La settimana perfetta di Quinzi: primo titolo Challenger a Francavilla

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La settimana perfetta di Quinzi: primo titolo Challenger a Francavilla

Gianluigi batte in finale il giovane talento Casper Ruud 6-4, 6-1: “Non so se è un sogno o realtà”. Grazie a questa vittoria arriverà alla posizione 265 del ranking

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da Francavilla al mare, la nostra inviata

Solo pochi aficionados speravano in un ritorno di fiamma del tennis in Abruzzo: l’ultimo Challenger risale al 1992 a Pescara fino ad arrivare ai giochi del Mediterraneo del 2009. Nel 2017 la cittadina di Francavilla al Mare, ha destato stupore per aver dato vita ad una manifestazione coinvolgente, all’altezza degli altri tornei internazionali della medesima categoria. L’anno scorso tutti i giocatori avevano encomiato gli Internazionali di tennis d’Abruzzo alla loro prima edizione. Si sa, nello sport, è difficile ripetere grandi risultati (fatte le dovute eccezioni), tuttavia l’evento della piccola città sul litorale adriatico è riuscito a perfezionarsi: i due campi d’allenamento sono stati coperti, gli stand posizionati prima dell’ingresso ai campi, per mettere i visitatori in “modalità tennis”, due bar, di cui uno vicino al terreno da gioco con comode poltroncine sulle quali è possibile assistere agli incontri sorseggiando una bibita fresca; infine, il ristorante con veduta sui campi, piccolo richiamo al Country Club di Montecarlo. Girovagando per lo Sporting di Francavilla, si osservano ballboys che gareggiano per chi deve entrare in campo sotto il sole, altri ragazzini impegnati in partite di mini tennis, alcuni di loro si arrabattano per un autografo (molti ne hanno il cappellino pieno senza sapere di chi sono).

Grazie a questi tornei “minori” si ha la possibilità di ritrovarsi vis a vis con i giocatori, vedere come si allenano, le loro paure prima di scendere in campo oppure i loro momenti di relax, piuttosto rari poiché vengono continuamente circondati da selfiesti. Durante un evento di tale portata si può scoprire l’impressionante dedizione di un NextGen come Felix Auger Aliassime, il quale dopo la sconfitta contro Ruud, ha pensato bene di fare un po’ di “defaticamento” collaudando nuovamente il servizio. E perché no, scambiare due chiacchiere con un futuro campione, come era accaduto l’anno scorso con Stefanos Tsitsipas, finalista dell’ATP 500 di Barcellona 2018. Insomma, si respira aria di tennis perfino dai pini che circondano il circolo abruzzese, a due passi dal mare. Il pubblico da inerte spettatore diviene coprotagonista dello spettacolo in scena, visitando anche il dietro le quinte dei grandi protagonisti.

Tra questi emerge imperante il vincitore della seconda edizione degli Internazionali d’Abruzzo e del suo primo Challenger in carriera: Gianluigi Quinzi. Il giovane marchigiano ha cominciato il torneo in sordina, entrato nel main draw grazie ad una wild card. Quinzi ha saputo ripagare ampiamente la gentilezza del direttore dell’evento, Luca Del Federico, sciorinando un tennis di qualità e lasciando il pubblico entusiasta nel rivederlo in forma. Già dalle Finals NextGen di Milano, avevamo visto un Quinzi capace di dare filo da torcere ai suoi coetanei più esperti ed oggi conferma le attese meneghine. Gianluigi è approdato in finale battendo De Loore (belga, convocato in Davis Cup quest’anno, ha strappato un set a John Isner), i connazionali Vanni e Pellegrino (unico in grado di macchiare l’immacolato cammino del marchigiano, rubandogli un set) e Griekspoor. A separarlo dal titolo c’era solo un giocatore battuto due anni fa al Future di Oslo: Casper Ruud, attualmente numero 193, ma con un trascorso da (quasi) top 100, semifinalista all’ATP 500 di Rio nel 2017, reduce da un secondo turno agli Australian Open di quest’anno. Il norvegese, due anni più giovane del 22enne di Porto San Giorgio, ma con un bagaglio di esperienze notevole, è indubbiamente il favorito. Tuttavia, Gianluigi interpreta la partita in maniera impeccabile, annichilendo Ruud, il quale esce mentalmente dal match all’inizio del secondo set. “Sapevo la tattica di gioco, anche se ero teso, era la mia prima finale Challenger, ma mi sono preparato bene fisicamente. Oggi dovevo dare il massimo perché sapevo che il livello sarebbe stato alto con un semifinalista di un 500. Dovevo entrare deciso in campo, perché Ruud ha molta più esperienza di me”, ci confessa Quinzi nel post partita.

L’azzurro, infatti, si è portato subito avanti, breakkando l’avversario già al primo game, per poi ripetersi nel terzo. In un batter d’occhio l’incontro scivola sul 4-0 a favore di Gianluigi e proprio ad un passo dal chiudere il primo set, Ruud inanella tre giochi di fila. Sugli spalti, gremiti a tal punto da lasciare in piedi alcuni spettatori, si percepisce il timore di assistere ad un ribaltamento del punteggio. “Ho sbagliato a cambiare strategia”, ammette Gianluigi stringendosi nelle spalle, mentre si asciuga la fronte, “volevo giocare aggressivo, rischiare di più, però ho capito che dovevo manovrare ancora. Quindi mi sono calmato, ho resettato e sono ripartito”. Lavorando in top spin con il dritto, incidendo con un 61% di prime di servizio e un rovescio sempre in spinta, Quinzi conquista il primo set 6-4, dopo aver sciupato due palle break nel nono game. Il secondo parziale di gioco vede un giocatore dominante e l’altro inerme di fronte a tanta determinazione e solidità mentale. La tenuta mentale è stata la chiave per vincere la partita; con questi giocatori bisogna mantenere la calma, specialmente in momenti complicati come il settimo game del primo set”, dichiara il tennista marchigiano, che prosegue dicendo: “Dopo il primo set ero in fiducia e ho pensato che per battermi Ruud doveva giocare davvero molto bene, quindi sono rientrato in campo molto più convinto”.

Abbiamo ritrovato un Quinzi molto più sereno, sorridente, disponibile e in fiducia, nonostante la stanchezza: “Sono stanco dopo una settimana così intensa, ma quando sono in campo non ci penso”. Il giovane marchigiano si aggira per il circolo con la freschezza di un 22enne qualunque e con la gioia di poter condividere le emozioni di una prima vittoria Challenger: Gianlu rilascia interviste ai tanti giornalisti che lo assalgono, impedendogli di rigenerarsi sotto la doccia, firma autografi, foto con bambini e adulti, attendendo pazientemente anche chi manda in tilt la fotocamera prima di scattare. Quinzi era partito all’inizio del torneo come numero 347 del mondo. Grazie a questa vittoria, approderà alla 265esima posizione, a pochi punti dal suo best ranking (226). Tutto questo sembra non importare al ragazzone alto 191 cm, con la divisa da tennista ancora addosso, mentre afferma: Non so se è la svolta, ma mi godo la vittoria, sono molto contento e tranquillo”. Serenità rinnovata, che trasuda dagli occhi vispi e ridenti di Gianluigi: “Adesso voglio fare le cose che mi piacciono. Entro in campo, gioco e mi diverto. Mi è tornata voglia di giocare, ho passato un periodo un po’ stressante: volevo fare la vita di un ragazzo normale, vedere com’era, ma mi sono reso conto che mi mancava qualcosa. Ora mi alleno e ho anche del tempo per andare al cinema o stare con la mia famiglia, non si può pensare solo al tennis e al lavoro”.

Visibilmente sotto tono il finalista, Casper Ruud, il quale non è stato assalito dalla folla dopo la partita. L’abbiamo incontrato dopo la doccia, con i capelli ancora bagnati e le infradito ai piedi: “È un torneo giovane, ma ci sono stati molti spettatori. È una bella città”. Con le scarpe sporche di terra rossa nelle mani e il borsone in spalla, il norvegese confessa: “Quinzi è un ottimo giocatore, è stato difficile fare meglio, anche se sapevo cosa mi aspettava, avendoci giocato due anni fa”. Con lo sguardo rivolto verso il basso e il tono di voce piuttosto sommesso, Ruud dichiara i suoi intenti futuri: “Giocherò a Monaco la settimana prossima e dopo  alcuni Challenger prima del Roland Garros”. Il norvegese è al nono posto nella Race to Milan: “Ho visto il torneo e penso sia molto divertente, sarebbe incredibile giocarlo”, afferma accarezzandosi il ciuffo biondo, “I miei obiettivi sono: migliorare il ranking, entrare nei tabelloni ATP e fare del mio meglio, sperando di poter partecipare alle Finals di Milano”.  Il 19enne di Oslo, figlio d’arte (suo padre Christian è stato numero 39 del mondo), fa spallucce, come a scrollarsi di dosso la tensione, quando gli viene chiesto se sente il peso di questa eredità: “Non sento la pressione nemmeno da parte della mia nazione, nonostante sia molto seguito in Norvegia… Siamo in pochi a giocare a tennis”.

Gli Internazionali d’Abruzzo si concludono nel migliore dei modi: la vittoria tanto attesa nel circuito Challenger di Quinzi, spettatori a fiumi e la voglia di tennis, che irradia tutta la costa. “Ho provato un’emozione grandissima. Non mi aspettavo tutto questo pubblico fin dai miei primi incontri. Non ero venuto qui per vincere il torneo, ma solo per dare il meglio di me, non so se è un sogno o realtà, ammette sorridente il vincitore del torneo, il quale si augura di partecipare anche a eventi di categoria superiore nel futuro a breve termine: “Spero di tornare l’anno prossimo… oppure no”. Apri gli occhi Gianlu, è tutto vero, ora il sogno è di vederti calcare i grandi palcoscenici.

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