SET POINT MANCATO… – Il ricco order of play sulla Guga Kuerten Arena, che vede in campo tutti i match di quarti di finale del torneo ATP 500 di Rio de Janeiro, inizia con un’ora di ritardo a causa della pioggia. L’incontro che chiude il programma di giornata (il più atteso dai tifosi italiani, e anche più equilibrato di giornata) ha come suoi protagonisti Fabio Fognini (21 ATP e n.5 del tabellone), che viene da 5 ore abbondanti di fatiche spalmate in due incontri (con annesso matchpoint annullato ieri) e lo sloveno Aljaž Bedene (43 ATP), che è sotto 7-0 negli head to head contro il tennista di Arma di Taggia. Fabio parte in quarta e illude di poter facilmente disporre del neo-sloveno giocando un tennis ordinato ed efficace sia al servizio che in risposta, che gli consente di incassare i numerosi errori gratuiti dell’avversario. Dopo essersi visto annullare due palle break per il 5-1 da due ottimi servizi, Fognini cala un po’ il rendimento al servizio e Bedene alza il suo livello, tanto da recuperare il break di svantaggio al nono game con una fantastica smorzata e una risposta vincente col dritto anomalo. Dopo un set point sprecato da Fognini con un rovescio lungo di pochissimo nel dodicesimo game, nel tiebreak del primo set il nostro portacolori butta via il parziale con due doppi falli e altre amenità.
ANCORA POLEMICHE, MA FOGNINI NON C’ENTRA – La prima metà del secondo set è caratterizzata da molti errori non forzati da una parte e dall’altra, ma si seguono i turni di servizio. È nel settimo game che gira la partita, quando Bedene sulla palla break (la seconda concessa del set) serve molto bene al centro ma manda lungo un comodissimo dritto sopra la rete. Subito dopo, Fognini si spegne per un attimo e concede al servizio 4 palle break (delle quali 3 consecutive), ma dopo averle salvate con delle ottime soluzioni strappa ancora il servizio allo sloveno nel nono gioco e si regala il set decisivo. Da questo momento, l’animo del tennista di Lubiana si inquieta e in lui sorge l’urgenza di sfogare il proprio nervosismo, che affiorerà dopo aver perso un primo game (ricco di scambi intensi) in cui Bedene non ferma il gioco in tempo per evidenziare un segno di una palla di Fognini evidentemente fuori, ma non vista dai giudici di linea (che hanno compiuto numerosi errori a dire il vero). Al cambio campo lo sloveno comincia le sue personali proteste prima con l’avversario e poi con il giudice di sedia, che non saranno particolarmente proficue poiché nel game successivo Bedene subirà immediatamente un altro break (finalizzato da Fabio con una pregevole controsmorzata in allungo) e poi regalerà il terzo gioco con quattro errori gratuiti. L’ultimo punto di rottura del match, che ne sancisce simbolicamente anche la fine, è il sesto punto del quinto gioco: dopo aver già annullato due palle break, sul punteggio di 30-40 Fognini è in procinto di servire. Bedene alza la mano e chiede di attendere a causa di un raccattapalle che deve tornare in posizione, l’azzurro non lo vede, serve e lo sloveno afferra la pallina con la mano. Tutto corretto, se non fosse che anche l’arbitro non si è accorto della richiesta di Bedene, avvenuta in netto ritardo. Da qui lo sloveno esce dalla partita, fa chiamare persino il supervisor senza ottenere nulla e permette a Fognini di raggiungere la semifinale (la seconda dell’anno dopo quella persa a Sydney contro Medvedev) e di tornare per la prima volta dopo oltre tre anni nei primi 20 del ranking ATP (n.19 per la precisione).
Clima quente na Quadra Guga Kuerten!
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IL CUEVAS FURIOSO – Ad aprire il programma di giornata, l’incontro tra Pablo Cuevas (33 ATP e n.7 del tabellone) l’arrembante cileno Nicolas Jarry (94 ATP). La loro è una sfida che si deciderà sul piano emotivo: Cuevas, dopo aver perso 4 punti al servizio in 5 game, regala il primo set con degli errori non forzati piuttosto elementari. Da questo momento il nervosismo si impadronirà di lui, tanto da fargli lanciare la propria racchetta in aria (che raggiungerà le prime file della tribuna) e perdere anche il secondo set nel momento clou, cedendo il servizio all’ottavo gioco e sprecando le occasioni concesse dal giovane cileno al momento di servire per il match.
SCENDE LA PIOGGIA… – Subito dopo la conclusione del match ricomincia a piovere, rinviando di circa mezz’ora l’avvio del secondo incontro di giornata in cui si fronteggiano l’istrionico Gael Monfils (39 ATP) e il giocatore più basso della top 100, Diego Schwartzman (23 ATP e n. 6 del seeding). Fin dal primo scambio è limpido il canovaccio tattico del francese, che propone insistentemente all’avversario palle profonde e arrotate sul suo rovescio in modo da impedirgli di giocare d’anticipo come ama fare. Canovaccio che porta l’argentino a compiere molti ed insoliti errori gratuiti nei primi game (saranno ben 18 a fine set), tanto da fargli subire un break a zero nel terzo gioco. Di lì a poco però le cose cambiano, e dopo un controbreak improvviso al sesto gioco e un combattutissimo settimo game conquistato da Dieguito, in cui ha avuto ben 7 occasioni per chiuderlo sbagliando l’impossibile (clamoroso uno smash a rimbalzo messo in fondo alla rete da metà campo), qualcosa si inceppa in Monfils, che regala senza colpo ferire il parziale con ben 3 doppi falli e un gratuito.
FUOCHI D’ARTIFICIO – La disastrosa conclusione del primo set fa infuriare l’ex top 10 transalpino, che si libera dalle catene della logica e comincia a giocare alla sua maniera: da adesso, ogni occasione è buona per giocare un colpo a tutto braccio o una smorzata no-look. La partita sembra accendersi nel quarto game, quando il francese brekka a zero con due risposte a tutto braccio e un vincente da fuori dal campo. Il pubblico finalmente si scalda e supporta il francese, che però da questo momento paga la sua scellerata scelta nel giocare ripetutamente drop shot ad uno dei giocatori più rapidi del circuito; subisce un parziale di 4 game consecutivi e rende il suo spettacolo (impreziosito da due demi-volée consecutive spalle alla rete) propedeutico alla propria sconfitta.
CHE VERDASCO – Il terzo match della serata vede il Fernando Verdasco dei tempi d’oro lasciare 4 giochi al detentore del titolo Dominic Thiem, che nel primo set lotta con grinta e tenacia riuscendo ad annullare ben 9 palle break all’indemoniato spagnolo prima di mollare alla decima, ma che nel secondo è in completa balia del semifinalista dell’Australian Open 2009 e subisce un umiliante bagel raccimolando solo 7 punti. Da sottolineare, oltre che alla prova non certo brillante dell’austriaco, il gioco spumeggiante offerto dal tennista madrileno – che accelera su qualsiasi palla da qualsiasi posizione (emblematico un irreale dritto lungolinea tirato ad una velocità impressionante da fuori dal campo e in recupero sul 3-0 30 pari del secondo set, cioè all’ultimo crocevia del match) e risponde con efficacia ai servizi molto carichi di Thiem – e l’insolita tenuta mentale che l’ha tenuto costantemente ad alti livelli nel lottatissimo primo set durato un’ora e 92 punti nonostante qualche spreco. Sarà lui a sfidare il nostro Fognini in semifinale (sabato intorno alle 23 italiane, alla conclusione dell’incontro tra Jarry e Schwartzman). Sono cinque i precedenti tra i due, Verdasco conduce con tre successi, ma Fognini ha vinto in tre set l’ultimo incontro giocato (lo scorso anno a Shanghai).
Niccolò Masiero
Risultati:
[6] D. Schwartzman b. G. Monfils 6-3 6-4
N. Jarry b. [7] P. Cuevas 7-5 6-3
[5] F. Fognini b. A. Bedene 6-7(3) 6-3 6-1
[8] F. Verdasco b. [2] D. Thiem 6-4 6-0