Federer: "La terra battuta? Non mi ricordo nemmeno come si scivola!"

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Federer: “La terra battuta? Non mi ricordo nemmeno come si scivola!”

Federer commenta il titolo N.101 a Miami soddisfatto delle sue condizioni fisiche e tecniche. Ora si prepara a tornare a giocare sul rosso dopo 3 anni

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Non può che essere soddisfatto Roger Federer dopo un’altra incredibile impresa al Miami Open, il titolo N.101, un torneo che l’anno passato lo aveva visto eliminato prematuramente ma a cui ci teneva a partecipare ancora:Sono felice di essere tornato, potevo anche decidere di non farlo dopo Indian Wells visto com’era andata lo scorso qui e aggiungere un torneo sulla terra battuta visto che quest’anno ci giocherò. Ma ho preferito allungare la stagione sul cemento, volevo vedere la nuova location, ero veramente eccitato dall’idea di un posto nuovo. Sentivo che il mio gioco c’era l’anno scorso e anche quest’anno persino dopo l’Australian Open. Quindi sono felice di aver preso la decisione giusta con il mio team”.

Ora Federer si prepara a tornare a giocare sulla terra battuta dove non gioca un match ufficiale da 3 anni e non sa nemmeno lui cosa aspettarsi: “Non ho molta fiducia al momento per la stagione sulla terra, non lo so, non mi ricordo nemmeno come si scivola! La devo prendere a piccoli passi a questo punto. L’anno scorso non ho messo piede sulla terra nemmeno un giorno, l’anno prima 3 giorni in tutto di allenamento. Tre anni fa a Montecarlo e Roma non stavo bene. Penso che questa vittoria di oggi mi consenta di giocare non dico rilassato ma con la mentalità di prepararla bene e vedere cosa succede. Questo sarà l’obiettivo nelle prossime 3/4 settimane con Ivan, Pierre e Severin. Cioè capire come fare a prepararsi bene. Madrid sarà un primo test, ovviamente voglio essere pronto per Parigi e spero che il lavoro che farò adesso paghi sull’erba e sul cemento estivo. Per come ho giocato questa settimana sento di aver bisogno di una piccola vacanza e poi via con la preparazione. Il fisico dovrebbe essere a posto ma vedremo poi come reagirà il corpo. Sono molto eccitato, è una bella sfida e un bel banco di prova”.

Ma come fa alla sua età a rispondere alle bordate si servizio di Isner con il sempre insidioso slice?Un po’ mi aiuta il fatto che mi sono formato nell’epoca dove c’era ancora il serve&volley e tutti cercavano di attaccarmi sempre sul mio punto debole. Lo slice è sempre stato un colpo naturale per me perché è sempre stato il mio colpo di sicurezza anche da ragazzino quando non avevo abbastanza forza per salire sopra la palla. Ti permette di tenere la palla bassa per il colpo successivo o comunque di non steccare. Quando il servizio arriva è anche un colpo più veloce da eseguire quindi ti permette di tenere più palle in gioco. Oggi ha funzionato alla grande ma anche contro Anderson è stato lo stesso. Certo non funziona sempre perché delle volte divento un po’ troppo passivo”.

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