Coppa Davis: l'India batte nettamente il Pakistan nella sfida surreale di Nur-Sultan

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Coppa Davis: l’India batte nettamente il Pakistan nella sfida surreale di Nur-Sultan

Il Pakistan si presenta in sede neutra con un capitano-giocatore di soli 17 anni: è un prevedibile massacro, l’India vince 4-0 concedendo solo 7 game in quattro partite

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Leandro Paes e Jeevan Nedunchezhiyan, vincitori del doppio che ha dato all'India il punto della vittoria
 

Dopo la scelta dell’ITF di disputare la sfida, ultima del Group I Asia/Oceania, nella sede neutra di Nur-Sultan (è così che si chiama Astana, capitale del Kazakistan, da circa otto mesi) per evitare di alimentare i dissapori politici tra i due paesi, India e Pakistan sono scese in campo per definire la squadra che si recherà in Croazia a inizio marzo per provare a conquistare un posto a Madrid per le Finals di Coppa Davis 2020 (trovate qui l’elenco delle altre sfide, tra cui quella dell’Italia che ospiterà la Corea del Sud). I dodici team che emergeranno dagli spareggi di marzo si aggiungeranno ai sei già qualificati, ovvero Spagna, Canada, Russia, Gran Bretagna, Francia e Serbia; le prime quattro in virtù della semifinale raggiunta a Madrid e le ultime due grazie ad altrettante wild card concesse dalla federazione internazionale.

IL CONTESTO DELLA SFIDA DI NUR-SULTAN -Il tie si è rivelato abbastanza surreale e si è concluso con un netto 4-0 per l’India. Il Pakistan è sostanzialmente privo di tennisti di livello internazionale, quantomeno in singolare, tanto che il primo a comparire nelle classifiche ATP è ben fuori dai primi 1000 e risponde al nome di Ahmed Choudhary, 25 anni e numero 1360 del mondo. Choudhary non era tra i convocati così come i doppisti Aisam-ul-Haq Qureshi e Aqeel Khan, che avrebbero potuto rendere un po’ più incerto almeno il doppio e invece hanno boicottato la sfida dopo la scelta della federazione di giocare in campo neutro (si sarebbe dovuto giocare in casa del Pakistan, a Islamabad). Il Pakistan ha così schierato una formazione giovanissima capace di vincere appena sette game in quattro partite.

A rendere ancora più surreale questa sfida di fine novembre è intervenuto il fatto che a guidare il team pakistano ci fosse il capitano-giocatore Muhammad Shoaib… che ha soltanto 17 anni. Anche l’India si è presentata in Kazakistan con un capitano differente, poiché Mahesh Bhupathi aveva inizialmente rifiutato di seguire la squadra in Pakistan, quando ancora era previsto che la sfida si giocasse a Islamabad; la federazione indiana non ha gradito il suo comportamento e l’ha rimosso dal suo incarico, affidando la squadra (in via definitiva, sembrerebbe) e quindi la trasferta kazaka a Rohit Rajpal. “Non mi interessa se pensavano che fosse arrivato per me il momento di farmi da parte, ma avrebbero potuto almeno comunicarmi la decisione per telefono e invece non l’hanno fatto“, ha commentato Bhupathi prima della sfida. Insomma, il clima non era sereno in nessuno dei due ambienti, ma la differenza di valori tra i due team era davvero troppo ampia perché potesse esserci partita.

Il secondo da sinistra è stato il capitano del Pakistan per questa sfida

LE PARTITE – Nella giornata di venerdì, gli indiani Ramanathan (176 ATP) e Nagal (131) hanno sconfitto rispettivamente 6-0 6-0 e 6-0 6-2 i classe 2002 Shoaib (il capitano della squadra pakistana, lo ricordiamo) e Huzaifa Abdu Rehman, che poi sono scesi in campo per il doppio nella giornata di sabato e hanno leggermente migliorato il loro score raccogliendo quattro game nel 6-1 6-3 subito da Leandro Paes e Jeevan Nedunchezhiyan. A risultato già acquisito, il Pakistan ha schierato Yousaf Khalil – unico giocatore classificato tra i convocati, è il n.1680 del modo – ma Nagal non ha avuto troppa pietà e gli ha concesso un solo game in 32 minuti di gioco.

Non vinci la Coppa Davis se non sei un team molto forte“, ha commentato il capitano indian Rajpal a proposito della sfida del 6 e 7 marzo contro la Croazia, vincitrice dell’ultima insalatiera ‘classica’ nella finale di Lille 2018 contro la Francia ma quest’anno eliminata ai gironi a Madrid. “Sarà una sfida difficile per noi, ma ho visto l’energia dei ragazzi e il modo in cui i ragazzi stanno giocando; non sarà facile per nessuna squadra ospitarci“. Concediamo a Rajpal il sacrosanto beneficio del dubbio, ma viene complesso immaginare che il capitano indiana abbia potuto riscontrare questa energia in una sfida sostanzialmente farlocca e priva di qualsivoglia parvenza di competizione come quella che è andata in scena a Nur-Sultan. Per i più curiosi, la capitale del Kazakistan ha cambiato nome per effetto del decreto di rinomina firmato dal presidente a interim Kasym-Zhomart Tokayev, che ha voluto così onorare il primo presidente e padre della patria Nursultan Nazarbayev.

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