alla Kvitova e dopo 2 ore e 18 va a a servire, all’ombra, sul 5-2. Poi il game dell’apoteosi, vinto a 30 con un filino di paura sul primo matchpoint, ma non sul secondo.
Flavia sembra quasi non crederci quando solleva le braccia al cielo. Arrivo giù in basso per complimentarmi, prima che Pam Shriver la intervisti, e lei allarga le braccia e dice “Non so come ho fatto” e scuote la testa.
Solo dopo – come avete visto – spiegherà che perso il primo set, e sotto 3-1 nel secondo,  non credeva più di farcela. L’abbraccio con Petra Kvtiova è stato affettuoso, nella succssiva conferenza stampa con Petra – di cui qui sotto vedete un estratto, eravamo con Ruggero Canevazzi i soli italiani presenti e praticamente tre quarti delle domande le ho fatte io – le ho chiesto se c’era un’amicizia più stretta che con altre tenniste. Leggete che cosa ha risposto. E’ stato andando lì, però, che – anche ascoltando alcune sue risposte – mi sono ricordato che a Petra Kvitova era stata diagnosticata subito dopo Parigi una forma di mononucleosi che spiega in parte perchè la sua condizione fisica, in termini di resistenza, non sia ottimale..
Sia chiaro che non voglio certo sottrarre niente a Flavia che ha disputato un grande match, intelligente, quasi perfetto tatticamente. Ma mi sembra giornalisticamente corretto farlo presente.
Dopo il Roland Garros Petra si era presentata a Wimbledon perchè – campionessa in carica –  proprio non voleva rinunciarvi. Ma aveva finito per perdere al terzo turno dalla Jankovic, cioè non una grande erbivora. Poi Petra si è fermata un mese e da agosto in poi ha giocato tre tornei, perdendo all’esordio da Azarenka a Toronto e da Garcia a Cincinnati, poi a New Haven ha vinto in finale con Safarova (…un match che è costato caro alla Safarova perchè si è prodotta uno stiramento muscolare all’addome che l’ha fortemente handicappata quando ha perso dalla Tsurenko qui al primo turno 6-4 6-1).

E’ chiaro che la Kvitova ha preso più rischi, 41 vincenti contro 21, e così ha commesso anche molti più errori gratuiti, 60 contro appena 16. Ma Flavia è stata eccezionale proprio nel riuscire a limitare gli errori contro una tennista che le tirava delle sassate spaventose: in tutto il match, durato 2 ore e 23 minuti, Flavia ha sbagliato due rovesci gratuiti. Capito? Lo riscrivo: due rovesci!!! E dieci dritti. Pochi anche questi. Servire ha servito un po’ meno bene che con la Stosur, ma comunque ha messo il 61% di prime palle, con 0 ace e 3 doppi falli, mentre la Kvitova hì messo a segno 4 aces ma ha commesso anche 9 doppi falli (3 nel nono game del primo set quando aveva servito per il set sul 5-3).
Mentre ci vorrebbe qualcosa più di un miracolo perchè Roberta Vinci riuscisse a fermare, dopo 4 sconfitte di fila, Serena Williams – più favorita che mai per aggiudicarsi questo torneo (mi sa che temesse soprattutto proprio la Kvitova, e poi forse la Azarenka)- Flavia potrebbe giocarsela alla pari in semifinale sia con la Halep sia con la Aazarenka (in questo momento in campo per il terzo set).
Con la Halep è avanti 3-1 negli scontri diretti, 1-1 sul cemento ma ha perso l’ultimo duello a Miami quest’anno 6-3, 7-5.  Con la Azarenka stanno 2 a 2, e 2-1 sul cemento per Flavia contro la bicampionessa dell’Open d’Australia che è stata anche due volte finalista all’US Open. In quello stesso torneo di Miami in cui Flavia ha poi perso dalla Halep aveva battuto la bielorussa 7-6, 7-6.

Sono le 16.20 ora locale, in questo momento ha iniziato a piovere a Flushing Meadows,  l’incontro tra Azarenka e Halep è stato sospeso sul 2-1 Akarenka, 40-15 Halep che è al servizio. Flavia attende di fare il suo ingresso in campo per il doppio con Sara Errani contro Mirza/Hingis. Con le semifinali femminili in programma domani a partire dalle 19 americane (una di notte in Italia) il rischio è che la Pennetta, già duramente provata dalle due ore e 23 minuti di oggi, possa risentire di uno sforzo magari eccessivo. Io mi augurerei che questo doppio venisse rinviato a dopo la sua semifinale di singolare. Per il momento, consentitemi solamente di ringraziare Flavia e Roberta per le emozioni che ci stanno regalando e facendo vivere.

Nella nostra sezione interviste, più in basso nella homepage, troverete appena pronta l’intervista a Flavia Pennetta.

(qui sotto potete leggere la conferenza stampa di Petra Kvitova e le impressioni a caldo di Corrado Barazzutti)

Ecco la conferenza stampa di Petra Kvitova.

SCANAGATTA: Hai avuto qualche tipo d’infortunio? Avevi la gamba fasciata.
No, nessun tipo d’infortunio, alla gamba ho solo una fascia protettiva che ho portato dal primo match, niente di serio. Anche se dall’inizio del match non mi sentivo al 100% e sono felice di aver lasciato tutto in campo,ho saputo soffrire

SCANAGATTA: Hai sofferto per il caldo?
Probabile, ma non ero comunque al massimo delle mie forze oggi.

SCANAGATTA: Nel primo set un solo game su dieci è stato vinto da chi giocava contro sole, l’hai vinto tu (il quinto, ndR) e hai vinto il set. Nel secondo parziale il trend è completamente cambiato, cinque game vinti contro sole, cinque vinti giocando all’ombra. Hai cambiato qualcosa di particolare oppure ti sei semplicemente adattata alla situazione?
Entrambe dovevamo adattarci a quella situazione, è complicato perché non vedi partire bene la palla quando il colpo dell’avversaria è giocato all’ombra e poi compare al sole. Ma dal secondo set ci siamo abituate e la cosa non ha influito.

Come pensi di aver giocato oggi?
Sono un po’ migliorata al servizio ma lei ha risposto molto bene. Ho fatto troppi doppi falli, ma no ho particolari rimpianti. La Pennetta è una gran giocatrice, si è mossa molto bene.

I quarti di finale sono il tuo miglior risultato qui, ma inferiore a quanto hai fatto negli altri Slam. Sei delusa per questo?
Ovviamente sono delusa per la sconfitta di oggi, ma vedo molti aspetti positivi del mio torneo. Sono orgogliosa di come ho giocato oggi, perché non ho avuto molto tempo per allenarmi. Visti gli infortuni passati, è bello essere tornata competitiva.

SCANAGATTA: C’è stata una pausa alla fine del terzo set: si è trattato della heat policy?
Non lo so, non ci hanno detto nulla a riguardo, dunque non ci siamo fermate per quel motivo.

SCANAGATTA: Ho notato che alla fine del match vi siete abbracciate e sei stata molto cortese con lei. Vi conoscete bene? Siete in qualche modo amiche?
La conosco da molto tempo perché lei è da molti anni nel circuito WTA, c’incontriamo spesso e ho un buon rapporto con lei. È una brava persona, anche se non siamo amiche. Le auguro buona fortuna. Oggi ha davvero meritato la vittoria.

SCANAGATTA: Gentile da parte tua. Pensi che Flavia abbia più possibilità di battere la Azarenka o la Halep, dal punto di vista tecnico?
Difficile dirlo: entrambe sono molto solide e hanno un gioco simile a quello di Flavia. Conterà molto la forma fisica e chi servirà meglio.

Dopo questa caldissima estate americana, giocherai i tornei di Wuhan e Pechino?
Non ne ho idea, sentirò il parere dei miei medici e se mi daranno l’ok certamente sì.

Saresti sorpresa se a questo punto Serena Williams non vincesse il titolo?
Sì! (sorride) Ho notato, nel match contro Venus, che Serena era più concentrata di quanto non fosse nei match precedenti: credo che giocherà sempre meglio ora e riuscirà a vincere.

Corrado Barazzutti, incontrato da Ruggero Canevazzi di Ubitennis nel Players Garden, è raggiante e parla di risultato storico, sottolineando che due italiane in semifinale Slam non le avevamo mai avute, ma ci tiene a precisare che non è casuale: la Vinci aveva già fatto due quarti qui negli anni passati e Flavia era arrivata in semifinale nel 2013 dopo aver centrato altri quattro quarti di finale. Un grande traguardo che fa bene a tutto il movimento. Alla domanda se la Vinci possa avere qualche possibilità contro la Williams, il capitano di Coppa Davis e Federation Cup non si fa illusioni, evidenziando come dipenda molto da Serena, ma è convinto che la Vinci non parta battuta, farà la sua partita cercando di mettere subito sotto pressione Serena, che durante il torneo ha avuto momenti di difficoltà (in particolare contro la connazionale Mattek-Sands al terzo turno, ndr). “Stiamo a vedere che succede, non si può mai dire”, conclude Barazzutti.

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