Ferrer vicino al ritiro: "Forse l'addio al tennis a Barcellona o Madrid"

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Ferrer vicino al ritiro: “Forse l’addio al tennis a Barcellona o Madrid”

Défaillance fisiche e mancanza di risultati per David Ferrer. Forse l’addio al tennis a Barcellona o a Madrid. Le sue parole: “Vorrei giocare il prossimo US Open come se fosse il mio ultimo Slam”

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Uno dei “gladiatori” del tennis sta pensando di deporre la spada e abbandonare l’arena del Tour. Si tratta del 36enne David Ferrer che pochi giorni fa, a El Larguero, ha annunciato che la stagione 2018 potrebbe essere l’ultima della sua carriera. È una decisione che viene da lontano e che Ferrer sta maturando già da un po’ di tempo. Da un paio d’anni ormai David non riesce ad esprimersi sui livelli che lo hanno reso uno dei tennisti più costanti e coriacei degli ultimi dodici anni. Nel 2016 (non gli succedeva dal 2004) il tennista di Jávea non disputa neanche una finale. Poi un ulteriore scatto d’orgoglio gli consente una nuova vittoria a Båstad nel 2017, punti che però non è riuscito a difendere due settimane fa perdendo al secondo turno con il giovane Casper Ruud. Il torneo svedese quest’anno infatti si è tinto di azzurro, con la settima vittoria in carriera di Fabio Fognini.

Di trofei nella sua longeva carriera David Ferrer ne ha vinti ben 27 (su tutte le superfici), fra cui il più prestigioso è quello di Parigi-Bercy conquistato nel 2012; ha vinto inoltre dieci ATP 500 e  raggiunto altre 25 finali, le più importanti al Roland Garros (2013) e alle Finals (2007), perse rispettivamente contro Rafa Nadal e Roger Federer. Vanno ricordate le altre sei finali nei Masters 1000 (Roma, Montecarlo, Shanghai, Miami, ancora Parigi-Bercy e Cincinnati). Ha disputato inoltre altre cinque semifinali Major e vanta un best ranking di n.3 ATP, ottenuto nel 2013 a 31 anni. E poi i tre trionfi in Coppa Davis. Insomma, una carriera luminosa seppure priva di un sigillo Slam, un esempio perfetto del connubio vincente tra volontà inesauribile e umiltà ; tant’è che David risulta essere il tennista privo di Major che ha vinto il maggior numero di tornei (lo seguono Tsonga e Gasquet con 16 e 15 titoli).

Tuttavia sono vittorie ottenute con un grandissimo dispendio di energie, dato che il tennis dello spagnolo è sempre stato caratterizzato da un approccio prettamente fisico, con scambi interminabili da fondocampo. E, adesso, a 36 anni, le tante ore spese da David in campo si fanno sentire inesorabilmente. I tempi di recupero non sono più gli stessi, così come si è ridotta la velocità e la resa fisica e agonistica. Situazione alla quale il saggio David si è preparato già da tempo quando, un anno fa, dopo la sconfitta al primo turno del torneo di Barcellona, dichiarava: “Accetto il nuovo me, non mi butterò da un ponte. Non posso più allenarmi come un tempo, fisicamente non recupero come allora e per questo intendo provare cose diverse. Ho lavorato in un certo modo per tutta la vita, e negli ultimi anni è andata peggio. Mi allenerò in modo diverso per non sottomettermi a un carico fisico eccessivo, non posso correre per i problemi ai tendini né utilizzare la stessa potenza”.

David Ferrer – Buenos Aires 2017 (foto © Argentina Open/Sergio Llamera)

Dopo quel torneo di Barcellona, David ha ritrovato un po’ di ottimismo con il 27esimo trofeo a Båstad e con i quarti a Cincinnati. Nel 2018 viene riconvocato in Coppa Davis per il tie dei quarti di finale contro la Germania, e in quel di Valencia Ferrer dimostra ancora di essere di “Ferru”, regalando alla squadra l’accesso alla semifinale con la vittoria decisiva su Kohlschreiber dopo una maratona estenuante di quasi cinque ore. Uscito dalla top 20 nel 2016 dopo sette anni, Ferrer è attualmente n. 68 in classifica. Come dicevamo, la stagione estiva non gli ha sinora regalato le soddisfazioni sperate: dopo la sconfitta in Svezia al secondo round, ad Amburgo cede subito al primo turno. Tra poco lo aspetta Cincinnati, dove dovrà difendere i quarti di finale. Ma i problemi fisici si fanno ancora sentire, soprattutto il dolore ai tendini di Achille.

In una recente intervista ai media spagnoli, David ha riconosciuto con molta sincerità che non gli piace essere il n. 60 del mondo.Penso che questa parte della mia vita stia volgendo al termine. Vorrei vivere il prossimo US Open come se fosse il mio ultimo slam. Il prossimo anno vedrò quando e dove ritirarmi. Il problema ai tendini è un calvario. Mi piacerebbe ritirarmi in un torneo di casa, o al Godó (Barcellona) o a Madrid“. Lo spagnolo, per cui le priorità sono cambiate negli ultimi mesi (felice della sua nuova vita famigliare e fresco papà del piccolo Leo), potrebbe presto cambiare vita. Tra gli ultratrentenni è quello che più sta faticando a ritagliarsi una seconda giovinezza tennistica ed è tra coloro che risentono maggiormente del tempo che passa. I suoi piedi, tra i più rapidi e reattivi del circuito, sembrano ora dire basta ai tanti, troppi chilometri percorsi in più di quindici anni di carriera.

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