Maxi-inchiesta sul match-fixing: 135 tennisti coinvolti, c’è anche un Top 30

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Maxi-inchiesta sul match-fixing: 135 tennisti coinvolti, c’è anche un Top 30

La notizia arriva dalla ZDF, emittente televisiva tedesca. L’FBI sta sgominando una rete di scommettitori con base in Armenia che avrebbe truccato match anche di primo piano. Con la collaborazione di tanti giocatori ATP che si sarebbero lasciati corrompere

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Ci risiamo. Il mondo del tennis viene ancora colpito da una inchiesta sul match-fixing, termine inglese che designa la pratica da parte di gruppi influenti di scommettitori di alterare il risultato delle partite, corrompendo gli stessi giocatori in campo. Questa volta però non si tratterrebbe della solita indagine della Tennis Integrity Unity (TIU), l’agenzia incaricata di vigilare su questo preoccupante fenomeno, in cui a finire sotto la lente di ingrandimento sono pochi tennisti e di ranking abbastanza modesto. Stavolta ad essere impegnata nelle investigazioni è nientedimeno che l’FBI e ad essere coinvolti sarebbero 135 tennisti ATP, tra i quali anche un Top 30.

La rivelazione arriva direttamente dalla Germania, grazie ai giornalisti del quotidiano Welt e dell’emittente televisiva ZDF. L’FBI avrebbe contattato le autorità belghe che, a loro volta, avrebbero aperto un fascicolo sul tennista tedesco Max H. L’unico tennista teutonico nel ranking ATP con questo nome (Maximilian) è Marterer, il quale cognome però non inizia con la lettera “H”. Il tennista avrebbe collaborato con gli investigatori ma non ha voluto rilasciare dichiarazioni a riguardo. Come altre decine e decine di tennisti, è sospettato di essersi fatto corrompere da una rete criminale di scommettitori con base in Armenia che opera nel vecchio continente.

“Si tratta di una mafia delle scommesse armena che si è diffusa in sette paesi in Europa ed è stata altamente preparata e estesa su larga scala”, ha dichiarato Eric Bisschop, vice-procuratore generale del Belgio, che sta direttamente lavorando all’inchiesta. A distinguere l’indagine dalle altre precedenti sul match-fixing, è l’estensione e l’organizzazione quasi scientifica della rete, oltre al profilo degli incontri “aggiustati”. Il loro sistema si basava sullo scommettere centinaia di piccoli importi sui singoli match, che venivano combinati grazie alla corruzione dei tennisti in campo. Incluso un giocatore attualmente classificato all’interno della Top 30 ATP, con tre vittorie sul circuito nel suo palmares. I tennisti attualmente in questo range di classifica con questo numero di titoli sono: Matteo Berrettini, Diego Schwartzman, Alex De Minaur, Benoit Paire e Nikoloz Basilashvili. “Questa mafia funziona in modo molto strutturato: ha persone responsabili dei conti, altre persone che lavano i soldi e altre ancora che stabiliscono un contatto con i giocatori“, ha proseguito Bisschop. 

I giornalisti tedeschi hanno interpellato sull’argomento il tennista argentino Marco Trungelliti, finito agli onori delle cronache per aver denunciato un tentativo di approccio ed essere ostracizzato da alcuni suoi colleghi connazionali perché la sua collaborazione ha portato alla scoperta di altri casi e alle relative sospensioni. “Ci sono professionisti tra i primi 50 al mondo che hanno manomesso le loro partite. Non si può dire che si sia ingannato solo nei tornei di secondo piano. No, succede a tutti i livelli”, ha affermato Trungelliti. Un report di un organo internazionale per combattere le scommesse illegali in un suo report ha riscontrato 72 casi di match sospetti nei primi nove mesi nel 2019. Un numero inferiore di circa il 40 per cento rispetto ai 121 del 2018 nello stesso periodo. Sintomo che il lavoro della TIU sta funzionando come deterrente. Ma come mostra questa nuova maxi inchiesta c’è ancora molta strada da fare.

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