Anche Berdych dice basta: il ceco si arrende ai problemi alla schiena

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Anche Berdych dice basta: il ceco si arrende ai problemi alla schiena

Un video su Twitter dà appuntamento a sabato a Londra: prevista una sorta di cerimonia di saluto per l’ex numero quattro del mondo, che si ritira a 34 anni

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A quanto pare, si ferma la corsa di Tomas Berdych. Il trentaquattrenne ceco ha deciso di ritirarsi – come riportano fonti autorevoli dalla Repubblica Ceca – dando l’appuntamento sui social per sabato a Londra. Secondo ricostruzioni mai smentite, è in programma per lui, nel contesto delle ATP Finals, una sorta di saluto ufficiale. Arriva così nel giro di 48 ore il secondo annuncio di fine carriera, dopo quello di Dominika Cibulkova che – nel frattempo – per congedarsi ha scritto anche un libro.

L’effetto sorpresa è relativo, per quanto il video non sia del tutto esplicito. L’attuale numero 103 del mondo non si vede nel circuito dallo US Open, quando è finito ko al primo turno. Stesso risultato a Wimbledon, quando l’eliminazione per mano di Taylor Fritz innescò riflessioni tendenti al pessimismo: “Potrebbe essere la mia ultima volta qui, si lasciò scappare, con un velo di malinconia per non essere riuscito a onorare il torneo dove ha fatto vedere le cose migliori (ko in finale con Nadal nel 2010, dopo aver eliminato Federer ai quarti).

Al netto dell’età che avanza e di una struttura imponente – che non aiuta quando si soffre con la schiena – il 2019 di Berdych era iniziato anche bene: dopo aver dovuto interrompere a metà strada il 2018 (stagione di fatto terminata a giugno), si era presentato a Doha per il primo torneo dell’anno in corso spingendosi fino alla finale persa con Bautista Agut. I segnali di cedimento però sono arrivati in primavera, quando ha dovuto saltare l’intera stagione europea su terra nonostante l’invito ricevuto a Madrid.

Mi sono dato un’altra chance, vediamo cosa succede“, aveva detto ad agosto, a Winston-Salem, dopo aver battuto Seppi. Flushing Meadows però non gli ha dato le auspicate sensazioni positive. Pur non essendo riuscito a togliersi la soddisfazione di alzare un trofeo Slam (quattro semifinali e una finale), Berdych ha comunque battuto nei Major tutti e quattro i Fab Four, scalando il ranking fino al numero quattro del mondo raggiunto nel 2015. A lungo consolidato in top 10, esce di scena da nono di tutti i tempi per prize-money versato dall’ATP sul suo conto in banca, come ricordato da Ben Rothengerg.

Tomas Berdych – Wimbledon 2017 (photo Art Seitz c2017)

Da un paio d’anni aveva chiuso il suo proficuo rapporto con la Nazionale ceca di Davis, con l’obiettivo di risparmiare energie: l’Insalatiera l’ha sollevata per ben due volte consecutive, superando in finale la Spagna nel 2012 e la Serbia l’anno successivo. Il bilancio definitivo parla di 13 titoli ATP conquistati, forse non tantissimi (19 le finali perse) in una carriera comunque nel segno della costanza di rendimento ad alti livelli. Almeno fin quando il fisico lo ha sorretto, consentendogli di valorizzare al servizio i quasi due metri di altezza e, negli scambi, la proverbiale pulizia dei colpi.

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