ATP Madrid: fuori Nole, ancora non ci siamo. Rafa è un rullo

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ATP Madrid: fuori Nole, ancora non ci siamo. Rafa è un rullo

MADRID – Djokovic lotta ma cede al terzo con Kyle Edmund. La risalita sarà lunga. Nadal sembra inarrestabile, 48 set consecutivi vinti. Bene Goffin e Zverev, Thiem passa al terzo

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da Madrid, il nostro inviato

[1] R. Nadal b. G. Monfils 6-3 6-1

NADAL, ORA SONO 48 Inarrestabile. Questa è l’impressione che dà Rafael Nadal quando lo vedi giocare sulla terra rossa. Gael Monfils, specialmente nelle condizioni di oggi, ovvero ben lontane dal suo passato da top-10, non poteva fare più che una figura da onesto sparring partner. Il fuoriclasse di Manacor lo ha mandato in affanno fin dal palleggio di riscaldamento, figurarsi in partita. Dritti pesantissimi, rovesci in spinta, discese a rete in controtempo, passanti, tutto. Poco da raccontare, un 6-3 6-1 un’oretta abbondante che definire conquistato in scioltezza è poco, e siamo a meno 1. Meno un set dal record di parziali consecutivi vinti da un tennista professionista, che resiste dal 1984 (McEnroe, 49, durante una delle stagioni più dominate della storia del gioco). Per larga parte della partita, lo stesso Monfils (con la grande simpatia istintiva che lo contraddistingue), resosi conto della situazione insostenibile dal punto di vista sia fisico che tecnico, ha accettato di buon grado il ruolo di spalla e spettatore non pagante, sorridendo spesso e fermandosi diverse volte a scherzare con gli spettatori delle prime file, chiedendogli consigli su cosa fare, e come. Verso la fine del match, più di un momento di autentico spettacolo offerto da Rafa, con vincenti spaventosi tirati da ogni posizione del campo. Come detto, siamo a 48 set consecutivi vinti: è difficile ritenere che Schwartzman possa impedire negli ottavi di finale a Rafa di raggiungere e superare Johnny Mac. Poco altro da aggiungere, solo da applaudire. Che campione.

K. Edmund b. [10] N. Djokovic 6-3 2-6 6-3 (da Madrid, Ferruccio Roberti)

NOLE DOVE SEI? – Non supera la prova del nove Nole Djokovic: il serbo, capace lunedì di raccogliere la migliore vittoria dell’anno- per ranking e caratura dell’avversario- contro Nishikori, 20 ATP, si arrende a un ottimo Edmund che continua a mostrare progressi anche sulla terra, dove quest’anno aveva raggiunto la finale a Marrakech e i quarti a Estoril. Nole paga un pessimo primo set, nel quale appariva quasi svogliato, bloccato da pressione e chissà quali pensieri. Poi, per sua fortuna, è riuscito a scuotersi e a prodursi in una prova dignitosa: può recriminare la sfortuna per due brutti rimbalzi quando nel terzo set ha perso il servizio e, soprattutto, nel medesimo parziale, può rimpiangere tre palle break consecutive non capitalizzate. Del resto, le impressioni erano state negative sin dall’inizio. Già dai primi scambi – sotto gli occhi dell’ex “Fenomeno”, Luiz Nazario de Lima, in arte Ronaldo, grande attaccante per diversi anni anche del Real Madrid – Nole dava l’idea di essere nervoso, scuotendo la testa e producendosi in smorfie che non facevano presagire nulla di buono per l’esito della sua partita.

Il linguaggio del corpo non mentiva nemmeno questa volta: Nole perdeva il turno di servizio inaugurale e a nulla gli serviva riconquistare il break nel gioco successivo. Nel quinto game, infatti, Edmund gli strappava nuovamente il servizio. Il pubblico del Manolo Santana provava in tutti i modi a incoraggiarlo, ma il campione serbo continuava a ciondolare per il campo con un atteggiamento all’apparenza indolente, muovendosi sempre a testa bassa. Significativo in tal senso era il nono gioco, nel quale Djokovic perdeva nuovamente la battuta a 0, senza che praticamente si muovesse per il campo. Edmund, bravissimo a non farsi distrarre, non doveva fare nulla di straordinario per conquistare il primo set in trentadue minuti: in quel momento del match pochissimi – e forse nemmeno il serbo – potevano immaginare che la partita non avesse un esito segnato. Il due volte campione di Madrid (nel 2011 e nel 2016) aveva sempre sconfitto senza perdere un set il 22 ATP nelle tre precedenti volte che si erano affrontati e sembrava ricordarsene a inizio secondo set, quando, con un moto d’orgoglio, brekkava Edmund nel corso del primo gioco. Sembrava essere una casualità che non avrebbe cambiato l’inevitabile destino del match. Il serbo però iniziava a servire molto bene (nel secondo set col 71% di prime in campo e l’87% di punti vinti con la prima). Come sempre accade nel tennis, riuscire a guadagnare punti facili, infondeva fiducia e anche Nole, piano piano, si rianimava, colpendo bene e producendosi in bei recuperi “alla Djokovic vecchia maniera”. Edmund ci capiva abbastanza poco e, così, il serbo portava a casa il parziale col punteggio di 6-2 e, dopo 68 minuti, si andava al terzo e decisivo set.

Finalmente nasceva una partita vera, anche piacevole: in campo non c’era più solo il talentuoso ventitreenne britannico, capace di arrivare alle semifinali degli ultimi Australian Open, ma anche il campione serbo, che colpiva la palla coi piedi dentro la riga di fondo, dando profondità ai suoi colpi con entrambi i fondamentali. Un segnale faceva capire il cambiamento in atto in Nole: si sentivano i gemiti del serbo dopo aver colpito la palla, come non accadeva invece nel corso del primo set. Nel quinto gioco Nole si procurava tre palle break consecutive: sulle prime due era bravo il britannico ad aiutarsi col servizio, sulla terza, dopo un lungo scambio, mandava lungo un rovescio. Nell’ottavo gioco, dopo che aveva difeso facilmente i precedenti turni di servizio, il fato non aiutava Nole: un paio di rimbalzi negativi portavano a palla break Edmund, che capitalizzava alla prima occasione, grazie a un dritto lungo di Djokovic. La partita finiva lì: nel gioco successivo il britannico manteneva a 0 il servizio e dopo 1 ora e 42 minuti guadagnava l’accesso agli ottavi, in quella che è la sua prima partecipazione in carriera a Madrid. Lo attende domani David Goffin, 10 ATP.

BRAVO DAVID, RIMONTA KEVINBuona vittoria per il belga David Goffin sull’olandese Robin Haase. Un primo set in cui i giocatori alla battuta non hanno trovato continuità lo ha visto prevalere per tre break a due, con quello decisivo piazzato al dodicesimo game. 7-5. Nel secondo parziale Goffin è entrato meglio in ritmo con il servizio (nessuna palla break concessa) e con le sue consuete belle geometrie, mentre Haase, a parta qualche pallata vincente, ha continuato a trovarsi spesso in difficoltà. Break al sesto gioco per David, e match chiuso poco dopo, 6-3, senza problemi. Kevin Anderson è riuscito a piegare alla distanza Mikhail Kukushkin, in un match scarno a livello di spettacolo, ma piuttosto intenso almeno nei primi due set. la prima e unica palla break del primo parziale, all’undicesimo game, è costata il set al sudafricano, 7-5. Anderson ne ha salvata un’altra nel secondo set, sul 4-4, per poi riuscire a pareggiare i conti vincendo il tie-break in modo netto. Nel terzo set, evidentemente sciolto di braccio, Kevin ha martellato dall’inizio alla fine, facendo valere la sua maggiore pesantezza di palla. Subito 4-0 con due break, il conseguente 6-2 finale gli consegna gli ottavi di finale contro Kohlschreiber.

LOTTANO PHILIPP E PABLO – Nel frattempo, Philipp Kohlschreiber è uscito vittorioso da una lotta durissima contro Roberto Bautista Agut, riuscendo a far valere alla distanza il suo tennis brillante, fatto di rotazioni, angoli e attacchi con lo splendido rovescio. L’ordinato e geometrico spagnolo ha giocato bene, ma ha sofferto alla fine la maggior predisposizione per la terra battuta del recente finalista di Monaco di Baviera, che ha chiuso 7-5 al set decisivo. Pablo Cuevas, anche lui dotato di un rovescio a una mano tra i migliori del circuito, a sua volta ha dovuto ricorrere al terzo parziale per avere ragione di un coriaceo Albert Ramos-Vinolas, che però ha saputo incidere con le sue traiettorie mancine solo a tratti. Il secondo set è stato combattuto e giocato punto a punto, e vinto al tie-break da Albert, il primo e il terzo (e decisivo) hanno visto Pablo imporre la sua pesantezza di palla, con diverse belle accelerazioni vincenti. Per Cuevas ora John Isner, che ha superato in due tiebreak Ryan Harrison nel derby a stelle e strisce.

SASCHA E DOM SOTTO LE STELLE – La meglio gioventù del tennis mondiale, o almeno la più cool, scende in campo che è già sera. A rigor di classifica tali sono oggi Dominic Thiem (7 ATP, tds 5) e Alexander Zverev (3 ATP, tds 2), uniche leve nuove (o seminuove…) a piazzarsi stabilmente fra i top ten. Certo, per svellere il dinamico duo dal podio ci vorrebbe un piede di porco invece che la racchetta ma sia l’austriaco che il tedesco hanno dimostrato di poter essere dei rivali credibili. Si gioca per gli ottavi e il primo a raggiungerli è Thiem. Sul campo dedicato ad Arantxa Sanchez però Dominic non dà buona prova di sé. Nervoso, smagrito e smarrito, non sembra ancora aver recuperato piena mobilità dopo l’infortunio alla caviglia e perde il primo set contro il mancino Federico Delbonis (78 ATP) annegando in un mare di errori. Molti di dritto, parecchi di metri. Delbo palleggia intelligentemente al centro per non aprire angoli ma dal secondo set in poi un taglio fra l’indice e il medio della mano sinistra gli crea qualche problema. Sia come sia Thiem riesce a migliorare quel tanto che basta per far emergere la differenza di livello. Un break gli consente il riaggancio prima del soffertissimo 7-5 al decider che lo promuove. Decisivi gli aces. Due (uno con la seconda palla), lo tolgono d’impaccio nel sesto gioco, l’ultimo gli consegna il match. Nel grigiore generale è da salvare la gran reazione dell’austriaco al break subito sul 5-4 quando ha servito una prima volta per chiudere. Avrà adesso un avversario durissimo, quel Borna Coric capace di spaventare sua maestà Roger a Indian Wells. Precedenti in parità, ma se lo stato dell’arte è questo Dominic rischia il massacro. Sul Santana, quando gli spagnoli sono nel pieno della cena, tocca ad Alexander Zverev svolgere un compitino facile facile contro il russo Evgeny Donskoy (90 ATP). Giusto il tempo di arrivare al caffé e la partita finisce, troppa la differenza in efficacia di gioco e attitudine fra i due. Donskoy non è certo a suo agio sulla terra ma dopo aver ceduto nettamente il primo parziale ha il merito di non mollare nel secondo, complice anche uno svagato Sascha che tarda a piantare le ultime banderillas e benedice un nastro. Prossimo turno contro Leo Mayer che ha distrutto il vecchio leone Verdasco. Nessun precedente.

ha collaborato Raffaello Esposito

Risultati:

[8] D. Goffin b. R. Haase 7-5 6-3
K. Edmund b. [10] N. Djokovic 6-3 2-6 6-3
[1] R. Nadal b. G. Monfils 6-3 6-1
[6] K. Anderson b. [Q] M. Kukushkin 5-7 7-6(3) 6-2
P. Cuevas b. A. Ramos-Vinolas 6-1 6-7(2) 6-2
[7] J. Isner b. R. Harrison 7-6(1) 7-6(7)
P. Kohlschreiber b. [11] R. Bautista Agut 6-3 4-6 7-5
[13] D. Schwartzman b. F. Lopez 7-5 2-6 6-2
L. Mayer b. F. Verdasco 6-2 6-1
B. Coric b. J.L. Struff 6-0 6-2
[5] D. Thiem b. [Q] F. Delbonis 4-6 6-3 7-5
[2] A. Zverev b. [Q] E. Donskoy 6-2 7-5

Il tabellone maschile

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