Il sogno Slam di Djokovic chi potrà impedirlo? (Clerici), «Tra i due litiganti c'è il ritorno di Nadal» (Lombardo), Certezza Nole rebus Serena (Mancuso), La Bbc: «Partite truccate anche a Wimbledon» Nuovo scandalo, in Italia la base delle scommesse (Giorni)

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Il sogno Slam di Djokovic chi potrà impedirlo? (Clerici), «Tra i due litiganti c’è il ritorno di Nadal» (Lombardo), Certezza Nole rebus Serena (Mancuso), La Bbc: «Partite truccate anche a Wimbledon» Nuovo scandalo, in Italia la base delle scommesse (Giorni)

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Rassegna a cura di Daniele Flavi

 

Il sogno Slam di Djokovic chi potrà impedirlo?

 

Gianni Clerici, la repubblica del 18.01.2016

 

Che cosa resta al povero Scriba, sognante l’Australian Open, al quale il suo cardio-coach Gigi Collarini ha consigliato di non andare? Fa incetta di giornali, e legge. La parola che maggiormente ricorre nei 5 giornali stranieri trovati all’edicola è ‘Djokovic.” Un Djokovic talmente osannato, ammirato, adorato, da far pensare che la ‘J’ lunga sia un antico errore di stampa, e vada sostituita con una ‘I’ semplice. Ci si chiede dunque come mai Dio non abbia ancora completato il grande Slam, che fin qui solo 2 tennisti, Don Budge nel ’39, e Rod Laver nel ’62 e poi all’inizio dell’Era professionista, nel ’69, hanno raggiunto. Chris Cleary, il più bravo degli scribi in attività, ricorda sul New York Times l’opinione di un grande avversario – secondo me ex – Rafa Nadal, che dice «Difficile immaginare che si possa giocare cosi bene. Da ultimo, ricorda Chris, Dio ha dominato Nadal tanto che il punteggio degli ultimi 8 set tra i due è stato 6-3, 6-1, 6-2, 6-2, 6-3, 6-3, 6-1, 6-2. Mi permetterei di ribattere che ora Rafa è soltanto n. 5 del mondo, ma sono non meno scosso di Nadal, anche se ricordo che Dio non vinse, l’anno scorso, il Roland Garros, a causa della stanchezza di una semi in due giorni contro Murray, seguita dalla finale perduta – è mai possibile? – contro Wawrinka, che trasformò co-si il luogo comune di Big Four (Dio, Federer, Nadal e Murray) in Big Five. Chris ricorda che un tranello potrebbe quest’anno essere rappresentato dalle Olimpiadi di Rio, che si svolgeranno due settimane prima del Quarto Slam di Flushing Meadows, ma io mi chiedo se tutti sono così sicuri che Dio supererà l’ostacolo dei mattoni triti di Roland Garros, che finora l’hanno costretto a inciampare. C’è riuscito una volta anche Federer che, con 17 successi, è in testa alla classifica Slam Post ’68, ma questo è forse, insieme agli incidenti muscolari, l’ostacolo più severo, come suggerisce l’Indipendent. Anche l’Equipe, orfano di grandi scribi, si avventura nelle ipotesi, e chiede l’opinione di un coach poco noto, Emmanuel Planque, che si rivolge alla classifica Atp per conteggiare che il n. 2, Murray, dista in classifica 7845 punti da Dio, punti che equivalgono a 4 vittorie Slam. E ricorda poi che, a colpi di almeno 3 Slam per anno, Dio supererà i 17 di Federerissimo. Che posso aggiungere, a considerazioni che meriterebbero almeno 8 in aritmetica? Vincerà Dio lo Slam di Melbourne, riuscirà a fame seguire altri tre? Mi sembrano domande impervie, per un povero Scriba costretto a seguire il suo centesimo Open in tv. Mi scuso, una volta di più, con gli aficionados.

 

«Tra i due litiganti c’è il ritorno di Nadal»

 

Marco Lombardo, il giornale del 18.01.2016

 

Melbourne è lontana, ma in fondo non come una volta. E il primo Slam della stagione del tennis cominciato nella notte ha sempre gli stessi volti copertina: Novak Djokovic e Serena Williams. Salvo sorprese avvenute in queste ore mentre il nostro continente ancora dormiva. Più lui – forse – che lei (impegnata contro la nostra imprevedibile Giorgi), visto l’inizio del 2016, ma in fondo è questione di dettagli: «Nessuno è imbattibile, certo loro sono più imbattibili di altri. Ma in fondo gli Open d’Australia hanno comunque motivi di curiosità. Ad esempio il ritorno di Nadal». Alex Corretja è uno che Melbourne non l’amava tanto da giocatore, troppo lontana per uno spagnolo con la terra rossa nel cuore: «An i-va troppo presto, non è mai facile, soprattutto per il clima che varia dal caldo torrido al vento forte. Però il torneo è bellissimo, la gente simpatica: insomma, vale la pena andarci». E Alex appunto ci sarà: dopo aver chiuso la camera che lo ha portato fino al numero 2 del mondo (anno 1999) ha fatto il coach – anche di Andy Murray – e il capitano di Coppa Davis fino ad essere un apprezzato commentatore di cose tennistiche. Così down under sarà nella squadra di Eurosport, «e cercherò di spiegare alle persone che guardano il perché di certi momenti delle partite, di rendere semplice e divertente il nostro gioco. E magari di far capire cosa pensano i giocatori in campo». I giocatori, come Rafa Nadal appunto. L’ex numero uno al mondo è tornato in salute, dopo una fine di 2015 col sorriso. E insomma: sarà lui l’uomo che può battere Djokovic? «Forse: Rafa ha grande fiducia adesso, anche se a Brisbane Nole gli ha appena rifilato un 6-1, 6-2 in finale. Quel giorno però Djokovic è salito ad un livello assurdo e non può succedere sempre. Anche se a lui succede spesso in verità». E quindi può accadere, che Nadal punti a tornare a vincere uno Slam: «Rafa è un campione, me ne accorsi tanti anni fa: lui ne aveva solo 16 e lo incontrai per una sessione di allenamento in inverno, io in maglione, lui in maglietta. E non aveva bisogno di riscaldamento…» . Oppure può succedere che Wawrinka si ripeta come a Parigi («È la dimostrazione che non sempre il tennis va nel senso giusto») o ancora che Murray diventi definitivamente grande. Ma per Corretja alla fine il nome è sempre quello, ovvero Roger Federer, «che a 34 anni prendendo Ljubicic come coach dimostra di voler ancora migliorare. Può funzionare». Federer giocherà nella sessione serale, per noi questa mattina alle 9.30, poi ci sarà Kyrgios, «il potenziale futuro numero uno, se trova qualcuno che gli mette la testa a posto. Garantito». Insomma ci sarà da divertirsi, «perché a Melbourne ci si diverte sempre e per me alla fine sarà il torneo femminile quello probabilmente più avvincente. Ci sono tante ragazze che ambiscono a diventare la nuova numero uno del tennis e da spagnolo ti dico che in futuro vedrete la Muguruza vincere uno Slam. Non qui ovviamente, purtroppo è infortunata». Non in Australia, dove il pronostico sembra fin troppo facile: «Ma non pensiate che sia già tutto deciso: perché il tennis a volte è strano. E Melbourne lo è ancor di più».

 

Certezza Nole rebus Serena

 

Angelo Mancuso, il messaggero del 18.01.2016

 

Un uomo solo al comando. Gli Australian Open cominciati a Melbourne nella notte italiana potrebbero diventare un monologo. Oggi il tennis maschile ha un solo dominatore e si chiama Novak Djokovic, mentre si muove qualcosa nel circuito femminile con l’enigma Serena Williams. I Fab Four sono un ricordo appassito. Federer è ammirevole per la sua voglia di pro-yard a 34 anni, ma puntare su una vittoria di King Roger contro Nole è come salire sul Millenium Falcon, l’astronave della saga di Star Wars: fantascienza pura. Non batte sulla distanza dei 5 set il rivale dal 2012. Più credibile Murray, che di Djokovic è coetaneo (28 anni). A patto che non si faccia distrarre, e sarebbe umano, dall’arrivo ormai prossimo del suo primogenito: il lieto evento è previsto per febbraio, ma non si sa mai. Il Nadal attuale, invece, non ha la minima chance contro Djokovic. Lo dimostra la recente finale di Doha in cui il mancino spagnolo ha racimolato 3 game. Restano Wawrinka e il gigante Raonic: in giornata di grazia potrebbero destabilizzare il campione di Belgrado, ma ci vorrebbe l’impresa. UN TORNEO DA RECORD Chi di sicuro ha già vinto sono gli organizzatori. Era lo Slam itinerante, ora è quello all’avanguardia. Eppure in oltre un secolo di storia “The Slam of Asia-Pacific” è il torneo del Grande Slam ad aver cambiato più sedi. L’unico a non averlo mai fatto è il Roland Garros, mentre Wimbledon conta un solo trasloco nel 1922 dalla originaria sede di Worple Road a quella attuale di Church Road. Due gli spostamenti per gli US Open. Nati a Newport nel 1881, si sono trasferiti a New York nel 1915: prima Forest Hills, poi dal 1978 Flushing Meadows. Gli Australian Open si sono invece disputati in 7 città diverse: 5 in Australia (Sydney, Adelaide, Brisbane, Perth e Melbourne) e 2 in Nuova Zelanda (Christchurch nel 1906 e Hastings nel 1912). Curiosamente la prima edizione (1905) si è giocata proprio a Melbourne, che è diventata la location fissa dal 1972. Il torneo rischiava di restare la ruota di scorta dei 4 Major, fin quando si è deciso di spostare la data da fine anno a inizio stagione (era il 1987) e dal vecchio Kooyong con l’erba si è passati al rebound ace dell’attuale sede di Flinders Park, inaugurata nel 1988 e oggi chiamata Melbourne Park. LA SVOLTA CON IL TETTO La grande intuizione è stata l’idea di costruire il tetto retrattile sul campo centrale, la Rod Laver Arena, impianto polifunzionale con quasi 15mila posti. Il tetto viene chiuso sia in caso di pioggia che quando fa troppo caldo ed è fondamentale per far vivere l’impianto tutto l’anno con concerti e eventi di ogni tipo. Sempre nel 1988 si contavano anche un secondo campo da 6.000 posti, uno da 3.000,13 campi secondari e 5 indoor. Nel 1996 gli spazi sono stati raddoppiati con altri 8 campi, quindi nel 2001 ecco il secondo court con tetto retrattile, che oggi si chiama HiSense Arena ed ha 10.500 posti. Come se non bastasse lo scorso anno è stata rinnovata la Margaret Court Arena: 7500 posti e un terzo tetto. Melbourne Park è diventato un gioiello: ospita uno dei tornei più amati dai giocatori perla comodità delle strutture e un montepremi sempre più alto: quest’anno si è arrivati a 44 milioni di dollari australiani pari a quasi 28 milioni di euro. Inoltre offre agli spettatori tennis e intrattenimento con negozi e ristoranti per tutti i gusti. I risultati sono sotto gli occhi di tutti: la passata edizione ha fatto registrare il record di afflusso sfondando il muro delle 700.000 presenze. L’obiettivo è raggiungere il milione di spettatori.

 

La Bbc: «Partite truccate anche a Wimbledon» Nuovo scandalo, in Italia la base delle scommesse

 

Alberto Giorni, il Giorno del 18.01.2016

 

Mentre tre italiani attendono di debuttare agli Australian Open, la Bbc ha divulgato un dossier nel quale risulterebbero implicati in partite truccate dal 2003 a oggi almeno 16 giocatori che sono stati fra i primi 50 al mondo. Fra le partite in esame ci sarebbero anche tre incontri di Wimbledon. La rete di scommesse avrebbe avuto come centrali una base in Russia, una nel Nord Italia e una in Sicilia. Tutto era nato dai sospetti di combine dopo una partita fra il tennista russo Nikolay Davydenko e l’argentino Martin Vassallo Arguello che nel 2007 fece aprire un’inchiesta. I due giocatori sono stati assolti da ogni accusa, ma l’indagine è poi andata avanti in modo più ampio alla ricerca di collegamenti fra i giocatori e gli organizzatori di scommesse clandestine sul web. La notizia rischia di deflagrare proprio quando si preparano a entrare in campo Fabio Fognini, Simone Bolelli e Marco Cecchinato. Grande attesa soprattutto per Fognini, numero 1 azzurro e testa di serie n. 20, che punta a lasciare il segno in uno Slam. Il suo miglior risultato a Melbourne sono gli ottavi di due stagioni fa, mentre in assoluto restano i quarti al Roland Garros 2011. Nel primo turno australiano gli è capitato il lussemburghese Gilles Muller, n. 38 Atp, mai affrontato prima, che ha iniziato il 2016 con la semifinale a Sydney. Mancino dal potente servizio, si esprime al meglio sui campi veloci e Fabio dovrà rispondere bene per togliergli fiducia. Il ligure ha preparato il primo Major stagionale arrivando ai quarti ad Auckland dove ha ceduto a Tsonga in due set lottati. Sarà un torneo particolare per lui, perché per la prima volta non avrà accanto a sé Flavia Pennetta. Il bolognese Bolelli ha un esordio sulla carta più agevole con lo statunitense Brian Baker, che torna nel circuito dopo due anni di infortuni. Infine il siciliano Cecchinato, alla prima partecipazione, è sfavorito con Nicolas Mahut.

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