Australian Open: Federer e Nadal si difendono, Sinner con la... chioma

Interviste

Australian Open: Federer e Nadal si difendono, Sinner con la… chioma

Roger e Rafa parlano dell’emergenza aria. Wozniacki prepara il ritiro, Berrettini schiva l’inglese e Sinner non riesce a… darci un taglio

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Roger Federer in conferenza stampa - Australian Open 2020 (via Twitter, @AustralianOpen)
 

Dal nostro inviato a Melbourne

Come largamente prevedibile, durante la giornata tradizionalmente dedicata alle conferenze stampa pre-torneo di tutti i big ha tenuto banco la questione “qualità dell’aria” che tante polemiche aveva scatenato martedì e mercoledì scorsi, quando i giocatori impegnati nelle qualificazioni sono stati mandati in campo con livelli di concentrazione delle polveri sottili molto insalubri o addirittura pericolosi. Alcuni tennisti erano intervenuti sui social media per denunciare come vengano usati due pesi e due misure per i “ballerini di fila” e per le “vedette”, fino ad arrivare anche a dire come i top player si comportano “da egoisti” (accusa, poi ritirata, avanzata dal canadese Brayden Schnur).

Federer e Nadal sono entrambi apparsi molto sensibili all’argomento ed hanno respinto le accuse (peraltro già svanite del nulla) al mittente: “Ero nell’ufficio del Direttore del torneo martedì – ha spiegato Roger Federer durante il suo affollatissimo incontro con la stampa – leggevo che la città di Melbourne invitava tutti a stare in casa, a non fare uscire gli animali, a chiudere le finestre e nella players lounge i giocatori venivano chiamati in campo: chiaramente qualcosa non andava. Per me la comunicazione è la chiave di tutto: devono farci sapere in base a quali criteri vengono prese le decisioni, in modo da essere tranquilli che esiste un processo rigoroso per stabilire se si gioca o no. Ora ci è stata data questa informazione”. Nella giornata di mercoledì Tennis Australia ha infatti reso nota la loro “Air Quality Policy, che in sostanza prevede che il gioco venga sospeso quando le rilevazioni delle polveri sottili supera il livello di 200 microgrammi per metro cubo.

Il regolamento dei Giochi Olimpici utilizza come limite soglia i 300 [microgrammi per metro cubo]” ha precisato Federer, peraltro bacchettando i giornalisti in conclusione della sua conferenza stampa in inglese in quanto la parte tennistica del suo Australian Open era stata totalmente trascurata. “Nel caso a qualcuno interessi, al primo turno gioco con Steve Johnson. In fondo sono in Australia per giocare a tennis” ha sottolineato lo svizzero, che poi ha aggiunto: “Sarà complicato giocare con un avversario che ha giocato parecchie partite recentemente mentre io non ne ho giocata alcuna. Non ho grandi aspettative da questo torneo, ho fatto tutto il possibile, vediamo come andrà”.

Dello stesso tono la replica di Rafael Nadal alle accuse di egoismo: “Sono soltanto un altro giocatore, che può fare quello che possono fare tutti, ovvero andare nell’ufficio del Direttore del Torneo e chiedere spiegazioni. Ed è quello che ho fatto. La spiegazione che mi è stata data mi ha convinto, e la storia è finita lì. Quando mi dicono che c’è un team di esperti che misura la qualità dell’aria ogni quattro minuti e se [il parametro di riferimento] sale oltre 200 si smette di giocare, io non ho molto altro da dire. Non sono un esperto, devo fidarmi di chi è esperto, io tendo a non parlare di cose che non conosco. Il Comitato Olimpico Internazionale, che è l’organismo più importante di tutto lo sport mondiale, ha come soglia di riferimento 300, noi abbiamo 200. La risposta mi è sembrata convincente”.

È comunque importante – ha proseguito il campione spagnolo nella sua lingua madre – che non si attribuisca al fumo e alla qualità dell’aria la responsabilità di tutto quello che succede nel torneo. In ogni evento ci sono giocatori che si fanno male, che si ritirano, che soffrono il caldo, etc… anche se non ci sono problemi di qualità dell’aria. Bisogna resistere ad attribuire la causa di tutto al fumo”.

Rafa Nadal – Australian Open 2020 (via Twitter, @AustralianOpen)

Stefanos Tsitsipas, che difende la semifinale raggiunta lo scorso anno, ha rivelato che anche lui aveva avuto problemi di respirazione nella notte dopo essersi allenato all’aperto a inizio settimana. “Ora va tutto bene, ma i primi due giorni qui sono stati molto insoliti”. Per Dominic Thiem la qualità dell’aria a Pechino è peggiore di quella di Melbourne durante i giorni dell’emergenza: “Lì mi è capitato di avere problemi con tosse insistente la notte, qui invece nulla di tutto ciò”. Tutto a posto anche per il nostro Berrettini, che soffre di asma, ma non ha risentito per nulla della situazione.

Non si è comunque parlato solamente di problemi respiratori e misurazioni scientifiche: Caroline Wozniacki, che dopo l’Australian Open darà l’addio al tennis professionistico, ha illuminato la sua ultima conferenza stampa pre-torneo della carriera con uno splendido sorriso (e con lo spettacolare anello di fidanzamento regalatole dal neo-marito David): “Mi ritiro senza rimpianti, ho dato tutto quello che avevo e sono riuscita a realizzare molto di quello che volevo. A David avevo detto che per i primi sei mesi non avrei voluto fare nulla, ma mi sono resa conto di aver preso parecchi impegni per alcuni progetti che sto intraprendendo e fino a maggio sarò forse più impegnata di prima”.

La sua unica vittoria in un torneo dello Slam, qui in Australia nel 2018, è indissolubilmente legata a questo torneo anche per la sua avversaria nella finale di due anni fa: Simona Halep, che ritorna ad avere al suo angolo a tempo pieno il suo amato allenatore Cahill, vuole vincere anche qui in Austalia dopo i titoli vinti a Parigi e Wimbledon- “Speravo di giocare più partite [ad Adelaide] – ha detto la rumena, che ha confermato di aver cambiato le sue abitudini nella scorsa off-season, preparandosi a Dubai invece che in Romania –  ma Sabalenka sa essere molto forte quando è in palla. Mi sento comunque pronta per la sfida”.

Divertente come al solito Naomi Osaka, che pensa ai 2000 punti della vittoria dello scorso anno da difendere (“Ogni tanto penso che se perdo subito potrei uscire dalle Top 10, questo -2000 che aleggia sulla mia testa è pesante”) e si reputa ancora una novellina nonostante tutto: “Non credo si possa dire che Barty è una mia rivale. Non sono sul circuito da abbastanza tempo per aver giocato più di 4-5 volte con alcune delle mie avversarie, e questa non può essere considerata una rivalità. Avere una rivale sarebbe una benedizione… perché la vita sarebbe più divertente: potrei fare il tifo per questa, e per quell’altra…”. Poi pochi secondi dopo si addentra nelle sue profonde considerazioni esistenziali, sottolineando come lo scorso anno era più “fearless”, impavida, e pensava che niente la potesse fermare. “Oggi invece, dopo l’anno più duro di tutta la mia vita, apprezzo di più le vittorie perché so quanto è duro raggiungerle”.

Matteo Berrettini con il trofeo di “Most Improved ATP Player 2019” (foto Twitter @lottosport)

Per parlare con i tennisti italiani che in virtù dei premi ATP vinti (“giocatore più migliorato” per Matteo Berrettini e “novità dell’anno” per Jannik Sinner) hanno il privilegio-onere di parlare alla stampa prima del torneo, dobbiamo aspettare quasi tutto il pomeriggio. Sinner, che vorrebbe utilizzare il trofeo come mega-boccale di birra, intrattiene i numerosi giornalisti stranieri presenti con i racconti degli allenamenti con Maria Sharapova (“In campo è sempre concentrata sul tennis, fuori cerca di divertirsi come tutti noi”) e con gli altri top player: “Qui mi sono allenato con Federer, Nadal, Zverev, con alcuni ho anche parlato, c’è sempre da imparare da questi campioni”.

L’obiettivo suo e di Piatti per quest’anno è giocare almeno 60 partite: perché nel tennis per giocare tanto è necessari anche vincere parecchio. “Solamente in partita si riesce a capire come fare le scelte giuste, in allenamento c’è la possibilità di fare qualche ripetizione in più, ma è in partita che si apprende a giocare i colpi giusti al momento giusto”. Durante questo suo primo viaggio in Australia non è riuscito a vedere molto di questo Paese (“Ho visto più cose ad Auckland”) e non ha nemmeno trovato un parrucchiere a Melbourne: “Ci ho provato ieri, ma erano tutti chiusi!”.

All’arrivo di Matteo Berrettini ci sono rimasti solo i reporter italiani ad aspettarlo, e il campione romano non riesce a nascondere un sorriso di soddisfazione per non dover rispondere a domande in inglese. Come già accennato, in questi giorni si è allenato quasi sempre all’aperto, tranne in una sola occasione, e nonostante la sua asma non ha avuto alcun problema respiratorio causato dalle polveri sottili o altro. “Sono contento della preparazione che ho fatto – dice Matteo – anche se corta a causa dell’infortunio. Ovviamente arrivo qui con un atteggiamento completamente diverso dall’anno scorso, quando ero molto lontano dalle prime otto teste di serie e sentivo di potermela giocare con quasi tutti. Oggi sono n.8 e incontro tutti tennisti classificati peggio di me, anche se ho ben presente di non aver mai vinto una partita di tabellone principale all’Australian Open”.

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