WTA Finals, M. Sharapova: “Non credevo di poter giocare un match così fisico”

Interviste

WTA Finals, M. Sharapova: “Non credevo di poter giocare un match così fisico”

WTA Finals, M. Sharapova b. A. Radwanska 4-6 6-3 6-4. L’intervista del dopo partita a Maria Sharapova

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Complimenti.
Grazie.

In campo hai detto che è stata un’impresa per te e quando hai vinto la tua espressione facciale è stata piuttosto particolare.
Era da luglio che non terminavo un match, quindi penso che sia sempre difficile ritornare non da un infortunio, ma da alcuni. Sono andata molto a singhiozzo ed ero emozionata per il fatto che nonostante non avessi giocato in questi ultimi mesi e non stessi giocando il mio miglior tennis, stavo affrontando un’avversaria che ovviamente si era meritata un posto nel torneo e aveva giocato molto bene negli ultimi mesi, e sentivo inaspettatamente di essere in grado di giocare ad un altro livello fisico. Quindi questa è stata l’emozione che ho provato.

Come è stato in campo il tuo corpo? Nessuna fatica? Stanchezza?
È stato un match molto fisico. Penso che questo campo richieda tutti incontri di questo tipo. I punti sono più lunghi. È piuttosto adatto al suo gioco. La palla resta bassa e lei può colpirla in anticipo e cambiare direzione. Abbiamo avuto alcuni scambi lunghi. C’è stata molta corsa. In questo momento sto bene. Le dita dei piedi sono un po’ ghiacci, ma a parte questo sto bene.

Che importanza ha avuto per te ritornare in Europa, essere sana e essere qui a Singapore invece che cadere nella tentazione di chiudere la stagione e ricominciare in Australia?
Questa è un’ottima domanda. Non lo so. Sento che ci sono molte cose che potrei fare, ma in qualche modo scelgo sempre questa. Mi piace veramente. Non ho bisogno di dirlo altre volte. Incontri come questo ti tolgono anni di vita. Dio sa che cosa sta succedendo nella mia testa. Penso di averne persa la metà. Ma sai cosa? Sono felice di aver vinto. Lo sentirò domani e sarò un po’ stanca, ma questo è il gioco. Sono orgogliosa di aver vinto. Ci sono ancora molti match da giocare.

Quando nel terzo set lei ha vinto alcuni game di fila e stava quasi per rimontare, a cosa attribuisci questo fatto? Più merito suo? Più demerito tuo? Ti sei sentita un po’ nervosa?
Ho commesso tre errori non forzati sul 5-2. Era come se i piedi fossero incollati al campo. Non stavo facendo dei piccoli passi verso la palla. Volevo ottenere un punto gratuito, mettere una buona prima di servizio. Ovviamente ho dovuto imparare da tutto il match che non era possibile. Sono riuscita a vincere dei punti con due colpi molto raramente. Non è proprio facile con il campo e la combinazione del gioco e degli anticipi che ha.

Li Na, che cosa hai provato quando l’hai incontrata?
Li Na?

Sì.
Non l’avevo vista prima del match e non l’avevo vista fino a quando non sono andata alla rete. Sono rimasta molto sorpresa a vedere lei e Steve Simon. Non lo so. Le ho stretto la mano. È stato strano. (Risata) E’ dall’altra parte della rete. Avrei dovuto abbracciarla, ma è finita con una stretta di mano. È stato imbarazzante. Ma è sempre bello rivederla. I tifosi, il torneo, tutti quelli che hanno lavorato con lei e giocato contro di lei, penso che abbia qualcosa, c’è una bella atmosfera, una bella sensazione quando c’è lei. Ci fa ridere tutti. Penso che sia anche più divertente ora che non gioca più. Più rilassata. È bello vederla.

C’è stata molta varietà nel tuo gioco oggi. Molti ottimi slice, smorzate e cose simili. Ti sei divertita a portare questi elementi in questo incontro?
Non lo so. Non so se mi diverte. Mi piace il fatto di lavorarci e poi eseguirli. Perché a che cosa serve lavorare su certi aspetti se poi non li metti in pratica nel match? Penso che sia qualcosa su cui ho lavorato molto con Sven, il venire a rete. Mi sento più a mio agio a rete rispetto a qualche anno fa. Questo ti aiuta anche da fondo campo, devi sentire che puoi venire a rete e unire le cose. Ho fatto ciò abbastanza bene quest’anno, direi, nelle poche volte in cui ho giocato.

Traduzione di Chiara Nardi

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