Nei dintorni di Djokovic, 2016 rewind: dal Nole Slam alla quasi Davis di Cilic - Pagina 2 di 2

Nei dintorni di Djokovic

Nei dintorni di Djokovic, 2016 rewind: dal Nole Slam alla quasi Davis di Cilic

L’analisi della stagione 2016 dei top 100 dei paesi dell’ex Jugoslavia. Buona annata per gli uomini: soprattutto per Djokovic, Cilic e Karlovic (Olimpiadi, Murray e finale di Davis a parte). Molto meno buona per le donne, eccetto la rivelazione Ana Konjuh. Le prospettive per il 2017

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Terzo top 100 biancorosso è Borna Coric. Annata la sua resa obiettivamente problematica dall’infortunio al ginocchio, arrivato proprio nel momento in cui il talento di Zagabria stava finalmente iniziando a giocare bene. Reduce dalla vittoria contro Sock nel singolare decisivo di Davis e da quelle su Kyrgios e Nadal a Cincinnati, l’articolazione ha cominciato a dargli problemi. Di fatto la sua stagione è finita proprio ad agosto a Cincinnati, dato che a fine settembre si è dovuto sottoporre all’operazione al ginocchio che gli ha precluso anche la partecipazione alla finale di Davis (esclusione che non ha preso benissimo, nonostante abbia ammesso lui stesso come non fosse in grado di giocare un match al meglio dei cinque set). Per Borna la prossima è una stagione molto importante: è ancora giovanissimo (ha appena compiuto vent’anni), ma da lui ci si attende quel salto di qualità a livello di gioco – che quest’anno è riuscito a far intravedere solo poche volte prima dell’infortunio – che ne certifichi le effettive capacità di diventare un top player. Questo anche in considerazione di quello che invece in questo senso ha già fatto vedere il suo quasi coetaneo (è più giovane di lui di qualche mese) Alexander Zverev, che è attualmente n. 24 del mondo, mentre Coric riparte più o meno da dove era partito lo scorso anno (n. 48, dodici mesi fa era n. 44). Per riuscirci, il croato ha scelto di cambiare ancora una volta coach, affidandosi al fratello maggiore di Mario Ancic, Ivo.

Scivola abbondantemente fuori dai primi 100 in singolare (n. 147) invece Ivan Dodig, che aveva iniziato l’anno al n. 87 ma ha dovuto combattere con i problemi alla schiena che non gli hanno permesso di essere competitivo in singolo quanto in doppio, dove è invece ancora tra i migliori al mondo (n. 13 a fine anno).

In campo femminile il nome nuovo è quello di Ana Konjuh. Grande protagonista agli US Open, dove si è spinta sino ai quarti dopo aver eliminato la n. 2 del seedind Aga Radwanska, la quasi diciannovenne di Dubrovnik (compie gli anni il prossimo 27 dicembre) termina l’anno raggiungendo il suo best ranking (n. 47) e la top 50, grazie ai quarti di finale raggiunti nell’ultimo torneo della stagione, a Mosca. Anche lei ha deciso di iniziare la nuova stagione con un nuovo coach, una delle leggende del tennis croato, Goran Prpic. Uno che è stato n. 16 del mondo, ma chissà dove sarebbe arrivato, con il suo talento e la sua intelligenza tennistica, senza quel gravissimo infortunio al ginocchio che lo ha tenuto fermo per più di due anni. E che l’ha costretto a giocare per il tutto il resto della sua carriera con un tutore – sviluppato da lui stesso – che gli consentiva di proteggere l’articolazione ma ne limitava i movimenti in campo. Nonostante questo, Prpic è diventato top 20 ed è rimasto top 100 per quattro anni. Insomma, l’ex capitano di croato di Coppa Davis e Fed Cup è uno che di tennis ne capisce ed è per questo che la giovane tennista dalmata si è affidata a lui per salire ancora di livello.

Stabile invece la 32enne Mirjana Lucic-Baroni, che si mantiene dignitosamente tra le prime cento giocatrici del mondo, anche se il suo finale di stagione post US Open (tre sconfitte al primo turno in tre tornei) l’ha fatta scivolare in 81esima posizione, lei che era n. 68 lo scorso dicembre e che più o meno ha navigato attorno tra la 60esima e la 70esima posizione WTA per tutto l’anno. Riesce a finire l’anno tra le top 100 (è n. 100) anche l’altra grande promessa croata Donna Vekic, di cui ultimamente si parla più come compagna di Stan Wawrinka che come tennista. Da quest’ultimo punto di vista, di Donna – che comunque, ricordiamo, ha appena vent’anni – si parla sempre più spesso ricordando la vittoria a Kuala Lumpur in finale contro Dominika Cibulkova. Era l’aprile del 2014

Bosnia-Erzegovina

Damir Dzumhur ha trascinato (con il contributo di Mirza Basic, attuale n. 181 del mondo) la nazionale del suo paese per la prima volta nel gruppo 1 Euro-Africano di Coppa Davis ed in primavera ha ottenuto un paio di ottimi risultati, gli ottavi ai Masters 1000 di Miami e a Montecarlo. Ma la sua seconda parte della stagione non è stata all’altezza della prima e così non si è nemmeno avvicinato al suo obiettivo iniziale, la top 50: è arrivato al massimo al n. 71 (best ranking a maggio) ed ha concluso al n. 77, più o meno allo stesso livello dello scorso dicembre. La sensazione è che il 24enne di Sarajevo sia un po’ troppo leggero fisicamente per stare stabilmente a quei livelli. Però, chissà, magari le sue velocissime gambe riusciranno a portarcelo e a farcelo rimanere per un po’…

Montenegro

A livello di tennis mondiale, il piccolo stato balcanico è ovviamente famoso per aver dato i natali all’attuale n. 3 del mondo Milos Raonic, ma da un paio d’anni anche la giovane Danka Kovinic ne tiene alto il nome. Nel 2016 il sogno della neoventiduenne (è nata il 18 novembre 1994) di Cetinje era quello di rappresentare il suo paese alle Olimpiadi. Sogno realizzato, che però non ha avuto l’effetto sperato su Danka, che si è un po’ fermata dopo aver raggiunto la qualificazione olimpica. Tanto che dopo la sconfitta al primo turno a Rio contro Madison Keys, ne ha inanellate altre sei fino alla fine della stagione, su un totale di otto tornei disputati (unico risultato di rilievo la semifinale di Wuhan a ottobre). Non poteva non risentirne la classifica, tanto che ha concluso l’annata in 71esima posizione, dopo che a febbraio era entrata nella top 50 ed aveva raggiunto il suo best ranking al n. 46. Il 2017 ci farà capire se la tennista montenegrina ha avuto la capacità di resettare quanto accaduto e, soprattutto, se ha ancora voglia di crescere e di non accontentarsi, come dichiarava solo pochi mesi fa.

Slovenia

Ennesima annata no per il tennis sloveno, che termina la stagione senza nemmeno un top 100. L’unica top 100 slovena di fine 2015, Polona Hercog, è scivolata in 141esima posizione e dalle parti di Lubiana si dice che stia pensando di affidarsi al ct della nazionale croata di Coppa Davis, Zeljko Krajan, suo compagno nella vita, per tornare a livelli di classifica di maggior prestigio e più consoni al suo talento. In campo maschile citiamo il 30enne Grega Zemlja, unico sloveno tra i primi duecento (n.155) ed ex top 50 fermato dalla mononucleosi proprio mentre era al top della sua carriera, per la caparbietà con cui cerca ancora di ritrovarsi. Allora, soprattutto come augurio per il tennis della nazione che confina ad Ovest con l’Italia, a 40 anni dall’unico Slam vinto da una tennista slovena, il Roland Garros 1976 conquistato da Mima Jausovec, appuntiamoci il nome di Kaja Juvan, che a 16 anni ha vinto l’Orange Bowl. Ricordando che anche Mima aveva vinto l’Orange Bowl come è riuscito alla 16enne di Lubiana, che in finale ha superato Anastasia Potapova, la giovane russa che l’ITF ha proclamato campionessa del mondo under 18 in questi giorni.

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