Nadal a Barcellona: "Grande motivazione, ma non cerco record"

Interviste

Nadal a Barcellona: “Grande motivazione, ma non cerco record”

Rafa alla stampa: “Il GOAT su terra? Non sta a me giudicare, ma i numeri rimangono”. Dimitrov e il segreto per battere Nadal. A Tsitsipas il derby Next Gen con Moutet

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da Barcellona, il nostro inviato Federico Bertelli

Neanche 24 ore dopo la vittoria nel Principato, Nadal atterra nella sua Barcelona per rispondere alle domande della stampa spagnola. Dal punto di vista tennistico l’impressione è che sia il solito Nadal, centrato e affamato come sempre. Ciò che colpisce è la capacità di focalizzarsi sul presente, lasciando da parte qualsiasi tipo di vertigine su ciò che è stato fatto e su ciò che lo aspetta. Un tema che ricorre varie volte e che emerge quando gli viene chiesto cosa ne pensi del suo stato di forma, del tabellone del torneo e della partecipazione last minute di Djokovic“Senza dubbio credo che il tabellone di quest’anno sia uno dei più impegnativi fra tutti quelli che ho affrontato e Barcellona è il torneo ATP 500 su terra battuta migliore al mondo. Arrivo in fiducia e farò il possibile per mantenere un alto livello anche qua. Giocare a Barcellona è sempre un piacere e lo farò con grande motivazione”. In ogni caso la risposta è che si vive giorno per giorno, quello che è stato fatto non conta e non si può dare nulla per scontato. Con questa chiave di lettura si capisce perché consideri quasi offensivo pensare che vincere un Masters 1000 sul rosso sia routine, ordinaria amministrazione da lavoro d’ufficio. E si capisce anche l’attitudine rispetto ai punti da difendere: per Rafa non contano, non sono una pressione e non incidono sul piano mentale. “Credo che voi giornalisti stiate sbagliando: i punti durano un anno e se l’anno scorso non avessi vinto tanto ora sarei qui da numero 15 e non da numero 1, questo è quanto. I punti di Montecarlo sono importanti perché mi hanno consentito di salire al quarto posto nella Race”.

Un Nadal che quando parla mantiene un profilo istituzionale. Più che aspettarsi battute e siparietti da primo Djokovic, è interessante da un punto di vista comunicativo la moderazione nelle risposte. Un esempio è l’ammirevole capacità di mantenere un aplomb inglese di fronte al giornalista che per l’ennesima volta tira fuori il tema del GOAT su terra battuta: “Non spetta a me giudicare, l’unica cosa che rimane sono i numeri… e in ogni caso non vado in cerca di record. Il mio sogno era quello di arrivare a competere al massimo livello e giorno dopo giorno sono riuscito ad arrivare qua e sono ben cosciente che nulla è stato scontato”. L’unica cosa che si lascia scappare è che il numero di tornei vinti è maggiore rispetto a quello di chiunque altro. La platea giornalistica va a toccare anche altri temi, di attualità prettamente spagnola, e anche in questo caso le risposte sono perfettamente misurate. La finale di Coppa del Re recentemente vinta dal Barcellona ha assunto rilevanza politica nazionale per la nota questione dei fischi all’inno spagnolo, e un Nadal perfettamente conscio della sua influenza mediatica non si è tirato indietro dall’esprimere la sua opinione anche su un argomento delicato. Io sono per il rispetto verso tutti, non riesco a fischiare nessuno e quindi non capisco la gente che fischia e non rispetta gli altri. Allo stesso modo non concepisco che in Davis a Valencia sia stato fischiato l’inno tedesco, ma evidentemente ognuno la vede a modo suo. Rispetto il punto di vista ma non lo condivido”.

Un concetto di rispetto che è il messaggio principale rivolto anche ad Andrés Iniesta, il campione e capitano del Barcellona che lascerà la sua squadra dopo oltre un decennio di vittorie anche con la Roja. “È un grande campione, la decisione è sua. Dobbiamo soltanto esprimere gratitudine per gli anni in cui abbiamo potuto ammirarlo. Parole di buon senso che dette però da un acceso tifoso del Real Madrid come Nadal non potranno che far piacere a Don Andrés. Insomma, un Rafa apparentemente banale nelle sue esternazioni, che però colpisce per la pulizia e la misura delle parole e nei messaggi sempre positivi e mai sopra le righe.

Dopo Nadal, fa il suo ingresso in sala stampa anche anche il numero 2 del tabellone, Grigor Dimitrov, che esordisce parlando della qualità dei giocatori presenti in tabellone: “Sarà un grande spettacolo, tutti se lo godranno. Sono felice di vedere come andrà… sono nella parte buona del tabellone, spero di poter giocare quanti più match possibili”. Poi spazio ad alcune considerazioni sul passaggio alla terra rossa, una superficie su cui il bulgaro è cresciuto: “È sempre difficile quando si passa alla terra battuta, cambiano le scarpe, le corde, il modo di muoversi in campo. È necessario fare degli aggiustamenti perché all’inizio ci sente un po’ rigidi, le partite possono protrarsi a lungo”. Interessanti le considerazioni di Grisha sul suo stato di forma, sia mentale che fisico, e sulle sue possibilità contro i top player: “Sicuramente l’anno scorso è migliorata la mia confidenza e la fiducia in me stesso, anche se è un processo che è ancora in corso. In passato ho perso tante partite tirate mentre ora poco a poco la bilancia comincia a pendere dalla mia parte. Per vincere grandi tornei è necessario battere i migliori, e anche se contro Nadal e Federer il mio record non è dei migliori, non sento di avere problemi mentali”.

Chiosa finale su Nadal e la sconfitta subita dal bulgaro a MontecarloFisicamente posso reggere tutto il tempo necessario. Se con Nadal non sono riuscito ad avere un risultato migliore è stato per colpa di un affaticamento alla spalla, e in questo momento non si può competere con Nadal se non si è al 100%. L’anno scorso ho potuto allenarmi sempre senza problemi, quest’anno invece ho avuto qualche fastidio, ho dovuto lavorare per tornare al livello che volevo, ma adesso sono a posto. Battere Nadal è solo una questione di consistenza, il mio piano di gioco credo funzioni, si tratta di riuscire ad eseguirlo sufficientemente a lungo”.


LA CRONACA DEGLI INCONTRI DELLA PRIMA GIORNATA

PAIRE DIVERTE – In attesa dell’esordio del legittimo proprietario, ad inaugurare il programma di giornata della Pista Rafa Nadal sono il cileno Nicolas Jarry e il francese Benoit Paire, che ha la meglio in 2 ore e 23 minuti. Un Paire che quest’anno non ha fatto faville e che con questa vittoria porta in pareggio il bilancio vittorie e sconfitte (10-10). Un Paire che nel bene e nel male fa la partita, mentre Jarry cerca diligentemente di approfittare delle opportunità offerte. Come sempre non mancano alcuni punti spettacolari di Paire, con palle corte seguite da drive di rovescio al volo, intervallate come al solito da discese a rete e palle corte senza senso. Il pubblico di Barcelona avrà modo di divertirsi ancora, con Carreno Busta, prossimo avversario del francese, che potrebbe dover affrontare un test di solidità mentale.

NEXT GEN VS NEXT GEN – Partita intensa e divertente per un set, che si spegne nel secondo parziale con l’airone greco Stefanos Tsitsipas che prende il largo dopo un illusorio break iniziale del 19enne francese Corentin Moutet. Primo set che vede uno schema tattico ben preciso, con Moutet alla ricerca del rovescio di Tsitsipas con palle lavorate e cariche di effetto, e uno Stefanos più aggressivo nel tentativo di entrare in comando dello scambio. La differenza la fanno fondamentalmente il servizio e il diritto del greco, di ben altro peso rispetto al proprio avversario. Nel primo parziale il francese riesce a rimanere in scia salvando svariate palle break grazie a un atteggiamento più coraggioso nei momenti importanti e con alcuni punti anche di pregevole fattura, in particolare un paio di attacchi in controtempo e alcune palle corte ben giocate. Tuttavia sul 5-4 e set point Tsitsipas arriva il momento decisivo: nel tentativo di salvare una situazione disperata la racchetta del giovane francese va a sbattere contro la mano del giudice linea mandandolo fuori equilibrio. Dal vivo in effetti sembrava un concorso di colpa: se da un lato il campo era abbastanza stretto (si giocava sul campo 2), dall’altro il giudice non ha fatto granché per scansarsi. Situazione mal gestita dal giudice di sedia che evidentemente non aveva certezza di quale applicazione dare del regolamento, limitandosi a prendere atto di quanto avvenuto senza dar alcuna spiegazione della scelta fatta ne ai giocatori ne al pubblico. Partita virtualmente finita: il greco chiude 6-4 6-1 in un’ora e 27 minuti.

COME SI BATTE NADAL? ANCHE CUEVAS DICE LA SUA – Facile vittoria per Pablo Cuevas contro il qualificato Ojeda Lara, che a margine della vittoria ha rilasciato alcune dichiarazioni alla stampa: “Fino ai 23-24 anni non ho mai  giocato su erba e fino a 18 mai sul cemento. In Sud America si gioca sempre su terra rossa. Il tennis comparato con altri sport? Al primo posto c’è il calcio, al secondo il calcio e al terzo il calcio, poi vengono anche gli altri sport”. Non poteva certamente mancare un commento sul rullo compressore Nadal, visto che Cuevas è comunque uno dei pochi che in carriera è riuscito a batterlo su terra battuta (Rio 2016, mentre sempre a Rio nel 2017 è comunque riuscito a portarlo al terzo set): Battere Nadal adesso è ancora più complicato a causa della sua aggressività. Devi riuscire a non farti dominare. E poi ha quella difesa che ha sempre avuto”. Divertente anche il commento rispetto alla possibilità di destabilizzare Nadal con qualche tattica temeraria, come il servizio da sotto, ipotesi circolata in rete negli ultimi giorni, specie alla luce della posizione in risposta di Rafa, che è stata praticamente attaccata ai teloni di bordocampo a Montecarlo. “A Rio quanto battei Ramos-Vinolas in finale, annullai un match point battendo dal basso. Tuttavia in quel caso non fu una scelta dettata dalla strategia, quanto dalla paura di sbagliare: in quel match feci 12 doppi falli. In ogni caso un’idea del genere contro Rafa può funzionare una volta, non di più”.

Risultati:

G. Garcia-Lopez b. Y. Sugita 7-6(5) 7-6(5)
[WC] M. Granollers b M. Kukushkin 6-2 6-2
D. Lajovic b. [WC] Martinez 6-4 6-7(5) 6-3
L. Mayer b. M. Zverev 6-3 6-0
I. Karlovic b. [WC] T. Robredo 6-7(5) 7-6(8) 6-4
S. Tsitsipas b. [Q] C. Moutet 6-4 6-1
[Q] R. Dutra Silva b. J. Donaldson 6-3 6-1
B. Paire b. N. Jarry 7-6(4) 6-7(3) 6-4
P. Cuevas b. [Q] R. Ojeda Lara 6-0 6-4
M. Jaziri b. T. Sandgren 6-4 6-4

Il tabellone completo

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