Boris Becker: "Se Novak vince, è come se vincessi anch'io. Non cambierei squadra per aiutare un avversario"

Interviste

Boris Becker: “Se Novak vince, è come se vincessi anch’io. Non cambierei squadra per aiutare un avversario”

In una bella intervista su Die Welt, Boris Becker, allenatore del numero uno del mondo Novak Djokovic, racconta sé stesso e il suo rapporto con il campione serbo

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Sull’inizio della collaborazione professionale con Djokovic:All’inizio del nostro rapporto mi ascoltava, ma non mi capiva, poi la cosa è stata superata. C’erano dei punti di debolezza, ho parlato con il team, e ci abbiamo lavorato sopra. Nole mi ha dato tempo, era molto aperto a sentire nuove opinioni, e credo che questo sia stato il suo successo più grande.”

Un bilancio dell’esperienza da allenatore:Il mio lavoro di coach mi ha aperto diverse opportunità. A volte mi chiedono consigli anche in altri ambiti. Le cose sono cambiate. Fino a poco tempo fa, ero un ex-campione di Wimbledon, adesso sono l’allenatore del numero uno del mondo. Se Novak vince, è come se vincessi anch’io. È una bellissima sensazione. Stare sul campo di allenamento, negli spogliatoi, preparare il mio giocatore per le grandi finali, è una cosa che mi diverte molto.”

Il rapporto tra allenatori e tennisti:Le relazioni tra coach e giocatori nel tennis sono molto più intense dal punto di vista personale rispetto agli altri sport, è un po’ come nella boxe. Quando abbiamo cominciato a lavorare insieme due anni fa mi sono chiesto se sarei stato capace di aiutarlo tecnicamente, perché ancora non mi vedevo nel ruolo di allenatore, ma ora la cosa è cambiata. Cosa ci vuole per essere un grande coach? Ho già vissuto tutto questo da tennista, e a 48 anni posso dare i consigli giusti, ma non dipende solo da me, dipende anche dal giocatore.”

 

L’evoluzione tecnico-tattica di Djokovic:Novak ha giocato una stagione incredibile nel 2011, ma poi Nadal, tra gli altri, lo ha superato. Adesso Nole sta più vicino alla riga di fondo, a volte gioca anche con i piedi dentro il campo. Il suo tennis è aggressivo e molto veloce, e comincia a sentirsi più a suo agio nei pressi della rete. Ha vinto con un gioco che non aveva mai fatto prima, e tutto questo è quello che lo ha reso il giocatore completo che è ora.”

Potrebbe Boris giocare come Nole?Se avessi avuto un footwork più rapido ed efficace, può essere che anch’io avrei giocato da fondocampo, senza esagerare con le discese a rete. Ma il mio modo di giocare non ha nulla a che vedere con il mio modo di pensare e interpretare il tennis, essere bravi ed esperti in un tipo di gioco non vuole necessariamente dire che dovrai implementarlo per forza con il tennista che alleni.”

I piccoli trucchi da spogliatoio:Quando sono da solo con lui parliamo inglese la maggior parte delle volte, ma se siamo negli spogliatoi, e ci sono altri giocatori, parlo tedesco, perché la maggior parte non lo capisce, e non può origliare cosa gli dico.”

La personalità di Nole: “Abbiamo un carattere molto simile, anche Novak è un grande agonista dal punto di vista mentale. È arrivato sul tour da ragazzino, e ha finito per interrompere il dominio di Nadal e Federer. Era successo anche a me qualcosa di simile, quando sono arrivato in un’epoca dominata da Lendl, McEnroe, Wilander, Edberg e Connors. Novak è un ragazzo simpaticissimo e pieno di interessi. Parla di un sacco di argomenti diversi, politica, economia, e altri sport. Passiamo molto tempo insieme. Ci alleniamo, andiamo a pranzo, a cena… è fondamentale poter avere una conversazione interessante, se non c’è questo tipo di rapporto poi le cose non possono funzionare.”

Alla fine, a Becker viene chiesto se sarebbe possibile, un giorno, una separazione da Djokovic, magari per allenare altri top-player come Murray, Federer o Nadal: “Sono una persona corretta, e non cambierei mai squadra per migliorare uno degli avversari. Ma penso che potrei aiutare molti altri giocatori, se fossero disponibili ad ascoltarmi. Non potrei essere un buon coach se non fossi convinto di questo.”

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Laver Cup, McEnroe dopo il trionfo del Team World: “Ci aspettavamo di vincere e ci siamo riusciti”

Applausi e grande entuasiasmo nella conferenza stampa del Resto del Mondo. Tiafoe invita McEnroe a restare Capitano ancora a lungo, Fritz spiega l’importanza di una competizione di questo genere

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John McEnroe e il Team World - Laver Cup 2023 (foto Twitter @AusOpen)

In principio furono quattro sconfitte: quattro sconfitte su quattro per il Team World. Così era iniziata la storia della Laver Cup e dopo il 14-1 firmato dall’Europa a Boston nel 2021 (in quella che rimane l’ultima vittoria dei ‘blu’) era legittimo chiedersi se il Resto del Mondo sarebbe mai stato all’altezza e dunque in grado di creare un’alternanza nell’albo d’oro della competizione. A distanza di due anni, molto è cambiato e la situazione si è ribaltata: a Vancouver anche l’Europa ha provato il sapore della disfatta. Il trionfo del Team World non è mai stato in discussione, forse già da quando le convocazioni sono diventate definitive.

D’altro canto, però, i favori del pronostico potevano rappresentare l’insidia più grande per una squadra comunque giovane e con alcuni esordienti come Shelton e Cerundolo. Se l’anno scorso gli occhi erano puntati altrove vista la presenza contemporanea di Federer, Nadal, Djokovic e Murray e il ritiro annunciato di Roger, in questa occasione “le aspettative erano molto più alte” – come dice capitan McEnroe – ma tutti sono riusciti a gestire al meglio la pressione, dominando in lungo e in largo. E allora, nella conferenza stampa conclusiva che ha assunto in più momenti i tratti di una vera e propria festa (soprattutto grazie al contributo del sempre pimpante Tiafoe), non poteva mancare un commento più colorito degli altri – ovviamente di Johnny Mac – che non tradurremo ma che riassume bene l’andamento di questa sesta edizione della Laver Cup: “We kicked some ass, baby”.

 “A nome del Team World, sono orgoglioso di questi ragazzi. Abbiamo riunito un grande gruppo di giovani e di ragazzi più esperti che erano già stati in squadra. Tutti hanno giocato bene. È stata una settimana fantastica. Stiamo già pensando all’anno prossimo, perché vincere è molto meglio che perdere. Abbiamo faticato i primi anni, ma ora abbiamo assaporato il gusto della vittoria ed è una bella sensazione. Spero di aver portato energia e passione. Credo molto in questo evento e questo spirito va coltivato”. Così ha proseguito la leggenda americana, invitata da Tiafoe a restare a lungo sulla panchina del Resto del Mondo, in sala stampa prima di lasciare la parola ai suoi giocatori.

 

D: Mi rivolgo al rookie [Shelton, ndr]. Puoi parlarci un po’ delle tue emozioni, visto quanto sei riuscito a fare nonostante la tua giovane età?

SHELTON: Questa settimana è stata pazzesca. Mi è piaciuto molto giocare per il Team World. Giocare per Johnny Mac è stato fantastico. Mi sono davvero goduto questo weekend, essere scelto per questa squadra è stato un sogno. Portare punti per il team è qualcosa che non avrei mai immaginato. Apprezzo molto la fiducia che i capitani hanno riposto in me, e aver contribuito alla vittoria finale è una sensazione fantastica.

D: Domanda per Felix [Aliassime, ndr]. All’inizio della settimana hai parlato molto di aspettative, di tutto ciò che hai affrontato in questa stagione con il tuo gioco e con l’infortunio. Cosa significa per te questa esperienza, nel tuo Paese e con il tuo livello di gioco che si è alzato. Quanto sei soddisfatto?

AUGER-ALIASSIME: Ogni volta che gioco per una squadra, mi sento davvero bene. Naturalmente mi sono divertito molto. Il circuito può diventare, giocando sempre in singolo, un po’ solitario a volte, e avere dei compagni di squadra e vincere di squadra è davvero speciale per me. È bello tornare un anno dopo, dopo quello che abbiamo fatto a Londra, e vincere qui a Vancouver. È quello che volevamo una settimana fa, quando siamo arrivati. Ci siamo impegnati, abbiamo affrontato la sfida e l’abbiamo realizzata. È stato un grande momento per me.

D: Francisco [Cerundolo, ndr], anche tu sei un esordiente… puoi parlarci dell’esperienza e dell’unione che si è creata con gli altri ragazzi?

CERUNDOLO: Sono davvero felice di essere stato parte della squadra e di aver portato un punto. Voglio ringraziare John, Patrick e tutti i ragazzi, perché sono l’unico non nordamericano ma mi hanno fatto sentire uno di loro fin dal primo giorno. È stata un’esperienza davvero positiva per me e mi sono divertito molto. Spero che i ragazzi abbiano apprezzato me e l’Argentina!

D: Visto che tutti vi state divertendo molto, qualcuno può condividere una storia da dietro le quinte di questa settimana che riassuma il grande senso di spirito di squadra che avete sviluppato tra di voi?

EUBANKS: Direi che il legame che si crea nello spogliatoio è probabilmente una delle cose più belle. Dopo che i ragazzi fanno il riscaldamento, entrano nello spogliatoio e Frances si mette in modalità DJ. Altri giocatori fanno richieste specifiche. Ben e Fritz ascoltano Central Cee prima di entrare in campo e in generale credo che condividere quei momenti sia un’esperienza che unisce. Gli spogliatoi sono piuttosto piccoli e siamo tanti ragazzi che stanno in compagnia e che cercano di viverla a pieno: che si tratti di caricarci a vicenda prima di scendere in campo, di dare tutta la fiducia di cui ha bisogno chi sta per giocare, di chiedere se hai bisogno che prenda la tua racchetta dall’incordatore, se hai bisogno di asciugamani, tutte queste piccole cose. Penso che questi momenti saranno probabilmente quelli che ricorderò di più, proprio perché si è tutti così vicini e si riesce davvero a vedere la personalità dell’altro e a godersi l’un l’altro.

D: Taylor [Fritz, ndr], parlaci un po’ della pressione che si prova a giocare in questo ambiente. Si ha l’impressione che ci sia molto sostegno da parte dei compagni di squadra, è divertente, ma dicci quanto sia effettivamente stressante in campo.

FRITZ: Beh, è diverso giocare con la sensazione di essere i favoriti rispetto a quanto è avvenuto negli anni precedenti, quando affrontavamo tutti i migliori giocatori del mondo come l’anno scorso. C’è più pressione. Abbiamo fatto molto bene nella prima e nella seconda giornata ma con questo format basta poco perché la situazione si ribalti nell’ultima giornata, se si perdono un paio di partite. Ma il livello di tutti i membri della squadra durante la settimana è stato incredibile. Tutti si sono presentati e hanno giocato al meglio delle loro possibilità. È diverso rispetto a quando vinci un torneo nel circuito. In questo caso si vince e si può festeggiare con altri ragazzi, con i tuoi amici più stretto. Ci si può divertire molto di più. Questo è l’aspetto più importante di questi eventi di squadra: bisogna goderseli al massimo perché non ci sono molte situazioni come questa in cui si può festeggiare in gruppo.

D: Congratulazioni. John [McEnroe, ndr], tornando alla vittoria dell’anno scorso, penso che ti venga in mente il volto di Felix per il modo in cui ha giocato e per come ha chiuso i conti. Ben [Shelton, ndr] ha coniato l’espressione “Laver Cup Felix” ieri sera. E quest’anno? Quali momenti iconici ricorderete? Quale volto ti verrà in mente per questa edizione?

MCENROE: Tutti i giocatori che avevamo, riserve comprese, hanno fatto al massimo quello che dovevano e hanno creato un bellissimo mix. È stato un vero lavoro di gruppo. Sapevamo di avere una grande possibilità e ovviamente eravamo più convinti dopo la vittoria dell’anno scorso. Ci aspettavamo davvero di vincere questa volta. Gli altri anni non eravamo così sicuri. Quindi è una sensazione bellissima. Tutti meritano il titolo di MVP. Vincere non stanca mai, ovviamente. L’anno scorso è stato incredibile con il ritiro di Roger e la presenza anche di Rafa, Nole e Andy, e siamo riusciti a superare una sfida complicatissima. Quest’anno le nostre aspettative erano molto più alte e credo che i giocatori stessi mi abbiano aiutato a vincere. Io ho fatto molto poco. Ma è stato fantastico essere là fuori e tutti noi abbiamo portato intensità, divertimento ed energia.

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evidenza

Laver Cup, il capitano di Team Europe Borg: “I ragazzi hanno dato il 100%, l’anno prossimo riporteremo la Coppa in Europa”

Il vice capitano Enqvist: “Sia io che Bjorn siamo molto, molto orgogliosi di questo gruppo. Hanno trovato subito il giusto spirito della Laver Cup. È stato stupefacente”

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IL MODERATORE: Grazie a tutti per esservi uniti a noi e per il vostro tempo. Bjorn, forse inizieremo con te. Le cose non sono andate per il verso giusto questa settimana, ma sono sicuro che ci saranno molti aspetti positivi da trarre da questa settimana mentre rifletti e poi guardi avanti in ottica Berlino. Dicci i tuoi pensieri a riguardo.

CAPITANO BJORN BORG: Beh, come ho detto prima, è stata una buona settimana per noi, allenandoci e incontrandoci, lo spirito di squadra, tutto. Abbiamo dato il 100%. Il Team World ha giocato un tennis incredibile. Hanno giocato davvero bene ogni singola partita. Naturalmente siamo tutti molto delusi, perché non ci saremmo mai aspettati di perdere così tanto con questo punteggio. Cosa puoi dire? Hanno giocato un buon tennis. Guardando a Berlino l’anno prossimo, sarà l’anno prossimo. Stiamo parlando di quest’anno qui proprio adesso. Siamo delusi, ovviamente. Ma hanno giocato davvero bene a tennis. Cosa posso dire?

D. Bjorn, volevo chiederti, ovviamente come giocatore hai avuto le tue sconfitte in passato, non molte. Cosa senti di consigliare a questi ragazzi mentre attraversano giorni difficili, forse tenere la testa alta?

 

CAPITANO BJORN BORG: Beh, lo spirito di squadra è molto buono. Voglio dire, restiamo uniti. Abbiamo passato molto tempo insieme. Parliamo molto. Il gruppo parla molto tra loro. Diamo consigli, cosa fare e cosa non fare. La prossima settimana sarà un torneo diverso per tutti questi ragazzi, ma qui in questo momento, come squadra, volevamo fare davvero bene. Ma siamo ancora seduti qui, tutti noi, di buon umore, in un certo senso, ma siamo tutti delusi. Hanno altro da fare in futuro e l’obiettivo è fare bene il resto dell’anno.

E’ molto difficile spiegare cosa fare e cosa non fare. Hanno un torneo la prossima settimana, tutti questi ragazzi. Purtroppo queste cose sono successe durante la Laver Cup. Non ci saremmo mai aspettati di perdere, qual è stato il punteggio, 13-2? Ma l’abbiamo fatto. Continuo a dire che hanno giocato davvero bene a tennis, il Team World. Congratulazioni, bella giocata. Ci sarà un’altra Laver Cup l’anno prossimo a Berlino, in Europa. Sarà completamente diverso. E’ il nostro campo di casa. Non vediamo l’ora.

D. Bjorn, perdere quelle partite il primo giorno vi ha messo sotto pressione, entrando in partita con un deficit così grande nonostante i punti fossero inferiori nella giornata di apertura?

CAPITANO BJORN BORG: No, penso che anche venerdì sia stato un punto da vincere. Penso che tutti abbiano giocato un buon tennis qui. Ma sfortunatamente non abbiamo vinto i punti chiave e abbiamo perso molti punti importanti nelle partite. Se fosse andata diversamente, forse il punteggio sarebbe stato diverso. Sono felice con la mia squadra. Sono felice con questi ragazzi. Si sono presi molte responsabilità per fare quello che dovevano fare. Hanno dato il 100%, tutti questi ragazzi. Non ci sono lamentele in questo senso.

D. Ovviamente è una squadra in divenire. Ci sono aspetti positivi che puoi trarre da questa settimana in termini di costruzione per il futuro? Riflettendo su ciò che hai detto a Londra l’anno scorso: Bene, ti concederò un altro anno, sei pronto per diventare Capitano dell’Europa l’anno prossimo?

CAPITANO BJORN BORG: La cosa positiva di questa squadra è che abbiamo un buon spirito. Da sempre in Team Europe siamo una squadra molto affiatata. Ci divertiamo molto insieme in campo e fuori dal campo. Penso che sia molto importante per una squadra (sorride). Anche se siamo seduti qui, siamo tutti molto delusi, ma abbiamo passato una settimana fantastica insieme. Purtroppo abbiamo perso. Ma penso che sia importante, e per me come capitano, è davvero importante riunire la squadra e divertirci. Certo, vuoi vincere. Tutti odiano perdere. Per quanto riguarda, sì, sarò a Berlino l’anno prossimo. SÌ.

Q. Questo è per Arthur, Hubert, Alejandro e Gael. Questa è la vostra prima Laver Cup, potete condividere qualcosa della settimana e della vostra esperienza?

ARTHUR FILS: Beh, sono davvero felice. È stata una bella settimana con i ragazzi. Sfortunatamente non abbiamo vinto, ma il motel era carino e abbiamo passato dei momenti fantastici. Sì, è stato bello.

HUBERT HURKACZ: Sì, sicuramente, sì. Iniziare la partita e prima, ritrovarsi con i ragazzi con cui di solito giochiamo uno contro l’altro è stata un’esperienza fantastica ed è stato davvero fantastico sostenersi a vicenda. Avere Bjorn, avere Thomas con noi qui è stato un enorme, enorme onore, un’enorme possibilità anche per noi di condividere dei grandi momenti. Abbiamo avuto un grande spirito di squadra e stiamo gareggiando al meglio delle nostre possibilità. Quindi è stata davvero, davvero una grande opportunità per imparare molto.

ALEJANDRO DAVIDOVICH FOKINA: Dico tutto allo stesso modo. (Risata.)

GAEL MONFILS: Ritwitta. Copia incolla. (Risata.) Hanno detto praticamente tutto. Per me è stato semplicemente un evento diverso a cui non giocavo da così tanto tempo. È stato davvero bello. Molto diverso da quello che ci si aspettava in un certo senso, più stanchezza, perché la Coppa Davis, stavo dicendo a Thomas in realtà, la Coppa Davis è molto faticosa, ma, sai, questa settimana è stato lo stesso. Penso che abbiamo avuto allenamenti duri e giornate lunghe, perché ci sono più partite. È stata un’esperienza diversa e sicuramente faticosa.

Sono rimasto stupito dalla forma fisica di quei ragazzi, perché sono piuttosto vecchio e posso vedere che onestamente la seconda sessione è stata un po’ più dura a livello fisico. Vedere Frances parlare in quel modo e poi tornare in campo significa essere fisicamente una bestia. Hubi, quando dice di voler giocare in singolo e in doppio uno dopo l’altro, è pazzesco. Per tutto il tempo diceva: Oh, forse vado negli spogliatoi. E io dicevo: Oh, sto bene. Sto bene. E il bambino corre ovunque. Voglio dire, è un grande evento, ma devi essere pronto fisicamente. Mi sentivo come se quelle due squadre, quei giovani, fossero fantastici. È stato bello da vedere.

D. Hubert, Andrey, è stata una partita davvero emozionante oggi. Non è andata come volevate, ma è stato davvero divertente da guardare. Potete parlare un po’ della partita e dei rimpianti, del rammarico che avete avuto?

HUBERT HURKACZ: E’ stato divertente giocare con Andrey. Oggi ha giocato un tennis davvero fantastico. Colpire la palla così forte rendeva tutto più facile a rete. Penso che entrambi abbiamo giocato bene. Avevamo tutti i nostri giochi di servizio. Abbiamo avuto alcune opportunità, alcuni breakpoint che non sono andati a nostro favore. E’ stata una partita molto combattuta, davvero combattuta, e, sai, hanno tirato fuori alcuni buoni colpi in momenti sfortunati per noi.

ANDREY RUBLEV: Penso che abbiamo giocato un doppio davvero, davvero fantastico con Hubi. Si trattava solo di piccoli dettagli che non andavano per il verso giusto. Questo è tutto. Perché abbiamo avuto due palle break nel primo set, e poi abbiamo avuto un paio di scambi in cui abbiamo fatto tutto bene e tutti abbiamo sbagliato qualcosa o loro hanno giocato davvero bene. Poi per due volte al tiebreak ci siamo ritrovati con un mini break e non siamo riusciti a gestirlo. Si trattava solo di piccoli dettagli, ma penso che nel complesso abbiamo giocato un ottimo doppio oggi.

D. Thomas, sei coinvolto nella Laver Cup dal 2017. Hai vissuto tutti i successi, i bassi e gli alti. Potresti parlarci un po’ anche di Berlino l’anno prossimo, dal tuo punto di vista su cosa ci vorrà per riportare la Coppa nelle tue mani, nelle mani della squadra?

THOMAS ENQVIST: Vorrei brevemente fare riferimento anche a ciò che ha detto Bjorn, che penso sia molto vero. Sia io che Bjorn siamo molto, molto orgogliosi di questo gruppo. Penso che fin dall’inizio si siano uniti e abbiano mostrato il vero spirito della Laver Cup, giocatori che si riuniscono quando solitamente sono concorrenti nel tour. Trovano subito il giusto spirito della Laver Cup. È stato stupefacente. Hanno lavorato duro in allenamento.

Erano disponibili a tutto ciò che chiedevamo loro di fare. In campo, anche quando le cose non sono andate come volevamo, hanno mantenuto alta l’energia fino in fondo. Anche stamattina: sapevamo che dovevamo vincere tutte le partite e non c’è stato nessun calo di energia. In realtà sono molto orgoglioso del gruppo. Questo è lo sport. A volte bisogna ammettere che l’avversario è leggermente migliore, e lo era. Quindi dobbiamo congratularci, come ha detto Bjorn, con il Team World questa volta. Ovviamente aspetto con ansia Berlino.

CAPITANO BJORN BORG: Una cosa. Riporteremo sicuramente la Coppa. Rimarrà in Europa l’anno prossimo.

ANDREY RUBLEV: Ogni anno. Ovviamente uno degli anni accadrà. (Risata.)

Q. Casper, le esigenze del tour sono davvero difficili per tutti voi, e mi chiedo cosa fareste per migliorare la Laver Cup, come magari la sua programmazione? Dopo averlo affrontato, cosa ti piacerebbe vedere realizzato in futuro?

CASPER RUUD: Domanda difficile. Penso che sia un formato fantastico e ci ho giocato tre volte. Due delle volte in cui ho giocato sono state forse in un certo senso un po’ sfortunate, con un solo doppio deciso domenica. Il pubblico non è riuscito a vedere un singolo dopo o qualcosa del genere, quindi non è nelle mie mani decidere quale sarà il formato. Ma l’anno scorso a Londra è stato fantastico sotto molti aspetti perché c’erano tanti grandi giocatori, una formazione fantastica e si è arrivati ​​quasi all’ultima partita. Quando ho guardato in TV la prima edizione, è stato così emozionante, perché Roger ha giocato un paio di volte la partita finale della domenica e l’ha vinta per il Team Europe.

Sono passati un paio d’anni senza giocare l’ultima partita in singolo, ma non lo so. È una grande iniziativa. Io, come appassionato di golf, ho guardato la Ryder Cup per tutta la mia infanzia, ed è fantastico per il tennis avere questo evento. Saremo ansiosi. L’ unica cosa positiva per noi in questo fine settimana è stata che abbiamo segnato almeno un punto in più rispetto al Mondiale quando li abbiamo sconfitti. (Risate.) Quindi due punti sono molto meglio di uno. (Sorridente.) È stato un fine settimana davvero divertente, stare con tutti i ragazzi, e spero di poter tornare in squadra l’anno prossimo per Berlino a lottare tutti insieme.

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Flash

Laver Cup, McEnroe: “Ben e Felix hanno giocato il doppio da singolaristi. Ai miei tempi non era così, ma oggi funziona”

“Ho sempre ammirato Auger-Aliassime: la sua concentrazione e la sua dedizione per il lavoro sono d’ispirazione”, le parole di Ben Shelton nei confronti del compagno di doppio canadese

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John McEnroe e Ben Shelton, Vancouver - Laver Cup 2023 (Photo by Matthew Stockam/ Getty Images for Laver Cup)

Un autentico assolo americano quest’anno alla manifestazione ideata da Rod Laver e Roger Federer. Dopo la prima vittoria del Team World lo scorso anno ai danni degli europei, in questi giorni Cerundolo, Auger-Aliassime, Fritz, Tiafoe e Shelton stanno letteralmente prendendo a pallate la squadra di Bjorn Borg, che fino ad ora ha ottenuto solamente una vittoria (Ruud ha sconfitto Paul). Protagonisti del doppio nella seconda giornata sono stati Felix Auger-Aliassime e Ben Shelton, che hanno regolato di potenza la coppia formata da Gael Monfils e Hubert Hurkacz, con lo score finale di 7-5 6-4. Nonostante i due americani non avessero mai giocato assieme si è potuta osservare un’ottima sintonia iniziata già dal primo singolare del canadese, con lo statunitense che nei cambi di campo lo incitava a gran voce. Anche capitan John McEnroe è rimasto colpito dalla chimica tra i due giovani, che spera in futuro di conoscere meglio. Ma vediamo ora le parole di Felix, Ben e John in conferenza stampa, dove hanno presenziato con un sorriso a trentadue denti.

D: Ben, sappiamo che voi ragazzi avete ancora lavoro da fare e non volete sbilanciarvi troppo, ma considerando lo US Open e questo evento in cui sei venuto inizialmente come un novellino ma ora stai trascinando la squadra alla vittoria prima con il singolo poi con la vittoria in doppio con Felix, consideri tutto ciò come il tennis dei tuoi sogni?

Shelton: “Sicuramente è stato un buon mese per me, sono soddisfatto di quello che ho raggiunto. Allo stesso tempo, però, cerco di mettermi in testa che devo migliorare e pensare in avanti invece che guardarmi indietro. Più partite gioco in cui mi diverto e nelle quali so di esprimere un alto livello, più mi sento progredire nel mio tennis. Quando si è in campo con qualcuno concentrato come Felix si sta in riga costantemente. Lui è un leader là fuori e mi diverto a condividere il campo con lui”.

 

D: Parlateci un po’ della chimica che c’è stata tra voi due in campo.  Come avete gestito la partita? Che tattiche avete utilizzato?

Auger-Aliassime: “Abbiamo entrambi servizi potenti e buone risposte; oggi hanno funzionato piuttosto bene. Se si riesce a dettare lo scambio dal primo colpo si è a cavallo. L’energia era ottima, quindi è quello che ha fatto la differenza”.

Shelton: “Le cose funzionavano tra di noi quest’oggi. Con un giocatore come Felix in campo è facile performare bene; il gioco d’attacco viene naturale a tutti e due. Ci completiamo a vicenda e in alcuni momenti lui mi ha tirato su il morale quando serviva. Spero di aver fatto lo stesso nei suoi confronti”.

Auger-Aliassime: “Decisamente”.

D: È sembrato che dall’inizio del match di Felix nella prima giornata voi due abbiate sempre cercato di spronarvi. Eravate amici prima di questo evento o è l’inizio di una bella amicizia?

Auger-Aliassime: “Negli anni ho creato delle belle amicizie con i ragazzi in questo evento e da quando ho visto Ben lui mi ha dato l’impressione di un ragazzo positivo, che ama competere e che si porta dietro una bella energia. Poi è concentrato ed è un trascinatore: tutti aspetti che apprezzo molto”.

Shelton: “Ho sempre ammirato Felix da quando sono entrato nel tour: la sua concentrazione per il mestiere e la sua dedizione mi spronano a fare meglio. A volte mi deconcentro durante gli allenamenti, mentre Felix è professionale e disciplinato. È bello girargli attorno per vedere come lui e il suo team lavorano”.

D: In singolo si dice a un tennista di giocare con i suoi punti di forza, ma in doppio è tutto diverso. Come cambiano le dinamiche dal punto di vista del coach?

McEnroe: “Ovviamente il doppio è completamente diverso da come lo giocavo io. Ora i giocatori possono stare a fondo campo giocando quasi un doppio-singolo. Possono giocare la loro versione del singolare ma insieme e in una partita di doppio. È importante sapersi infiltrare nelle migliori posizioni in campo; Ben e Felix ci sono riusciti. Hanno messo a segno volée al momento giusto nonostante gli avversari stessero giocando altrettanto bene. Non pensavo giocasse Monfils; invece, con Hurkacz ha giocato alla grande. Sicuramente questi ragazzi (gli americani,ndr) non hanno giocato moltissimi doppi, ma imparano velocemente”.

D: Oggi là fuori si è visto un tennis esplosivo e alcuni colpi incredibili. È difficile non farsi trascinare dall’atmosfera che c’è in campo e rimanere composti?

McEnroe: “Quello che cerco di portare in campo, anche se penso che non ce ne sia troppo bisogno conoscendo i ragazzi, è solamente energia e intensità, facendo il possibile per captare qualche sensazione da loro per poi restituirgli un feedback, anche minimo ma essenziale. Quest’anno non sono potuto andare in Australia, per cui ora mi piacerebbe poter essere più vicino ai giocatori per comprenderli meglio. A questo punto, però, spero solo di potermi sedere in panchina e vederli vincere. Siamo in una buona posizione (una vittoria e vincono il trofeo per il secondo anno consecutivo, ndr) e mi viene solamente da dire che la combinazione tra giovinezza ed esperienza mi sembra stia funzionando”.

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