ATP
Federer torna “Express” a Basilea ma in finale trova… Copil!
Lo svizzero lascia 5 giochi a uno dei giocatori più caldi del momento. Giocherà per il titolo N. 99. Il rumeno a suon di ace (26) elimina la testa di serie numero due e va alla caccia del primo titolo

da Basilea, i nostri inviati Lorenzo Colle e Luca De Gaspari
LA LEZIONE DEL MAESTRO – La semifinale più attesa degli Swss Indoors è stata molto diversa dalle attese: vi erano in campo due giocatori uno di 37 anni tale Roger Federer, presumibilmente in declino e uno dei giovani più caldi del circuito a ridosso ormai della top 15 mondiale, Daniil Medvedev. Il “vecchio” che aveva avuto difficoltà palesi per tutta la settimana specialmente con il servizio, ha riavvolto il nastro del tempo chiudendo uno spettacolare primo set in 19 minuti che ha tramortito il russo. Medvedev ha avuto una reazione di orgoglio e di rabbia solo dopo aver subito un devastante parziale di 9 giochi a zero. Roger ha contenuto finalmente il numero degli errori e ha gestito con estrema facilità la partita dopo qualche brivido iniziale nel primissimo gioco dell’incontro. Poi ha probabilmente staccato la spina quando si è trovato avanti 6-1 5-1 e ha perduto un game lunghissimo durato oltre 8 minuti in cui ha mancato il primo match point a sua disposizione. Nel gioco successivo ha quindi subito il primo break del match facendo salire l’apprensione del pubblico di casa che temeva la classica “dormita” da secondo set del suo eroe. Roger ha ritrovato freddezza nel momento decisivo sul 5-4 per chiudere la questione. Un match dove al di là del rilassamento finale, è stato decisamente solido.
E allora eccoci qui pronti ad aggiornare il libro dei record a Basilea: finale N.14, la dodicesima nelle ultime dodici partecipazioni, 19 vittorie consecuitive. Tra poche ore andrà alla caccia del nono titolo casa sua, il N.99 della sua incommensurabile carriera nella finale N.151. Lo farà contro un giocatore, Marius Copil, che non ha mai affrontato e che sta vivendo la settimana della vita avendo eliminato la seconda e la terza testa di serie del torneo. Per vincere il torneo però dovrà battere non solo la prima ma anche quello che qui è un monumento nazionale, ammesso che la definizione si possa limitare alla sola Svizzera. A giudicare dalla varietà degli spettatori intorno a noi, non sembra proprio che sia il caso.
LONTANI DALLA CINA – A fine partita Roger ha commentato sulle differenze rispetto al match di secondo turno contro Medvedev a Shanghai di due settimane fa: “Le condizioni sono molto diverse là, i campi sono molto veloci e si può colpire molto forte ma la palla non prendeva le rotazioni, soprattutto il kick di servizio. Oggi ho potuto variare molto di più ma devo anche dire che lui non ha giocato altrettanto bene. Lui non lo ammetterà ma il match con Tsistipas finito tardi lo ha stancato anche mentalmente.”
CI VEDIAMO DA MARIUS – La prima semifinale dell’edizione 2018 degli Swiss Indoors Basel regala una grande sorpresa: Marius Copil elimina Alexander Zverev, seconda testa di serie del torneo, e si qualifica per la seconda finale della sua carriera, la prima in un ATP 500. Con questo risultato, il romeno diventa il primo giocatore proveniente dalle qualificazioni a raggiungere l’ultimo atto qui a Basilea dal 2005, quando a riuscirci fu Marcos Baghdatis. La sua posizione di numero 93 del mondo (da lunedì sarà come minimo numero 60, best ranking) fa di lui anche il finalista con la classifica più bassa dai tempi di Patrick McEnroe nel 1994 (n° 100).
Entrambi i giocatori entrano in campo senza ancora aver perso un set in tutto il torneo, qualificazioni comprese per quanto riguarda Copil. Le premesse non sembrano buone per il romeno che inizia mettendo pochissime prime in campo e offrendo una palla break già nel quinto game. Una controsmorzata larga di Zverev lo grazia e Copil lo punisce nel gioco successivo. Il tedesco sembra essere fin troppo consapevole della propria superiorità da fondocampo e si limita a mantenere il palleggio senza forzare eccessivamente. Copil dal canto suo non fa sconti e va a prendersi con coraggio ogni centimetro lasciato dal tedesco. Al momento di chiudere, annulla due palle break e poi sigilla il set con l’ennesimo serve&volley vincente. In avvio di secondo set, Zverev è nervosissimo. Commette errori inusuali e continua a parlare da solo o con il suo angolo dopo ogni colpo sbagliato, ma anche dopo ogni bel vincente di Copil. Il romeno invece continua a giocare bene: viene a rete senza paura, inganna spesso Zverev con la palla corta e usa sapientemente lo slice per mischiare le carte.
I servizi però la fanno da padroni e senza troppi scossoni si approda al tiebreak: Copil prova a scappare sul 4-2, ma si fa recuperare e sul 6-7 (dopo un primo set point sprecato da Zverev con una orrida volée), subisce la pressione del tedesco che lo forza all’errore. Il terzo set è ancora più lineare del secondo, entrambi servono fortissimo (il tachimetro di Copil fa registrare picchi vicino ai 240 km/h con discreta continuità) e in risposta non riescono a fare molto. La sorpresa si concretizza nel decimo gioco, nel quale il maggior coraggio di Copil ha la meglio sull’attitudine conservativa e nervosa di Zverev. Bel passante di rovescio, rovescio largo di Zverev, rovescio vincente al termine di uno scambio tutto in spinta e risposta profonda con conseguente facile chiusura a rete: game, set&match Copil. “Ero arrivato qui pensando di cercare un paio di vittorie per poter rimanere dentro la top 100“, dichiara sorridente e quasi incredulo in conferenza stampa. “Ho tentato di mischiare molto le carte per non dargli ritmo. Palle lente, palle rapide, slice…Il piano era quello e ha funzionato. Giocare contro Roger sarebbe un grande regalo.” Anche Roger ha commentato sul grande torneo di Marius dopo la sua semifinale: “Lui gioca un tennis veloce classico fatto di colpi piatti e slice di rovescio. Di sicuro è bello vedere che si può ancora giocare in questo modo, se lo sai fare bene. Non vedo l’ora di giocare questa finale“
Risultati:
[1] R. Federer b. [7] D. Medvedev 6-1 6-4
[Q] M. Copil b. [2] A. Zverev 6-3 6-7(6) 6-4
ATP
ATP Chengdu: il trionfo di Zverev, battuto Safiullin in rimonta
Per l’ex numero 2 del mondo 21° titolo in carriera, il secondo del 2023: le Finals di Torino si avvicinano. Onore al russo alla sua prima finale

[1] A. Zverev b. R. Safiullin 6-7 (2) 7-6 (5) 6-3
Alexander Zverev è il nuovo campione del Chengdu Open. In questa inedita finale dell’ATP 250 giocata di martedì, il numero 10 del mondo ha sconfitto in tre set il coetaneo Roman Safiullin (26 anni, numero 55 ATP, alla prima finale della carriera nel circuito maggiore) dopo una bella e intensa battaglia durata quasi tre ore.
Zverev prosegue la sua risalita in classifica dopo un anno difficilissimo, un vero e proprio incubo iniziato nel corso della semifinale del Roland Garros 2022 con un tremendo infortunio alla caviglia e terminato proprio quest’anno a Parigi, dove ha approfittato di un tabellone favorevole per difendere tutti i punti.
La semifinale con Ruud è stata una mattanza, ma quel torneo ha senza dubbio rappresentato una svolta per l’ex numero due del mondo e da lì è iniziata un’estate serena di risalita e di rivincite con la semifinale ad Halle, e poi il titolo di Amburgo, la semifinale a Cincinnati battendo Medvedev, e infine i quarti a New York con la vittoria su Sinner. Ricordiamo che Sascha si era presentato a Parigi da numero 27 del mondo con oltre 700 punti da difendere e il rischio concreto di un potenziale terremoto a livello di ranking.
Quattro mesi dopo Zverev si ritrova numero 10 del mondo e soprattutto, dopo la vittoria nel 250 cinese, al numero 7 nella race valida per la qualificazione alle ATP Finals (che il tedesco ha già vinto due volte, nel 2018 e nel 2021, nella prima edizione italiana di Torino), ad una manciata di punti dal numero 5 occupato da Andrey Rublev.
Safiullin si è inevitabilmente commosso nel corso della premiazione, nel suo sguardo un misto di orgoglio (a fine 2022 era ancora fuori dai primi 100 del ranking) e allo stesso tempo di rimpianto per l’occasione persa (nel corso del tie break del secondo set è arrivato a due punti dalla vittoria).
Per il russo resta comunque una settimana memorabile, un probabile punto di partenza: ha infatti raggiunto la sua prima finale a livello ATP e l’ha raggiunta senza perdere nemmeno un set, battendo uno dietro l’altro Nakashima, Evans, Thompson e Musetti, ed anche nel corso della finale ha oggettivamente controllato per lunghi tratti il gioco, mettendo in mostra un tennis brillante e completo, che ben si adatta al cemento rapido tipico dei tornei asiatici.
Grazie a questo risultato, il migliore della carriera dopo i quarti di finale raggiunti un paio di mesi fa a Wimbledon, ritoccherà nuovamente il proprio best ranking, arrivando fino al numero 41.
LA CRONACA DELLA PARTITA
Primo set: Zverev non sfrutta tre set point consecutivi, Safiullin chiude al tie break
Zverev parte fortissimo al servizio, con una percentuale di prime in campo quasi irreale (intorno al 90%) considerando la velocità media di quei servizi, spesso oltre i 210 km/h.
Nei suoi turni di battuta non c’è storia, quei servizi sono troppo pesanti per il russo, che però, dopo essersi salvato nel secondo game (palla break, brutta risposta in rete del tedesco) imposta una partita coraggiosa: Sascha sta lontano dal campo, invitandolo a spingere, e Safiullin non si fa pregare, rischiando e attaccando il più spesso possibile, anche in controtempo.
Ma sul 4-5 il 26enne russo si mette improvvisamente nei pasticci con tre errori gratuiti (compreso un doppio fallo): 0-40 e di conseguenza tre set point consecutivi. Ma il numero 55 reagisce annullandoli con tre punti eccellenti (da segnalare in particolare la combinazione dritto-smorzata sul 30-40) e, grazie anche ad un errore piuttosto generoso di Zverev sul 40 pari, riesce a sopravvivere: 5 pari.
Nel game successivo il numero 10 del mondo sembra subire il contraccolpo delle occasioni appena mancate: la sua prima di servizio, fino a quel momento impeccabile, scompare completamente, costringendolo al primo turno di battuta faticoso dell’intero match.
Sul 15-30 si salva con una grande seconda, ma alla fine arriva la prima palla break della partita di Safiullin: il russo però sente troppo il momento, interpretando lo scambio in maniera stranamente timida con Sascha che ovviamente non si fa pregare chiudendo il punto col suo classico rovescio lungolinea in avanzamento.
Si arriva al tie break, e qui il debuttante si trasforma in veterano: scappa subito e poi gioca in scioltezza.
Da segnalare in particolare il vincente con il quale si porta sul 6 a 2, ovvero un dritto in contropiede sontuoso, in cross, che toglie il tempo a Zverev lasciandolo completamente immobile. È 7-2 Safiullin, che prosegue il suo cammino immacolato a Chengdu (nove set vinti su nove).
Secondo set: Zverev sopravvive in un tie break rocambolesco
Primi tre game piuttosto elaborati, con Safiullin che tiene in apertura salvandosi da 15-40, poi breakka a 30 (solito doppio fallo di Zverev da destra, il suo tallone d’Achille, seguito da un clamoroso errore di dritto) e infine perde la battuta sul 2-0 dopo avere avuto anche una palla del 3-0.
La sensazione è che, al netto di una percentuale assurda di prime palle in campo da parte del tedesco (a metà secondo set ancora intorno all’80%), la partita sia sotto il controllo tennistico di Safiullin: è lui che decide cosa succede nello scambio, è lui che sceglie la diagonale, è lui che imposta il ritmo. Sascha di conseguenza può dunque solo aggrapparsi al servizio, in attesa di qualche errore gratuito dell’avversario.
Senza colpi di scena si arriva ancora al tie break, con Zverev che tiene facilmente il servizio sul *5-6 grazie ad uno splendido riflesso nei pressi della rete (volèe bimane di opposizione, una vera e propria parata).
Nel momento clou Zverev diventa improvvisamente aggressivo e prova a scappare con un meraviglioso rovescio lungolinea (mini-break e 4-2) ma successivamente pasticcia a rete con due errori nello spazio di pochi punti: prima decide di giocare un serve and volley sciagurato su una seconda di servizio (4-3) e poi non chiude un comodo smash a rimbalzo (5 pari).
Il russo però per la prima volta sembra sentire la pressione e infatti sul 5 pari questo tie break rocambolesco si risolve nel modo più scontato, con il campione che mette a segno un ace (il numero otto della sua partita) e il debuttante che invece nel punto successivo commette doppio fallo. Zverev di conseguenza si salva, vince il tie break col punteggio di 7 a 5 e prenota il trofeo.
Terzo set: dopo lo spavento Zverev vince il match in scioltezza
Come prevedibile Zverev, dopo un tie break in cui si è ritrovato a due punti dalla sconfitta, prende subito il controllo del terzo parziale. Il break decisivo arriva sul 2-1 grazie a quattro errori gratuiti di uno stanco Safiullin, e il tedesco da quel momento in poi non si guarda più indietro. Cinque punti totali persi al servizio in cinque turni di servizio, sintomatici di un set giocato sul velluto e chiuso in meno di mezz’ora col punteggio di 6-3.
Jacopo Gadarco
ATP
ATP Zhuhai: trionfa la testa di serie numero 1 Karen Khachanov, battuto Nishioka
Il 27 enne russo batte il giapponese Yoshihito Nishioka per 7-6(2) 6-1, tornando a vincere un titolo in singolare dal 2018

K. Khachanov b. Y. Nishioka 7-6(2) 6-1
Karen Khachanov vince il quinto torneo della sua carriera. Il russo attuale numero 15 del mondo, ha battuto nella finale dell’ATP 250 di Zhuhai il giapponese Yoshihito Nishioka per 7-6(2) 6-1 centrando il quarto alloro a livello 250, interrompendo un digiuno che durava dall’ottobreo 2018 quando trionfò al Masters 1000 di Bercy. Il tennista russo ora ha un giorno di “riposo”, prima di volare in direzione Pechino, dove affronterà al primo turno l’italiano Lorenzo Musetti (qui il tabellone del 500 cinese).
Khachanov ha raggiunto questa finale giocando solo tre turni, essendo la prima testa di serie. In questi tre match ha avuto la meglio su Alex Bolt, Mackenzie Mcdonald e Sebastian Korda. Yoshito Nishioka, invece, ne ha dovuti giocare quattro, essendo la testa di serie numero otto. Ha avuto qualche difficoltà solo nel primo turno con il francese Terence Atmane, che ha sconfitto in rimonta 0-6 6-4 6-2. Negli altri turni ha sconfitto in scioltezza Lloyd Harris, Jan-Lennard Struff e Aslan Karatsev, prima di arrendersi al russo in quella che era la quinta finale della carriera (due vinte e tre perse).
Primo set: Karen piazza l’allungo nel tiebreak
L’inizio del primo set è caratterizzato da un grande equilibrio tra i due giocatori che nei primi quattro game non concedono palle break. Il tennista giapponese classe 1995, inizia a subire l’aggressività in risposta del numero 15 della classifica mondiale, che gioca molto profondo costringendo Nishioka ad accorciare la preparazione dei suoi colpi. Khachanov riesce dunque a strappare il servizio al tennista giapponese, confermando poi il suo turno in battuta grazie alla sua prima di servizio, che non è assolutamente mancata nel primo set (7 ace). Yoshito Nishioka non si vuole arrendere e riesce a riprendere il break portando il set al tiebreak. Nel tiebreak il tennista russo vince 6 punti di fila e porta a casa il set con il punteggio di 7-6(2).
Secondo set: il russo prende il largo contro il mancino giapponese
Nel secondo parziale Karen Khachanov gioca un tennis pulito, sbagliando poco ed aggrappandosi ai tanti errori del tennista giapponese, che, dopo aver tenuto il servizio nel primo game del set, inizia a subire i colpi del russo sulle due diagonali. Il rovescio di Khachanov riesce a fare molto male al dritto del mancino nipponico. Nishioka perde due volte il servizio, portando il set sul parziale di 5-1 e concedendo l’occasione a Khachanov di servire per il torneo. Il russo si fa trovare pronto e al secondo match point chiude con il punteggio di 7-6(2) 6-1.
Renato Nunziante
ATP
ATP Pechino, il tabellone: Sinner torna in campo, possibili duelli con Rune e Alcaraz. Ci sono anche Musetti e Sonego
Tra gli altri protagonisti spiccano Medvedev, Rune, Tsitsipas e Rublev: il 500 cinese è di altissimo livello

Giovedì 28 settembre avranno inizio le sfide del tabellone principale dell’ATP 500 di Pechino, che torna a far parte del circuito dopo 3 anni di assenza. Ai nastri di partenza troviamo molti giocatori di alto livello, con ben 8 dei primi 10 tennisti del mondo (Djokovic e Fritz unici assenti). Gli italiani direttamente in tabellone sono Jannik Sinner, testa di serie numero 6, Lorenzo Musetti e Lorenzo Sonego. Inoltre, Matteo Arnaldi affronterà l’ultimo turno delle qualificazioni per raggiungere i connazionali nel tabellone principale, che vede moltissimi primi turni davvero interessanti.
La testa di serie numero uno sarà Carlos Alcaraz, che esordirà contro un qualificato, mentre il numero due sarà Daniil Medvedev, impegnato subito in una sfida sulla carta molto difficile contro Tommy Paul.
L’ultimo a trionfare in questa competizione è stato Dominic Thiem nel 2019, avendo la meglio su Stefanos Tsitsipas nella finale. Il recordman di titoli è Novak Djokovic, con ben 6 trionfi. Gli unici altri tennisti in attività a vantare almeno un titolo a Pechino sono Rafael Nadal, che sarà ancora assente per qualche mese dal circuito, Andy Murray, che esordirà contro Alex De Minaur, e Nikoloz Basilashvili, sceso al numero 357 del ranking ATP.
Per quanto riguarda gli azzurri, Jannik Sinner torna in campo a tre settimane di distanza dal ko allo US Open contro Zverev. In mezzo, le note polemiche per la sua assenza dalla Coppa Davis. Jannik farà il suo esordio contro il britannico Daniel Evans. Seguendo le posizioni di classifica, si prospetta per lui un quarto di finale contro Holger Rune. Il danese dovrà vedersela però al primo turno con Felix Auger-Aliassime, e sta attraversando un momento di forma tutt’altro che positivo. Sempre ipoteticamente, Sinner potrebbe incrociare in semifinale Carlos Alcaraz, che però prima potrebbe incrociare Lorenzo Musetti, il quale si trova nel primo quarto di tabellone. Il carrarino affronterà Karen Khachanov in un primo turno ostico. Il suo probabile avversario nel secondo turno sarebbe ancora più ostico, visto che si parla appunto di Alcaraz. Nell’ultimo quarto di tabellone troviamo invece Lorenzo Sonego, che se la vedrà con Ugo Humbert per arrivare ad un possibile scontro con Rublev. Nel possibile quarto di finale, il suo avversario più quotato sarebbe Daniil Medvedev.
