Challenger Barletta: a Giannessi il derby con Mager, avanza Eremin. Impresa di Sonego nelle quali

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Challenger Barletta: a Giannessi il derby con Mager, avanza Eremin. Impresa di Sonego nelle quali

Lorenzo Sonego si qualifica per il main draw battendo dopo una battaglia di 3 ore il potente cileno Cristian Garin. Edoardo Eremin elimina al terzo set Igor Sijsling, Alessandro Giannessi supera Gianluca Mager nel derby azzurro. Andrea Arnaboldi costretto al ritiro contro Pavlasek

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da Barletta, Alessandro Zijno

Lorenzo Sonego cresce e cresce bene. Dopo la splendida partita di ieri vinta contro De Loore al tie break del terzo set, oggi Sonego affronta un’altra maratona contro Cristian Garin, cileno dotato di una pesantezza di palla fastidiosissima e si porta a casa (nuovamente al tie break del terzo set!) la vittoria e la qualificazione al tabellone principale del torneo Challenger di Barletta. Non solo sono 5 punti assai utili (visto che non ne ha in scadenza) ma c’è la possibilità di guadagnarne altri e si infonde anche la forte convinzione di potersela giocare ad alti livelli.

L’incontro comincia subito con un primo game interminabile, al servizio Garin, 340 del ranking ATP ma che vale almeno un 200 su terra, che preannuncia un match tiratissimo e giocato su pochi punti. Se lo porta a casa Garin il primo game, e poi si porta sul 3-0 ma è un punteggio bugiardo, come al nostro fianco gli urlano Gipo Arbino (che abbiamo anche intervistato in esclusiva) e Umberto Rianna incoraggiandolo a continuare così. E Lorenzo è tranquillo: sa di star giocando bene, rispondendo colpo su colpo al cileno davvero potente. Garin nel primo set non lascia più palle break (ne ha lasciate solo 2 nel primo game non sfruttate da Lorenzo Sonego) ma il nostro azzurro, solo 20 anni (21 a maggio) ha il merito di restare incollato al cileno, perde 6-3 il set ma non dà tranquillità al diciannovenne di Santiago del Cile seguito come un ombra qui a Barletta dal coach Javier Duarte. Non sono dettagli questi, restare mentalmente nel set sono messaggi inviati al proprio avversario, il quale sente di dover alzare ancora il proprio livello per portare a casa il match e può tendere ad aumentare il margine di errori, forzati e gratuiti. Ed è proprio quello che succede: Garin non avrà mai, per tutto l’incontro, la possibilità di rilassarsi e questo, a nostro parere gli costerà la partita, giocata in effetti davvero su pochi punti, come capiremo alla fine.

Il secondo set è ancora una battaglia, di nervi e di colpi, chi serve bene e chi guadagna il dominio nello scambio si porta a casa il punto. Alla fine gli unforced saranno minori dei vincenti per entrambi i giocatori, a dimostrazione di un match davvero di buon livello per un challenger. Sull’1-1 Sonego ha una palla break ma non ha il coraggio di attaccare la seconda di servizio del cileno che annulla lo svantaggio con uno vincente di diritto. Nel settimo gioco Sonego ha un passaggio a vuoto velocissimo, e il cileno, 19 anni e vincitore del Roland Garros Junior nel 2013 battendo nientemeno che Alexander Zverev che sta facendo faville nei tornei maggiori già adesso, ne approfitta brekkando Sonego con un vincente lungolinea di rovescio nell’unica palla break conquistata. Finita qui? No. Sonego non ci sta, mantiene la concentrazione, vuole vincere, lo vuole fortemente, e nel decimo gioco, quando Garin va a servire per il match si trova sotto 30-0. Ma ancora è lì, vivo, ha l’atteggiamento giusto (e qui facciamo anche un applauso al suo coach Gipo Arbino che lo prepara anche dal lato mentale) di chi sa che nello sport conta lottare fino all’ultimo secondo, e nel tennis, sport del diavolo, questo è ancora più importante. Il punto che secondo noi è quello determinante a livello psicologico nel match è questo conquistato da Sonego sotto 0-30: Garin serve bene, potente centrale, si apre il campo di diritto e viene a rete per chiudere e guadagnarsi tre match point, ma Sonego recupera benissimo gli appoggi e in corsa sfodera un pallonetto di diritto vincente frustrando le speranze del cileno. Dopo questo colpo tre errori gratuiti di Garin e 5-5. C’è ancora tempo per soffrire però in questo secondo set perché Sonego deve fronteggiare nel game successivo tre palle break che annulla grazie anche all’aiuto del ragazzo di Santiago che comincia a sbagliare spesso dopo un primo set con pochissime sbavature. Il coach di Garin si accende una sigaretta. Pochi lo notano. Ma lo notiamo noi e soprattutto Cristian, che lo conosce bene. È coach Duarte, uno che ha allenato Alex Corretja e che ha portato Carreno Busta da 654 a 64 del mondo, si accende la sigaretta quando è nervoso. È un nervosismo che involontariamente trasmette a Cristian: poveri coach, sempre colpa loro, ma è una ingenuità che forse è costata la qualificazione al main draw a Garin. Fino a questo momento gli sguardi del ragazzo di Santiago dopo gli errori non erano mai andati verso il proprio angolo, ora invece vanno a cercare la rassicurazione dell’allenatore spagnolo, che è sì una sfinge, a parole lo incoraggia, gli batte le mani ma c’è quella sigaretta che è un segnale chiaro… doppio fallo e tre gratuiti di fila e il secondo set finisce nelle mani di Lorenzo Sonego che ringrazia.

Bravissimo Sonego a non mollare, ci piace leggerla così. Si arriva così al terzo set: Sonego riparte alla battuta ma si inceppa e subisce il break subito, perde a zero il game di risposta successivo e nel terzo gioco è ancora in difficoltà e pur lottando come un leone non riesce a tenere il turno di servizio e va sotto 0-3. Garin ha ritrovato serenità e con la pesantezza di palla che si ritrova riesce sempre, in questo momento del match, a dominare lo scambio. Qualche errore in più di Sonego rispetto a prima fanno il resto. Ma il ragazzo torinese è ancora lì, non “scioglie”, dal suo angolo Gianpiero Arbino gli grida “puoi farcela, se fai il break vinci la partita”. Ne servono due di break ma Sonego non si spaventa. Annulla quattro, dicasi quattro, palle del 4-0 e fa il break approfittando di un errore gratuito del cileno. Si arriva così al 4-3 e servizio per Cristian Garin, che si incarta da solo e con 4 errori gratuiti in un solo game regala il 4-4 a Sonego e si ricomincia. Come siamo soliti dire dal 4-4 in poi al set decisivo non si gioca più semplicemente a tennis, i valori tecnici si annullano quasi e diventa una guerra di nervi, un gioco di scacchi con la racchetta in mano in cui chi sbaglia la prima mossa subisce scacco matto. È il momento migliore per entrare in quello stato di trance agonistica fondamentale in taluni frangenti, perché permette di non pensare e di giocare in quella fase che gli americani chiamano “flow” in cui l’attenzione massima, la massima concentrazione coincidono con una serenità di fondo, che lascia fluidità ai movimenti (che negli atleti di questo livello sono automatizzati). Sonego entra in uno stato di flow. È il momento giusto. Si porta sul 5-4, è anche vero che non sfrutta 3 match point sul servizio Garin: è pur vero però che il cileno serve tre prime palle pesantissime e mostra così la sua “garra” e si arriva sul 6-6. Eppure gli occhi dei due contendenti e il loro body language lasciano presagire qualcosa di buono per i nostri colori; Garin ha la testa bassa, Sonego il petto in fuori, vuole vincere. Coach Duarte applaude il cileno, esclama il “vamos” di ordinanza ma… si accende la sigaretta. Un’altra sigaretta. Pochi lo notano. Ma lo notiamo sia noi che Cristian. Inizia il tie break decisivo e per il cileno non c’è scampo. Lo stato di “flusso” di Lorenzo Sonego prosegue quel che basta per chiudere nettamente (7-0) il tie break decisivo, con l’italiano 357 del ranking ATP (ma destinato a superare il suo best ranking di 350) che non sbaglia un colpo, serve benissimo e approfitta di errori in serie del suo avversario ormai a corto di energie nervose. Con lo sguardo andiamo all’angolo del cileno, e la sigaretta ormai consumata ancora tra le dita del coach Javier Duarte ci resterà nella mente per parecchio tempo. Sonego al 64% di prime di servizio (contro il 57 di Garin), il cileno 48 vincenti contro 44 dell’italiano, però 36 errori gratuti per Sonego e ben 46 per Garin, 120 punti a 119 totali per il torinese. Al primo turno ora affronterà il bulgaro Kuzmanov, giustiziere nelle quali del nostro Pellegrino.

L’altra impresa di giornata la realizza Edoardo Eremin, 366 del ranking mondiale, qui a Barletta dotato di una wild card, che elimina un ex top 100, l’olandese Igor Sijsling, scalpo davvero eccellente anche se è un giocatore che preferisce giocare sul veloce. Eremin, per chi non lo conoscesse, è un giocatore molto potente, fisicamente ben messo, dotato di un servizio potenzialmente devastante che quando supportato da buone percentuali di prime lo rende quasi ingiocabile. È un ragazzo molto sensibile, il che lascia pensare che una volta messe a posto delle lacune sul piano della tenuta mentale in campo (dovute forse proprio ad una poca “spensieratezza” durante i match), possa diventare un giocatore di livello, anche perché tecnicamente è senz’altro ben preparato. Veniamo al match. Ricordando che Sijsling viene dalla finale di St Brieuc, un challenger francese su hard indoor, la sua superficie preferita (ha vinto Brescia a novembre).

Nel primo set parte forte l’azzurro (il papà, ex tennista, è russo ma lui si sente ed è italiano) che strappa subito il servizio alll’olandese, ex 52 del mondo, ora intorno alla 130esima posizione del ranking ATP, e si porta sul 2-0. Subisce però il ritorno dell’orange che ribrekka a sua volta nel quinto game e poi i due giocatori non lasciano più palle break fino al termine del set che si deve giocare al tie break: viene fuori la maggiore abitudine a questi livelli di Sijsling che chiude 8-6 il tie break con la sua consueta serenità in campo. Serenità che è croce e delizia però per il simpatico giocatore olandese perché spesso gli fa perdere quella cattiveria agonistica che solo i grandi campioni hanno e che smarrisce troppo spesso: il braccio (soprattutto di rovescio) e la classe sono da top 50 ma, come capita anche oggi, poi si perde strada facendo nei match.
Nel secondo set Eremin è bravo a crederci e così come era successo qualche ora prima a Sonego, entra (anche se solo ad intermittenza) in quella trance positiva che gli permette di giocare profondo e poi attaccare e chiudere al momento giusto. Non seguito oggi dal suo coach personale, si volta spesso verso l’angolo in cui c’è Umberto Rianna che lo consiglia e lo rincuora dopo qualche errore. Sijsling esce dal match al nono game, subisce 8 punti consecutivi e consegna il set a Eremin che se lo aggiudica 6-4.
Si arriva anche qui al terzo e decisivo set e diventa un’altra battaglia di nervi, oltre che di gesti tecnici. Sijsling subisce il break al terzo game, ma è bravo a recuperare subito, aiutato da Eremin che mette a segno poche prime palle di servizio. La svolta è nel settimo gioco: Eremin, consigliato da Rianna e sostenuto da Sonego arrivato a guardarlo per tutto il match, lotta e pian piano fa perdere solidità a Sijsling che come suo solito alterna giocate da fenomeno ad errori grossolani: brekka alla prima occasione portandosi 4-3 a suo favore e poi tiene bene mentalmente regalando nulla nel suo turno di servizio, e non lasciando palle break al suo avversario. Ottimo l’ultimo game con quattro prime di servizio messe a segno e poi seguite da attacchi mirati. Il finale è 6-4 per l’azzurro che al secondo turno affronterà il vincente tra Lopez-Perez e Laslo Djere.

Infine parliamo del derby tra Alessandro Giannessi e Gianluca Mager, seguito qui a Barletta dal suo coach Diego Nargiso: la vittoria non è sfuggita al più esperto Giannessi, ma l’incontro è stato molto equilibrato e poco c’è mancato che Mager riuscisse a rimettere in sesto una partita cominciata male.
Infatti nel primo set Mager appare meno tonico del suo avversario che opera un primo scossone al quinto gioco, brekkando e portandosi sul 3-2, per poi però subire il ritorno del ragazzo allenato da Nargiso che si porta sul 4-4. Qui esce la maggiore esperienza di Giannessi, 192 della classifica ATP, 25enne spezzino, che approfitta di un passaggio a vuoto del 21enne sanremese e ribrekka per poi chiudere 6-4.
Il secondo set si apre con un break al quinto gioco a favore di Giannessi che sembra scrivere la parola “fine” all’incontro, ma Mager ha un sussulto al decimo gioco, proprio quando lo spezzino va a servire per il match e trascina il set fino al tie break: il tie break diventa una guerra di nervi, e dopo 9 (nove!) palle set annullate, Giannessi si porta a casa il match e al secondo turno affronterà il vincente tra lo spagnolo Carballes Baena e il bielorusso Ignatik.

Fuori l’altro italiano Arnaboldi, che si è ritirato per un problema fisico, mentre era sotto 7-6 3-0 con il ceko Pavlasek.

Risultati:

Secondo turno qualificazioni

[2] M. Chazal b. D. Dima 6-3 6-2
D. Kuzmanov b. [5] M. Linzer 6-2 6-3

Ultimo turno qualificazioni

L. Sonego b. C. Garin 3-6 7-5 7-6(0)
E. Lopez-Perez b. J.I. Londero 6-3 6-2
P. Torebko b. [8] A. Vatutin 6-3 3-6 6-2
D. Kuzmanov b. [2] M. Chazal 5-7 6-4 6-2

Primo turno

[3] A. Pavlasek b. A. Arnaboldi 7-5 3-0 rit.
A. Giannessi b. [WC] G. Mager 6-4 7-6(13)
[WC] E. Eremin b. [6] I Sijsling 6-7(6) 6-4 6-4
[5] A. Martin b. A. Karatsev 6-4 7-6(2)

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