Djokovic e Federer, il Masters si gode la finale più attesa (Clerici). Roger il Genio sulla strada di super-Nole (Semeraro). Uragano Djokovic, Nadal s'inchina. Oggi c'è Federer (Cocchi). Da un bad boy all'altro, Kyrgios: “Amo Balotelli” (Crivelli).

Rassegna stampa

Djokovic e Federer, il Masters si gode la finale più attesa (Clerici). Roger il Genio sulla strada di super-Nole (Semeraro). Uragano Djokovic, Nadal s’inchina. Oggi c’è Federer (Cocchi). Da un bad boy all’altro, Kyrgios: “Amo Balotelli” (Crivelli).

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Djokovic e Federer, il Masters si gode la finale più attesa (Gianni Clerici, La Repubblica)

«Lei si è sbagliato di nuovo, vecchio Clerici» mi ha apostrofato uno dei trecentomila italiani che vivono a Londra. Ho cercato di sorridere, ma il lettore continuava: «Altro che resurrezione di Nadal, quel poverino dovrà ormai limitarsi a battere i secondi, tipo Ferrer». Timidamente, ho provato ad assentire, ricordando che il lettore ha sempre ragione. «L’avevo paragonato a Lazzaro» ho ricordato «ma tuttavia mi pare di ricordare nella mitica vicenda un ‘naumque fetet’, e cioè che Lazzaro fosse ancora vittima della decomposizione, quando Gesù l’aveva tratto dalla tomba». «Altro che decomposizione – ha insistito lui. – Gianni Brera parlerebbe di impotenza agonistica»: e, al mio cenno di assenso, l’aficionado mi ha finalmente lasciato libero. In realtà, tra il Nadal di venerdì, vincitore di Ferrer, e quello di ieri, dominato dallo stanchissimo Djokovic, c’è un bell’handicap. Mi è parso vero, e cito qualche dato, per rassicurare chi pensi che io vaneggi. Inizia il match, e dopo un quarto d’ora Nole è avanti 14 punti a 3. Contro Nadal! Ci credete? Io fatico. Anche se, in seguito, accadono cose non meno incredibili. Dov’è finito, ad esempio, il diritto di Nadal, quello che mi provai a definire ‘uncino’? Il povero incompetente al quale sono ufficialmente dovute le statistiche, gli assegna 10 errori gratuiti di diritto, mentre in realtà sono 16, risultati di un gesto vuoto di potenza, muscoli un tempo esplosivi divenuti ormai vuoti. Abbiamo dunque assistito a una sorta di turno d’avvio, chiamato semifinale del Master. L’altra semifinale, quella vera, ha messo di fronte i due grandi svizzeri monomani, i due fenomeni che paiono nati in un altro momento storico, quando il gioco del tennis era vicenda di gesti bianchi. Ricordo che Federer, nei giorni scorsi, aveva battuto il Djokovic imbattibile ma affaticato di quest’anno, e che Wawrinka aveva disilluso gli inglesi dall’immaginare che, dopo il serbo, Murray fosse il secondo tennista mondiale. L’anno passato, nel match tra i due svizzeri, avvenne qui un’inattesa intromissione della Signora Federer, la non molto amata Mirka, in grado di disturbare Wawrinka, in un match da lui perduto con 4 match point. Ricordo anche che i testa a testa indicano la vivissima superiorità di Roger, tipica di un vivo complesso di inferiorità di Stan, di ben 17 match a 3. Nel primo set 2 net insolitamente successivi causavano un break a 2-3 dal quale Federer era in grado di riprendersi, recuperando su uno Stan alterno tra splendidi vincenti e troppi errori. E la vicenda del complesso di Stan non mutava, in modo tale che sarebbe stato illuminante sostituirne l’intervista finale con un’opinione del Dottor Carl Gustav Jung.

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Roger il Genio sulla strada di super-Nole (Stefano Semeraro, Il Corriere dello Sport)

«Djokovic? È praticamente imbattibile». E non lo dice uno qualsiasi, lo dice Rafael Nadal, dando voce a ciò che tutto il mondo pensa. Tranne Roger Federer, che quest’anno è stato l’unico a sconfiggerlo più di una volta, tre in tutto in sette sfide, e oggi, dopo aver vinto il derby svizzero in semifinale contro Stan Wawrinka, proverà a smentire anagrafe e ranking nella finale del Masters. Nadal ieri è uscito dalla semifinale pomeridiana contro Nole pieno di delusione. In settimana a Londra aveva vinto tre partite su tre, si era illuso di rinnovare la rivalità con il Joker su basi meno deprimenti. Tutto falso. Djokovic ha vinto 6-3 6-3 e Rafa non ha mai dato l’impressione di poter impensierire il n.1 del mondo, che oggi può provare a infilare uno storico poker consecutivo alle Atp Finals. Nessuno c’è mai riuscito, Nastase e Lendl si sono fermati a tre. Il serbo è a quota 4 titoli complessivi e raggiungerebbe a 5 sempre Lendl e Sampras, mentre il record appartiene a Federer con 6. Roger che, dall’alto dei suoi record, e nonostante le 34 primavere, non soffre certo di complesso d’inferiorità nei confronti del serbo, come ha appena dimostrato a Londra nel round robin. «Mi è sempre piaciuto giocare contro Nole, sono match molto fisici ma semplici, a differenza di quelli con Nadal che mi obbligano a cambiare il mio tennis». Se c’è uno che può gustare la festa a Djokovic, insomma, quello è lui. Quest’anno Nole è inciampato prima della finale solo a gennaio a Doha, battuto da Ivo Karlovic nei quarti, poi è sempre arrivato in fondo ai 15 tornei che ha giocato, vincendone 10, compresi tre Slam su quattro. La grande delusione gliel’ha data Stan Wawrinka nella finale del Roland Garros. L’unica, vera ferita di una stagione che si aggiunge alle più memorabili della storia del tennis Open: il 1984 di McEnroe, il 2006 di Federer, il 2010 di Nadal. Al Masters, dove è arrivato in serie positiva da 22 match, il Joker non è neppure sembrato al massimo. Si è qualificato perdendo un match con Federer ma dà sempre l’impressione di poter cambiare marcia a piacere. Soprattutto quando l’occasione e l’avversario lo richiedono. «Anche oggi Novak ha fatto tutto bene», ha spiegato Nadal. «Colpisce con una violenza incredibile, serve bene, la sua risposta fa impressione. È capace di giocare senza sbagliare, cambiando direzione dei colpi con facilità e mantenendo grande profondità. Quando uno è migliore di te l’unica cosa che puoi fare è cercare una soluzione, purtroppo in questa partita non l’ho trovata. Ultimamente sono tornato ad essere competitivo con tutti, ed è un bel progresso, ma non è sufficiente. Non mi resta che fare i complimenti a Djokovic e gli auguri per la prossima stagione; l’unica consolazione è che lui non può proprio giocare meglio di come ha fatto negli ultimi mesi, mentre io credo di avere ancora un po’ di margine per ridurre lo scarto». «Posso dire di aver giocato veramente bene – ha dichiarato il n. 1 del mondo in conferenza stampa – volevo essere aggressivo e dettare il ritmo dagli scambi sin dall’inizio, e credo di esserci riuscito. Rafa veniva da tre ottimi match, ha dimostrato di essere in forma, io fortunatamente ho servito bene e sono riuscito a mettergli pressione anche in risposta. La cosa che mi rende felice però è che ho raggiunto il mio miglior tennis quando mi serviva di più». Gli è capitato quasi sempre, quest’anno. Il rischio, per i suoi avversari, è che minaccia di riuscirci spesso anche nel prossimo futuro.

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Uragano Djokovic, Nadal s’inchina. Oggi c’è Federer (Federica Cocchi, La Gazzetta dello Sport)

«Game, set, match Djokovic», moltiplicato per 81 volte. Questo è semplicemente il 2015 di Novak Djokovic che ieri ha battuto Rafa Nadal in due set, in un’ora e 19 minuti e oggi affronterà Roger Federer per il titolo. Ieri, nel remake della semifinale tutta svizzera dello scorso anno, il numero 3 al mondo si è liberato del connazionale Wawrinka in appena 70 minuti. Nulla a che vedere con le quasi tre ore del 2014 che poi, il giorno dopo, costrinsero il Re addirittura a ritirarsi prima della finale, stremato e con la Coppa Davis in testa. La rivalità maschile più lunga, in termini di numero di incontri, dell’Era Open, quella tra Djokovic e Nadal è ora in parità: 23-23. La partita non ha molto da raccontare, se non la superiorità quasi imbarazzante del numero uno al mondo, che mette a terra 24 vincenti contro gli appena nove di Rafa. La percentuale dei punti vinti sulla prima di servizio, 89% nel match con un bel 100% nel secondo set, è indicativa come sia ben difficile affrontare Nole quando è in questo stato di esaltazione agonistica. Nadal si ritrova subito sotto 3-0, tenta di reagire, ma non riesce nemmeno a pensare di fare un break. Rafa non riesce mai a imporre il proprio ritmo né a contenere quello del serbo. Alla fine Nadal dovrà ammettere la superiorità di Nole utilizzando una parola fino ad ora sconosciuta a un combattente come lui: «Imbattibile». «Credo che lui abbia giocato a un livello superiore tutto l’anno — commenta Rafa —. No, non ho pensato a lui durante la stagione. Le motivazioni le ho sempre trovate in me stesso, non mi sono mai concentrato sugli avversari. Soprattutto su Novak, che in questo momento è imbattibile». Così come non si preoccupa di essere stato raggiunto nei testa a testa: «E’ soltanto un numero, una statistica. Non voglio sembrare arrogante, ma io e lui ce la siamo sempre giocata, non mi sento inferiore. Insomma, ora lui è a questo livello ma è difficile confermarsi a lungo». Sul futuro non si sbilancia: «Continuerò a impegnarmi per crescere. Al momento non posso fare altro che complimentarmi con il mio avversario e…non auguragli un’altra stagione così!». Oggi in finale contro Federer, Djokovic tenterà di conquistare il quarto Masters consecutivo, aggiungendo un altro primato ai quelli già consegnati agli almanacchi. Se dovesse mettere in campo lo stesso livello visto contro Nadal, ci vorrà il Roger visto contro di lui nel round robin, l’unico in grado di fermarlo e l’unico capace di batterlo più di una volta in stagione. Non arrossisce al complimento ricevuto da Nadal, non capita tutti i giorni di sentirsi dare dell’«imbattibile»: «Non credo di esserlo — dice Nole —, credo che il mio atteggiamento in gara sia anche frutto delle vittorie ottenute quest’anno». Perché i successi sono come le ciliegie, quando inizi ad assaporarli non smetteresti più.

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Da un bad boy all’altro, Kyrgios: “Amo Balotelli” (Riccardo Crivelli, La Gazzetta dello Sport)

In fondo, si poteva immaginarlo. Nick Kyrgios, enorme talento australiano che quest’anno ha conquistato titoli di giornali più per ciò che ha detto che per quanto fatto in campo, in un faccia a faccia telematico con i fan su Twitter, non ha avuto dubbi in una risposta su Balotelli. Richiesto se il giocatore oggi al Milan gli piaccia, il numero 30 della classifica Atp è stato piuttosto chiaro: «Chi non lo ama?». Non deve sorprendere la passione di Nick non solo per Balotelli, ma anche per il calcio, in particolare quello inglese (il motivo per cui conosce Balo): figlio di un australiano di origine greca e di una malese, Kyrgios è tifosissimo del Tottenham (per il quale prevede addirittura la qualificazione in Champions) e da giovanissimo si è diviso appunto tra calcio, tennis e basket. Che resta lo sport prediletto. Peraltro, nella chat, Nick non si è limitato a parlare della vita privata o delle passioni extra-tennistiche, ma anzi ha rivelato un dettaglio importante: nel 2016 lavorerà fianco a fianco con Lleyton Hewitt. L’ex numero uno del mondo, che a Melbourne in gennaio disputerà davanti alla sua gente l’ultimo Slam in carriera, da febbraio siederà da capitano sulla panchina della squadra di Davis: «E’ una leggenda, posso imparare da lui. Noi giovani siamo fortunati ad averlo. Lavorerò con lui durante l’anno». Significa che i consigli non saranno limitati agli appuntamenti con la nazionale. Chissà se un guerriero come Lleyton riuscirà a mettere in carreggiata il turbolento connazionale, che fa buoni propositi per la prossima stagione: «Devo sicuramente migliorare nel gioco, ma anche nel carattere». Sugli avversari, idee chiare: «Fin qui, il più duro che ho affrontato è stato Murray, ma sono convinto di essere vicino a lui. Con Nadal non ho alcun problema, ho grande rispetto di un campione come lui. Ma il migliore è Djokovic, classe pura dentro e fuori dal campo». E infine, il sogno: «Quando fai uno sport, desideri sempre diventare il più forte di tutti»

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