ATP Parigi-Bercy interviste, R. Federer: "Basilea una priorità, ma tengo a Bercy"

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ATP Parigi-Bercy interviste, R. Federer: “Basilea una priorità, ma tengo a Bercy”

ATP Parigi-Bercy, interviste: la conferenza stampa pre-torneo di Roger Federer

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Arrivato in quel di Bercy soltanto da un paio d’ore, Roger Federer è apparso molto tranquillo e, fedele al suo stile impeccabile, ha rilasciato dichiarazioni estremamente pacate nel consueto appuntamento con la stampa durante la conferenza prepartita. Il campionissimo di Basilea, fresco vincitore per la 7a volta nel giardino di casa – opposto a Rafael Nadal – ha ribadito quanto sia importante per lui lo Swiss Indoors, al punto da organizzare il suo calendario per arrivarci in piena forma. Ma non solo. Roger ha espresso grande positività per il finale di stagione, pronto ad affrontare gli ultimi due grandi appuntamenti di Parigi e Londra.

Roger, ancora una settimana eccellente per te a Basilea. Perché ti piace così tanto la parte finale dell’anno?
Innanzitutto, si tratta di un torneo che viene disputato a casa mia. Poi, giocare bene a Basilea rappresenta una delle mie priorità dell’anno e, quindi, organizzo il mio calendario per poter arrivare in Svizzera in piena forma. Inoltre, i campi indoors sono superfici che mi piacciono molto, sulle quali ho conquistato la maggior parte dei miei successi in carriera. A Tolosa, Rotterdam e in altri tornei ancora, mi sento sempre a mio agio. La stagione è buona solo se si disputa completamente, penso sia importante giocare bene alla fine.

Certo, un titolo slam era il tuo obbiettivo ma, se all’inizio dell’anno avessi immaginato di conquistare 6 titoli, sarebbe stato lo stesso un anno positivo per te?
Certo, dipende da quale titolo, come lo si conquista, con chi si vince e come ci si sente. Ma, visto il mio modo di giocare e gli avversari con cui ho vinto, penso che, nell’insieme, la stagione sia stata eccellente. E poi penso a Novak che ha vinto Wimbledon e lo US open. Per noi altri giocatori non restava un granché. Ma sono riuscito ad arrivare due volte in finale negli slam e a vincere qualche titolo. Quindi è stato un anno positivo per me. Il corpo e lo spirito stanno bene. L’anno è stato divertente. Ora c’è Parigi, poi Londra, che è un mio grande obbiettivo. Spero che, dopo Basilea, il successo continui andando avanti qui e a Londra.

Tempo fa avevi detto di voler giocare fino a 35 anni. Ho letto che ora pensi di andare ben oltre Rio…
Non ho mai detto che mi sarei fermato a Rio ma semplicemente che costituiva il mio prossimo obbiettivo a lungo termine. Ora non è poi così lontano. Generalmente pianifico i miei progetti su un anno e poco più. Ho già previsto il 2017. Giocherò ancora un po’ di tempo ma non so fino a quando. Non si sa mai. Rio è un obbiettivo per il prossimo anno, come molti altri tornei del resto.

Cosa farai nei prossimi due, tre mesi?
Mi riposerò e trascorrerò del tempo con la mia famiglia. È ciò che desidero di più e ciò di cui sento più il bisogno quando termino i tornei. Poi, ricomincerò ad allenarmi, parteciperò all’IPTL. Mi sono divertito molto l’anno scorso, andrò in India e a Singapore. Dopodiché, durante il periodo natalizio, avrò due settimane di allenamento. Per l’anno prossimo ho cambiato leggermente il mio programma, prenderò delle pause ma non so ancora quando esattamente.

Come trovi il “nuovo Bercy”? Oggi viene chiamato così…
Non lo so ancora esattamente, sto cercando di scoprirlo… È un po’ un labirinto. Ma come avveniva già gli altri anni, mi sono sempre un po’ perso in questi corridoi. Tuttavia, si sente una nuova aria, è più carino, più piacevole. Ma non ho ancora visto tutto. È positivo avere due campi in più per gli allenamenti, così non è necessario andare altrove. È piacevole per i giocatori. Da parecchi anni si sta facendo molto per offrire il miglior torneo possibile ma ho l’impressione che prima fosse un po’ complicato.

Nella fase finale della stagione, tra Basilea e il Masters, cosa rappresenta per te il torneo di Bercy?
Resta un torneo molto importante per me, in cui è stato un piacere vincere, alcuni anni fa, contro Tsonga. Arriva sempre dopo Basilea dove ho giocato 16 volte in carriera. Anche a Parigi ho giocato spesso ma, poiché ho disputato 10 finali di fila a Basilea, la mia preparazione per Bercy non è stata mai totalmente soddisfacente. Cercherò di fare del mio meglio. Le sensazioni sono diverse rispetto a quelle di Basilea, qui il campo è più lento, c’è un maggiore rimbalzo e un maggiore effetto. Devo adattarmi rapidamente con lo slice. I primi turni sono sempre delicati qui. È un torneo che mi sta a cuore. Certo, Basilea è più importante per me ma ciò non vuol dire che non tenga a Bercy.

Da Parigi, Laura Guidobaldi

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