Presentando Roma ma dimenticando il tennis. Grave la gaffe Federer? - Pagina 2 di 2

Editoriali del Direttore

Presentando Roma ma dimenticando il tennis. Grave la gaffe Federer?

Scene di ordinario protagonismo. “Statua” Pietrangeli, Raggi pesce fuor d’acqua, Malagò senza tetto, spettatori prigionieri al Foro, Binaghi organizzatore tifoso e poco furbo

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Nessun giornalista ha osato chiedere se fossero stati apportati miglioramenti per l’insonorizzazione della sala stampa onde evitare che, nel frastuono delle musiche allegre ma assordanti provenienti da più angoli del Foro, le interviste dei tennisti facessero lo stesso effetto dei pesci immersi in un acquario, ma mi ero però egoisticamente informato se anche quest’anno avrei dovuto portarmi panini e bresaola con limone da casa (e pure un seggiolino) per sfuggire a quelli dell’Autogrill propinatici negli ultimi anni attorno ai soli tre tavolini rotondi in dotazione all’unica angusta saletta 4 metri x 4. Mi è stato detto, per la gioia dei colleghi stranieri che si erano persuasi negli anni scorsi di non trovarsi affatto in Italia durante i dieci giorni di penitenza al Foro Italico, che dovremmo tornare a poter essere orgogliosi delle nostre note tradizioni culinarie. Non potremo, a quanto pare, essere orgogliosi invece della SIAE. Quando ho chiesto se si poteva evitare, quantomeno a quel migliaio di abbonati (il 3 per cento in più dello scorso anno, ad oggi, mentre la biglietteria ha già prodotto più di 7 milioni e 200.000 euro e Binaghi prevede di toccare i 12 milioni) di restare prigionieri del Foro Italico dal momento dell’ingresso a quello dell’unica uscita consentita, come succede in tutte le nazioni civili, sulle prime Diego Nepi l’ha presa come una provocazione. Non era nelle mie intenzioni. Penso che ora l’abbia capito. Ma trovo assurdo che un possessore di un abbonamento – che dovrebbe essere nominale anche se invece non lo è (ma perché? Per venderne di più…) – sia obbligato a restare dentro l’impianto se ci entra alle undici del mattino fino alle 20…perché se esce non può più rientrare. 

Il responsabile della biglietteria, Gabriele Serchini, mi ha cortesemente spiegato che se un biglietto viene tagliato la SIAE non ne consente né il riutilizzo (neppure se vi fosse scritto il nome del possessore e questi si ripresentasse al secondo ingresso con un documento d’identità che comprovasse che è sempre lui) né il rilascio di una contromarca. Beh, insomma, chi va via perde il posto all’osteria. Io ho fatto presente che allo stadio di Firenze ho un pass stagionale che mi consente di entrare e uscire quando voglio, per tutto un campionato. Mi è stato risposto che al Foro Italico ci sono i tornelli. Veramente ci sono anche all’Artemio Franchi. Da concerti e discoteche a pagamento (con la SIAE), ti imprimono marchi e marchietti sul dorso della mano, sul polso, ti danno contromarche… si vede che ci sono leggi diverse.  Mah, io spero che una soluzione si debba trovare, perché sequestrare per 10 ore filate un appassionato di tennis, sia pure in un posto bellissimo come il Foro Italico, impedendogli di fare un salto a casa, in ufficio o dall’amante, non sia civile.

E arrivo finalmente dove i più curiosi – dopo la premessa – volevano arrivare. La gaffe di Binaghi che infastidito da chi gli chiedeva notizie di Roger Federer ha reagito, come dicevo sopra, come la volpe e l’uva. Non potendolo obbligare a giocare a Roma ha pronunciato, in soldoni, faccio una sintesi brutale, un gran bel “chissenefrega tanto io tifo Nadal”. Per correttezza giornalistica va riferito che in realtà le parole sono state altre: “Se peserà assenza Federer? Io, anche in tempi non sospetti, ho sempre tifato Nadal. E poi qui Federer non ha mai vinto e credo non abbia un bel ricordo di Roma perché avrebbe dovuto vincere almeno due volte. E poi una manifestazione come la nostra è più forte del grande campione, e dei giocatori. Anche quest’anno batteremo tutti i record”. Ma, devo dire che non ho mai sentito un organizzatore di tornei, e il presidente della federtennis è il titolare dell’organizzazione degli Internazionali d’Italia, dire una cosa del genere di un qualsiasi giocatore. Nel caso specifico se c’è un giocatore che non è uno…qualsiasi, questi è Roger Federer. E negli anni scorsi si sarebbero fatte carte false per averlo fra i protagonisti. Tant’è che quando non ci si attendeva che venisse, e poi una brusca eliminazione a Madrid, persuasE Roger a cambiare programma e  a venire, qui tutti fecero salti di gioia. Non soltanto i tifosi di Federer, non soltanto il suo famoso fan Francesco Totti, ma gli organizzatori in primis.

Il fatto che Roger non abbia mai vinto questo torneo non significa proprio nulla. Mi è sembrata una “scivolata” di pessimo gusto anche il solo accennarvi. C’è un solo torneo che può permettersi di dire di essere più forte dei suoi giocatori. Si chiama Wimbledon e lo ha dimostrato nel ’73, quando 80 dei primi 90 tennisti del mondo decisero di boicottare the Championships in forma di solidarietà a Nikki Pilic che era stato squalificato dalla federazione Jugoslava e poi dallo stesso torneo di Wimbledon per essersi rifiutato di giocare un match di Coppa Davis contro la Nuova Zelanda. Manca la controprova di quel che avrebbe potuto dire l’improvvido Binaghi se a dare forfait fosse stato invece Rafa Nadal, che il torneo di Roma ha vinto più volte. Magari avrebbe detto: “Ma io ho sempre tifato Djokovic!”. Un momento però, fermi tutti. Binaghi ha sbagliato, ha detto una cosa che un presidente con compiti organizzativi deve avere il buon gusto di non dire. Vi immaginate se un domani si presentasse una situazione nella quale programmare un match di Nadal, o di un suo probabile rivale, possa favorire l’uno o l’altro (sole, vento, umidità notturna, più ore di recupero ad uno piuttosto che ad un altro…): quale credibilità potrebbe avere la programmazione decisa da un’organizzazione nella quale il suo primo responsabile rivela di essere tifoso di un giocatore piuttosto che del suo rivale?

Ma ciò detto si tratta, oltre che di un errore, di una caduta di stile, soprattutto di una clamorosa ingenuità, un po’ provinciale se vogliamo, che fa saltare su tutte le furie i tantissimi fans di Federer, ma alla fine questa sollevazione popolare anti-Binaghi per questa gaffe – tale è – mi pare eccessiva. Sono ben altre, per altre vicende, le colpe che gli muoverei. Tutti sanno che io non sono mai stato tenero con lui, da quando si è candidato promettendo di non volersi candidare per più di 8 anni ed è invece ancora lì, da quando gestì a quel modo l’affaire Bolelli, l’affaire Seppi, ed altre vicende molto più gravi, da quando fece cambiare lo statuto per far fuori – in pratica – quasi ogni possibilità di candidature a lui alternative. In questo caso Binaghi ha sbagliato, ha detto una sciocchezza, è stato poco furbo per essere un politico perché si è attirato le contumelie di tutti le truppe cammellate federeriane, ma ha commesso un “delitto” molto meno grave di altri che gli andrebbero imputati e che invece passano del tutto inosservati, anche per via di una stampa asservita o. nel migliore dei casi, impreparata o indifferente. Questa è la mia sincera opinione. Lo scrivo pur sapendo che qualcuno coglierà questa mia dichiarazione benevola nei confronti di Binaghi come quella fatta da… un altro tifoso di Nadal! Sono 13 anni che mi affanno a ripetere che non sono tifoso di nessun giocatore salvo che, masochisticamente, dei tennisti italiani, Fognini compreso, ci crediate o meno. Se non ci credete il problema è vostro. Mi affanno ancora a ribadire che a seconda delle situazioni, lasciandomi condizionare soltanto da quella che sarebbe la storia più bella da scrivere, mi trovo ad augurarmi che in quella determinata circostanza quel match lo vinca Tizio piuttosto che Caio.

Ma adesso basta, di questa presentazione e di questa gaffe si è parlato fin troppo. E non ne valeva la pena. Di fatto non è successo nulla. Il torneo, il tennis giocato, l’unico che conta, comincia il 10 maggio. Anche se non c’è Federer, di gran lunga il miglior giocatore dei primi 3 mesi del 2017. E secondo molti… di tutti i tempi. Forse anche secondo Rod Laver che verrà a Roma.

 

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