ATP Rio: la terra trema! Finale Pella-Cuevas. Thiem stanco, Nadal sempre più in crisi

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ATP Rio: la terra trema! Finale Pella-Cuevas. Thiem stanco, Nadal sempre più in crisi

Nella prima semifinale dell’ATP 500 di Rio l’argentino Guido Pella si adatta meglio al forte vento e sconfigge a sorpresa Dominic Thiem per due set a zero con interruzione per pioggia al termine del primo. Nella seconda semifinale Rafa Nadal sbaglia moltissimo e rimane in gara solo grazie alla sua sovrumana forza mentale. Il n° 45 ATP Pablo Cuevas disputa il match della vita e prevale nettamente al terzo dopo tre ore e mezza certificando la crisi dello spagnolo, sempre più lontano da quello che dominava sul rosso

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P. Cuevas b. [1] R. Nadal 6-7(6) 7-6(3) 6-4

In ritardo sulla tabella di marcia Rafael Nadal e il n° 45 ATP Pablo Cuevas, protagonisti della seconda semi di Rio, entrano in campo dopo le 22 in condizioni meteo nettamente migliori di quelle che hanno accolto i loro predecessori. Rafa qui è il primo favorito e ha battuto in due set Almagro prima di usufruire del ritiro per problemi ad una spalla di Alex Dolgopolov. Cuevas invece si è indirettamente giovato della vittoria della wild card brasiliana Monteiro contro la tds 4 Tsonga al primo turno e ha raggiunto questo appuntamento senza perdere un set. Lo spagnolo ha vinto i due precedenti disputati entrambi l’anno scorso, uno proprio qui a Rio e l’altro sulla terra di Amburgo.

È un Nadal riposato e concreto quello che inizia il match strappando subito il servizio all’avversario e annullando a propria volta una palla break per volare sul 3-0. Purtroppo appare ancora chiaro che la sua palla non viaggia più come una volta e Cuevas si scrolla di dosso la reverenza cominciando a colpire duro col dritto senza soffrire sulla diagonale grazie al suo ottimo rovescio. Rafa è irriducibile ma deve cedere il vantaggio acquisito e il set diventa una battaglia di scambi lunghi e intensi. Si vede ad occhio nudo che i colpi dell’uruguaiano sono più incisivi e veloci ma Nadal è un mostro di mentalità vincente e si adatta a giocare in difesa attendendo il momento giusto. I contendenti difendono i rispettivi servizi con Cuevas certamente più brillante nelle soluzioni di gioco e lo spagnolo che prova ad accorciare lo scambio appena può. Però Rafa non ha continuità, la sua palla è corta, non fa male e in più commette moltissimi errori appena prova ad osare qualcosa. È spesso in ritardo, subisce la maggiore aggressività dell’avversario e gioca metri oltre la linea di fondo.

Ma Nadal è come Vittorio Alfieri (“Volli, sempre volli, fortissimamente volli”) e rimane abbarbicato alla partita nonostante tutto e così si arriva ad un tie break dall’andamento incerto. È lo spagnolo il primo ad avvantaggiarsi ma cede due turni consecutivi andando sotto 2-4. Sembra tutto deciso ma una stecca di Cuevas e una super difesa di Rafa portano il maiorchino a doppio set point sul 6-4. Il primo è sul servizio avverso e sfuma e sul secondo commette un incredibile doppio fallo che porta il punteggio sul 6-6. Nadal però si ricorda di essere un campione, un rovescio in cross seguito da un dritto a uscire lo issano ad una terza opportunità che stavolta non fallisce. 7-6 ma lotta è durissima perché Cuevas sta giocando alla grande.

Nadal ha speso tanto fisicamente e troppo mentalmente per aggiudicarsi il primo set e nel secondo sembra cedere di schianto. Annulla subito un’occasione sul proprio servizio e manca la bellezza di quattro palle break nel terzo gioco, due delle quali consecutive, e come logica conseguenza è lui a cedere la battuta nel quarto contro un Cuevas che continua a spingere forte e ad essere super aggressivo in ogni momento. Il punteggio recita 5-2 Cuevas quando Rafa tiene per il 5-3 e l’uruguaiano si presenta a servire per il set. Nadal non si arrende e sfuttando l’indecisione del rivale sale 15-40 con un rovescio vincente dei tempi belli. Cuevas annulla con un servizio e un dritto ma due errori gravi, l’ultimo a campo quasi aperto, lo condannano. Lo spagnolo riesce nell’aggancio, anche perché l’uruguaiano adesso ha perso sicurezza e commette qualche errore di troppo. Nadal però è troppo incostante, ha un numero di errori non forzati elevatissimo e per arrivare al sei pari deve annullare due set point sul proprio servizio. Il tie break inizia male per lui che va subito sotto. Cuevas gli regala il pareggio con un dritto lungo a campo aperto ma Rafa sembra confuso e una smorzata suicida lo rimanda sotto 2-4. Adesso il suo avversario non sbaglia più, sale 6-3 e chiude in risposta un secondo set che è durato un’ora e 23 minuti. I giocatori appaiono esausti quando inizia il terzo parziale ma il tennista uruguaiano sa di stare giocando il match della vita e continua a governare lo scambio con coraggio e velocità di palla. Nadal per contro non riesce mai a sollevare il proprio livello di gioco, è tradito sempre più spesso dal dritto e piano piano le sabbie mobili si aprono sotto di lui. Avrebbe il maiorchino la chance di indirizzare il parziale ma manca altre due palle break che lo avrebbero mandato 4-2 e servizio e nel gioco successivo orgoglio e volontà non bastano più. Cuevas si procura due occasioni, concretizza la seconda e conferma con autorità alla battuta portandosi sul 5-3. Quando Rafa serve a va sotto 15-40 sembra finita ma lui ha qualcosa di sovrumano e annulla con una smorzata temeraria ed una prima di servizio accorciando sul 4-5. È solo il canto del cigno perché l’uruguaiano raccoglie ogni stilla di energia al cambio campo, trema appena sul 30-30 ma va a procurarsi il match point decisivo con il terzo serve & volley della serata. L’ace che chiude la lotta è il giusto suggello di un capolavoro che racconterà ai nipotini. Nadal, pur giocando molto male, ha ricordato a tutti perché sarà sempre un campionissimo.
Il gusto per la lotta, il non darsi mai per vinto anche quando nulla va per il verso giusto e, per ultimo, il sincero abbraccio che riserva a rete al suo giustiziere sono esempi grandissimi di spirito sportivo e lealtà. E nello sport è questo quel che conta davvero. Chapeau, Rafa.

G. Pella b.  [5] D. Thiem 6-1 6-4

La prima semifinale del Rio Open 500 inizia alle 19 ora locale sul campo centrale intitolato all’indimenticato Guga Kuerten.
Nell’aria appiccicosa e carica di umidità si affrontano Dominic Thiem, quinro favorito e reduce dalla bella vittoria di Buenos Aires, e l’argentino Guido Pella, mancino giunto fin qui grazie alla battaglia di primo turno contro la tds 4 John Isner, sconfitto dopo oltre  tre ore di lotta, che gli ha spalancato la strada per le semifinali. L’austriaco per parte sua non ha ancora perso un set e nei quarti ha distrutto il campione uscente David Ferrer. È il primo confronto fra i due, con Pella che, grazie all’ottimo torneo, farà un balzo enorme in classifica dalla attuale posizione n° 71.
Il match inizia come non ti aspetti.

Thiem serve per primo, perde la battuta in modo alquanto casuale e nel game seguente getta al vento cinque palle break. A questo punto è proprio il vento a diventare protagonista, potenti raffiche spazzano il campo facendo traballare persino i cartelloni pubblicitari che lo circondano. In queste condizioni estreme il giovane austriaco non controlla i suoi colpi e non riesce a proporre le abituali traiettorie mentre Pella tiene solidamente la palla al centro del campo limitandosi ad attendere gli errori dell’avversario che giungono costanti e numerosi. Thiem mira le righe ma sbaglia di metri e subisce un secondo break mentre l’argentino non concede nulla. In un lampo è sotto 1-5 e l’ultimo game mostra in pieno la confusione di Dominic, che serve e in un lungo game finito ai vantaggi trova modo di giocare ben quattro palle corte perdendo sempre il punto. Pancho Segura diceva che chi gioca troppe smorzate è confuso tatticamente e oggi questo è particolarmente vero per l’austriaco. Anche il pubblico si spazientisce e qualche fischio insistito giunge dalle tribune al suo indirizzo. Primo set 6-1 Argentina con il mancino di Bahia Blanca che quasi doppia l’avversario per punti vinti.

Ad inizio secondo set Thiem fa appena in tempo a risalire da 15-40 sul proprio servizio che il gioco viene per lui provvidenzialmente interrotto dalla pioggia alle 19.56 locali.

Alla ripresa, dopo poco più di un’ora, abbiamo un match.
Il vento è calato, Dominic deve annullare ancora una palla break nel quarto game con un rovescio lungolinea dei suoi ma ora centra molto meglio la palla e la differenza di talento e tecnica sembra poter fare la giusta differenza. È proprio adesso però che l’argentino mette tutta la sua grinta di lottatore  nel match. Non riesce più ad essere incisivo in risposta e allora con lucidità si concentra sulla sua battuta, difendendola strenuamente con l’aiuto di qualche ace e numerose prime vincenti, mantenendo così la testa nel punteggio e la pressione sull’avversario. Il quale paga carissimo un momento di distrazione nel decimo game, che lo vede servire per rimanere nell’incontro. Un molle rovescio in rete vale lo 0-15, l’ennesima smorzata finita male lo manda 15-30 e lo scambio seguente indirizza gioco e partita.
Dominic spinge in pressione e spara due/tre sbracciate potentissime nei pressi delle righe ma Pella si difende alla grande, gira lo scambio, lo chiude e va a doppio match point. Sul primo mette fuori lui ma, sul secondo, un esausto e frastornato Thiem commette doppio fallo. Con lo score di 6-1 6-4 è l’argentino ad accedere alla finale.

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