Murray torna a palleggiare contro un muro: "Un punto di partenza"

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Murray torna a palleggiare contro un muro: “Un punto di partenza”

Lo scozzese ha pubblicato su Instagram il video del primo blando allenamento dopo l’intervento per l’applicazione di una protesi all’anca

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Andy Murray - Australian Open 2019 (foto @Sport Vision, Chryslène Caillaud)
 

“Un punto di partenza”, come lui stesso lo definisce senza prendersi troppo sul serio. Andy Murray è tornato ad allenarsi palleggiando contro un muretto, come testimoniato dal video che ha diffuso in una story del suo profilo Instagram. Dall’intervento per l’installazione della protesi all’anca destra è passato poco più di un mese e l’aggiornamento social fa il paio con le dichiarazioni dello scorso 6 marzo, quando lo scozzese aprì uno squarcio di speranza: “Non avverto dolore in questo momento, la riabilitazione è lenta ma sta procedendo bene. Bisogna aspettare per valutare i progressi, ma se fosse possibile vorrei tornare a giocare.

Pur non essendo il caso di sbilanciarsi nell’ottimismo, sembra evidente la volontà di lasciarsi alle spalle l’aria di ritiro che si respirava a Melbourne. Murray, lo ricordiamo, si è sottoposto allo stesso intervento che ha rimesso in piedi qualche tempo fa Bob Bryan, con il campione statunitense di doppio che lo ha indirizzato dal suo stesso chirurgo di fiducia. Difficile esasperare le analogie tra i due casi, non solo dal punto di vista clinico ma anche per l’intuitiva differenza tra tornare a giocare in doppio o in singolare. L’ex numero uno del mondo sembra però fortemente determinato a mettercela tutta, anche solo in prospettiva di un ritorno che avrebbe una valenza simbolica più che concreta.

Pur non potendo ora ragionare così lungo termine, l’obiettivo più concreto per Murray potrebbe essere un ultimo giro a Wimbledon nel 2020 per chiudere nel migliore dei modi il rapporto con i campi con cui ha stretto il legame più forte con i successi del 2013 e del 2016. Per il figlio di mamma Judy – che non è mai sembrata troppo convinta di vedergli appendere la racchetta al chiodo – si è trattato della seconda operazione al suo punto debole dopo quella di gennaio 2018, che però non gli ha portato i benefici sperati costringendolo a una stagione di sofferenza. La priorità, come spesso esplicitato, è adesso il recupero della qualità della vita a quasi 32 anni prima che il ritorno (magari anche di passaggio) al tennis agonistico. Ma i due progetti, pur senza illusioni, almeno in questa fase possono viaggiare in parallelo. In attesa del prossimo aggiornamento.

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