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Con l’Australian Open nel mirino: Barty vince il primo torneo di casa ad Adelaide
Ottavo titolo in carriera per Ashleigh, che legittima sempre più il suo status di numero 1 del mondo. Rimandato il primo trionfo di Yastremska a livello Premier

[1] A. Barty b. D. Yastremska 6-2 7-5
Forse non scalda ancora i cuori come altre numero uno e non ha quell’allure che a detta di qualcuno la capoclassifica dovrebbe acquisire contestualmente alla leadership, ma Ashleigh Barty continua a fare l’unica cosa che conta quando il computer ti ha decretato come la più forte del mondo: vincere. Domando – mai come questa volta il termine è appropriato – i cavalli di Dayana Yastremska, Ash vince il suo primo titolo in terra natìa, il Premier di Adelaide, dopo le delusioni delle finali di Sydney ’18 e ’19. Barty rinforza così in modo consistente la sua posizione in classifica, difesa adesso da un ‘fossato’ di ben 2000 punti che tiene a distanza la prima inseguitrice (Pliskova), e volge lo sguardo all’Australian Open forte di un dato statistico che, assieme a Simona Halep, la consacra come unica numero uno in grado di vincere tornei da quando è finito il regno di Serena. La statunitense era prima in classifica quando vinse Wimbledon nel 2016, e da quel momento si sono verificati 14 avvicendamenti in testa al ranking – tra sette giocatrici diverse – eppure appena 5 tornei sono stati vinti dalla capoclassifica. I tre di Halep nel 2018 – Shenzhen, Roland Garros, Montreal – e i due di Barty a cavallo tra 2019 e 2020, le Finals di Shenzhen e il Premier di Adelaide.
Insomma, Barty si comporta da n.1 anche se i palati fini della vuttìa continuano a storcere il naso sulla legittimità del suo status. Chi la vorrebbe più coinvolgente sul campo, chi crede che non sia un personaggio da copertina fuori dal campo, chi obietta che non è mai stata protagonista di uno di quei match da consegnare ai posteri (a loro risponde mirabilmente AGF: ‘Sono sicuro che se Ashleigh continuerà a giocare sui livelli attuali anche per lei arriveranno le imprese memorabili, e allora crescerà automaticamente nella considerazione di tutti‘) e chi si limita a guardarla con aria di superficialità per poi chiosare ‘eh, ma non è Serena‘. Come se ce ne potessero essere due, di Serena.
Barty ignora e ‘fattura’, come un milanese efficiente e produttivo replicherebbe a un milanese dedito soltanto ai salotti del sabato sera. Tra semifinale e finale ha battuto due clienti complessi per motivi assai diversi, Collins e Yastremska, rendendo evidente il più grande miglioramento compiuto negli ultimi dodici mesi: la capacità di leggere meglio le partite e addentarle al momento giusto. L’essere incudine quando c’è da esserlo e il trasformarsi in martello quando è necessario. Barty aveva sicuramente visto Yastremska sommergere di risposte aggressive il mica tenero servizio di Sabalenka e ha deciso subito che non era il caso di far colpire la 19enne ucraina alle sue condizioni. Tanto con il primo colpo dopo il servizio quanto con la risposta, l’australiana ha mirato subito a prendere un angolo – se non addirittura la rete – così da rendere evidente il divario nella varietà di soluzioni e nascondere invece quello relativo al peso di palla, specie sulla diagonale di rovescio. Quando la nuova allieva di Bajin tendeva a prendere troppo il sopravvento nel ritmo, ci ha pensato il back di rovescio mortifero a farla tornare nei ranghi.
Nel primo set Barty è andata subito in vantaggio nel terzo game grazie a un terribile dritto al volo fallito da Yastremska e non si è mai voltata indietro. Nel secondo l’ucraina ha invece recuperato il break subito in apertura giocando del tutto alla pari per una ventina di minuti, nella parte centrale del set, ed è qui che Barty ha dimostrato – prima di tutto mentalmente – di essere in grande condizione. Ha salvato due palle break nell’ottavo game ricorrendo a San Servizio per poi attendere, sorniona, nel territorio in cui si decidono le partite. Un ace ucraino le ha negato la prima occasione di riportarsi in vantaggio, guadagnata con uno splendido dritto in controtutto (-balzo e -piede), ma nel penultimo game un cruciale errore di parallasse nel tentativo di rovescio lungolinea ha spedito Yastremska a meditare sui suoi peccati di gioventù e Barty a servire per l’ottavo titolo, opera compiuta senza affanni.
Dayana Yastremska però è soltanto rimandata, non certo bocciata. Se due mesi di cura-Bajin sono stati sufficienti a farle giocare la prima finale in un Premier e migliorare di una posizione ulteriore il suo best ranking (da lunedì sarà n.21 del mondo), è verosimile attendersi che il tempo possa proiettarla verso traguardi ancora più grandi. A Melbourne, intanto, esordirà contro la slovena Kaja Juvan. Barty comincerà invece lo Slam di casa contro un’altra giocatrice ucraina, Lesia Tsurenko, e nella prima settimana – dobbiamo dare per scontato che la n.1 del mondo abbia in programma di giocare anche la seconda – dovrà stare attenta a non risentire delle scorie nascoste nel trofeo appena vinto. Non è facile ben figurare in un Major appena dopo aver vinto un altro torneo, tant’è che spesso le big decidono di dedicare la settimana precedente agli allenamenti. Ash non potrà provare la nuova superficie – quest’anno l’Aus Open passa dal Plexicushion al Greenset – prima di domenica e lunedì dovrà già esordire. Ma una numero uno sa come si fa.
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WTA Tokyo, delusione Swiatek: perde in tre set da Kudermetova. Ecco chi va in semifinale
Veronika per la prima volta batte la polacca, un po’ spenta. Sarà derby con la connazionale. La n.4 al mondo lascia un solo game a Kasatkina

Venerdì dedicato ai quarti al WTA 500 di Tokyo: ecco come è andata. Sono Kudermetova-Pavlyuchenkova e Sakkari-Pegula le due semifinali.
[8] V. Kudermetova b. [1] I. Swiatek 6-2 2-6 6-4
Il Toray Pan Pacific Open 2023 è, e sarà ricordata, come una grande edizione, all’insegna di sorprese e nostalgia. Nostalgia dovuta in gran parte al ritiro di Misaki Doi, certo, ma anche (probabilmente) quella provata da Iga Swiatek verso la sensazione di vittoria, di dominio territoriale a cui aveva abituato il circuito dalla primavera del 2022 all’estate del 2023. Ora la polacca è tornata sul pianeta Terra, come dimostra la sconfitta maturata ai quarti di finale contro Veronika Kudermetova, giocatrice che aveva battuto 4 volte su 4 precedenti, senza mai perdere set. Stavolta è 6-2 2-6 6-4 il punteggio finale a favore della russa, che per la terza volta nel 2023 va a battere una top 5, dopo Pegula a Madrid e Sabalenka a Berlino. Un risultato certo inaspettato per la n.19 al mondo, anche alla luce del fatto che non vinceva partite consecutive (prima di questo torneo) da Berlino, a giugno, venendo da un periodo tutt’altro che brillante.
Quella fornita da Kudermetova è stata una prestazione tipica del suo tennis quando è in giornata, quindi solida, con un ritmo compassato e di palleggio paziente da fondo, tendendo “tranelli” all’avversaria per spingerla all’errore. E proprio così è andata nel primo set, in cui la polacca tante volte ha proprio preso male le misure al campo, sfornando una sequela di regali per Veronika con colpi fuori misura. Dopo il rientro nel match operato con un chirurgico secondo set, in cui si sono rivisti sprazzi della miglior versione della n.2 al mondo, il parziale decisivo è stato appannaggio di una grande Kudermetova. La russa, in larghissima parte per suo merito, ha preso possesso del campo, sin dal servizio, con colpi profondi e una tattica perfetta tra variazioni e accelerazioni per non far piantare Swiatek sulla riga di fondo campo e permetterle di picchiare. Così, strappando un decisivo break nel terzo game, la tds n.8 se lo è conservato fino in fondo per centrare la quinta semifinale del 2023 (record di 1-3, a Madrid e Doha perse proprio contro Swiatek). Torna inoltre in semifinale a Tokyo per il secondo anno di fila, ma stavolta disputerà un derby.
A. Pavlyuchenkova b. E. Alexandrova 6-2 7-5
La sua avversaria sarà infatti Anastasia Pavlyuchenkova, che non gioca una semifinale in tour dal Roland Garros 2021. La 32enne di Samara, dopo una serie di problemi fisici che l’hanno costretta a fermarsi quando era giunta al top della carriera, sta riprendendo pian piano la forma perduta. E lo ha dimostrato anche oggi, giocando un grande match, a tratti dominato, contro la connazionale Ekaterina Alexandrova, battuta per 6-2 7-5. Dopo un primo set in cui in campo c’è stata solo l’ex n.11 al mondo, l’attuale n.21 ha iniziato con gran grinta il secondo, trovando il break al primo game. Per sua sfortuna a poco è servito mantenerlo praticamente fino alla fine, arrivando sul 5-3, e servendo per il set sul 5-4. La maggior esperienza e la classe di Pavlyuchenkova hanno alla lunga avuto la meglio: con 4 game vinti di fila, dimostrandosi appieno padrona del campo, Anastasia ha ribaltato la situazione e portato a casa il match, nel tempo anche relativamente breve di 1h e 31. Questa semifinale le permetterà, da lunedì, di tornare almeno al n.62 al mondo, con un ranking sempre più in crescita. Sfiderà per la quinta volta Kudermetova, con i precedenti che sono sul 2-2, tutti sul cemento, l’ultimo vinto da Veronika a Dubai 2021.
[2] J. Pegula b. [6] D. Kasatkina 6-1 6-0
Molto meno da raccontare sull’altro quarto disputato, in cui Jessica Pegula ha praticamente disputato un allenamento contro Daria Kasatkina. 6-1 6-0 a favore della tds n.2, che assurge ora chiaramente a grande favorita per la vittoria finale. Una partita mai nata si potrebbe definire, quella vinta dall’americana, che dopo un break subito nel secondo gioco, ed essersi trovata sull’1-1, ha ingranato a dir poco la marcia. Undici game vinti di fila, il 76% di punti vinti in risposta, e la sola ora di gioco necessaria per chiudere la pratica, sono eloquenti manifesti della prestazione assurda della n.4 al mondo. E, al contempo, anche di una Dasha molto, molto scarica, brutta copia di quella vista finora in Giappone, e che torna a casa con tanto lavoro da fare. Pegula trova così invece la settima semifinale della stagione (2-4, con sconfitta in finale a Doha e vittoria del 1000 di Montreal), sesta sul cemento. Affronterà la vincente tra Maria Sakkari e Caroline Garcia. Ed inoltre, arrivando in finale a Tokyo, sarebbe matematicamente qualificata per il secondo anno di fila alle WTA Finals.
[4] A. Sakkari b. [5] C. Garcia 6-2 6-2
Sakkari vince il terzo match del 2023 contro Garcia in due comodi set. Ottima la prestazione della greca di quest’oggi: 15 vincenti a fronte di 8 errori gratuiti e sei palle break salvate, mentre la gara della francese è stata rovinata da qualcosa come 28 errori gratuiti. Giornata no per Caroline e strada libera per Sakkari in un’ora e ventuno minuti: ora la semifinale contro Pegula, che per la greca rappresenta una ghiotta occasione per mettere un tassello importante all’obiettivo qualificazione alle WTA Finals.
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WTA Ningbo, altra vittoria sofferta per Jabeur. Shnaider fa fuori Kvitova
Jabeur-Podoroska e Fruhvirtova-Shnaider saranno le semifinali del torneo cinese che ha appena visto l’eliminazione di Bronzetti

Non solo la sconfitta della nostra Lucia Bronzetti per mano di Linda Fruhvirtova: la giornata di giovedì metteva in palio altri tre posti per le semifinali del WTA di Ningbo. Ecco com’è andata.
[1] O. Jabeur b. V. Zvonareva 7-5 4-6 6-1
Primo set segnato irrimediabilmente dagli errori di Ons Jabeur. Fin dalle prime fasi di partita, è ben evidente che per la tunisina non sia ancora tempo di tornare ai fasti che l’anno portata a sue finali a Wimbledon, ma che debba lottare su ogni singola palla. Gli errori fioccano, in particolare dalla parte del dritto, e questo consente a Zvonareva di andare due volte in vantaggio di un break, prima sul 2-0, poi sul 4-2. Jabeur, però, non si sottrae alle difficoltà e alla fatica, vince 4 game di fila e recupera tutto il ritardo, tirando fuori alcune magie di livello assoluto – tweener, smorzate e recuperi in corsa vincenti –. Zvonareva, presa dalla frustrazione, commette qualche errore e non può nulla di fronte all’improvviso cambio di passo dell’avversaria. Dopo un’ora e un quarto Jabeur fa suo il primo set per 7-5.
L’inizio di secondo parziale vede dominare chi si trova in risposta, con quattro break consecutivi messi a segno. Entrambe le giocatrici commettono errori anche banali, provate dalla fatica del primo set e dalla grande umidità di Ningbo. La prima a tenere il proprio turno di servizio è Jabeur nel quinto gioco, a cui risponde subito la russa. Sul 3-3, Zvonareva si procura due palle break annullate con due numeri clamorosi dalla tunisina: ace di seconda e vincente di dritto incrociato con entrambi i piedi nel corridoio. L’equilibrio, però, non dura molto: Jabeur incappa in un pessimo game alla battuta e subisce un break a 15, che manda la russa a servire per il set sul 5-4. Zvonareva, a differenza del primo parziale, è cinica e chiude alla prima chance dopo quasi un’altra ora di gioco.
Inizio di terzo set che sorride a Ons Jabeur: dopo aver superato il momento di appannaggio fisico e tecnico della fine del precedente parziale, innesta una marcia superiore, che le consente di trovare con grande continuità soluzioni vincenti e prendere il largo nel punteggio (5-0). Sotto di due break, Zvonareva riesce a muovere il punteggio, nonostante i vistosi fastidi alla spalla sul servizio. Jabuer chiude 6-1 dopo due ore e trentasei minuti di autentica battaglia.
GLI ALTRI MATCH – Non si è salvata, invece, la numero 2 del tabellone Petra Kvitova che, dopo aver raggiunto i quarti di finale grazie al forfait di Putintseva, ha ceduto in tre set e due ore di gioco alla 19enne russa Shnaider. La ceca si era ripresa dopo un primo set da dimenticare (1-6), aggiudicandosi il secondo parziale per 6-4 grazie soprattutto a una buona resa in fase di risposta con tre break messi a segno. Nel terzo, però, la numero 14 del mondo non è stata sufficientemente cinica e non è riuscita a sfruttare il momento di maggiore difficoltà dell’avversaria in avvio di set. Shnaider ha salvato tre palle break nel suo primo turno di battuta e un’altra sul 2-3, prima di brekkare a zero nel game successivo e involarsi così verso la vittoria (6-3). La 2004 russa disputerà contro Fruhvirtova (un’altra giocatrice ceca) la sua seconda semifinale nel circuito maggiore, dopo quella persa ad Amburgo in estate contro Noha Akugue. Intanto, si è già assicurata un nuovo best ranking: ora è virtualmente numero 70 del mondo (il precedente miglior piazzamento era n. 83).
L’ultimo quarto di finale del Ningbo Open ha visto infine la vittoria in due set di Nadia Podoroska su Katerina Siniakova. L’argentina ha prevalso con un doppio 6-1 in un match caratterizzato dall’abbondanza di palle break: la ceca ne ha concesse ben 17 (solo in un turno di battuta ne è rimasta del tutto immune) perdendo il servizio cinque volte, mentre Podoroska si è salvata in tutte e cinque le occasioni fornite all’avversaria. Il punteggio ha così assunto una forma anche più severa rispetto a quanto si sia effettivamente visto in campo, sebbene la numero 90 del mondo abbia ampiamente legittimato il successo. Sarà quindi lei l’avversaria di Jabeur nella semifinale della parte alta del tabellone. Nadia proverà a ribaltare i pronostici per accedere a quella che sarebbe la sua prima finale nel circuito dopo tre semifinali perse. (Andrea Mastronuzzi)
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WTA Tokyo: Sakkari mette fine alla carriera di Doi. Ritroverà Garcia nei quarti. Avanti anche Kasatkina e Pavlyuchenkova
La greca batte nettamente la giapponese Misaki Doi, al suo ultimo torneo della carriera. Affronterà nuovamente la francese, vista in buona forma. Benino le due russe

Una giornata, anche se non grazie esplicitamente alle partite giornate, a suo modo indimenticabile, quella appena conclusasi Toray Pan Pacific Open Tennis di Tokyo. Il WTA500, che gode di un parterre di primo livello, ha infatti visto l’estremo saluto alla carriera per Misaki Doi, ex n.30 al mondo e vincitrice di un titolo WTA nel 2015. Un’onesta carriera, con qualche picco, che si è chiusa sbattendo contro il muro greco di Maria Sakkari, che sulla scia del primo 1000 della carriera continua a vincere, trovando il nono quarto di finale del suo 2023 (impressionante record di 7-1, con la sola sconfitta arrivata a San Diego contro Emma Navarro). Affronterà nuovamente Caroline Garcia, che ha avuto vita abbastanza facile contro Anhelina Kalinina. A completare il tabellone dei quarti ci pensano Anastasia Pavlyuchenkova e Daria Kasatakina.
L’ex n.11 al mondo, in netta ripresa (tornerà almeno al n.71 da lunedì prossimo), ha fornito un’ottima prestazione battendo 6-3 4-6 6-0 la giovane ceca Linda Noskova, con l’unico neo di aver servito meno del 50% di prime in campo. Percentuale che dovrà rivedere per giocare al meglio il quarto di finale contro la connazionale Ekaterina Alexandrova, nello spicchio che va ad incrociarsi con quello di Swiatek. Più agevole, per quanto forse meno del previsto, il match di Kasatkina. La n.6 del seeding ha battuto 6-4 6-4 Despina Papamichail, n.220 al mondo, smarrendo per ben 4 volte il servizio e concedendo la cifra assurda di 16 palle break. Prestazione al servizio da dimenticare per Dasha, che nel secondo parziale è stata due volte avanti di due break, e in entrambe ha concesso il rientro alla greca, rischiando anche il peggio. Alla fine la maggior esperienza e la differenza di talento in campo l’hanno aiutata a prevalere, per regalarsi il quarto di finale contro la tds n.2 Jessica Pegula.
[4] M. Sakkari b. [Q] M. Doi 6-3 6-1
Il break per la greca è immediato, già nel terzo gioco. Doi prova a lottare nello scambio, ma la differenza di peso e tenuta fisica tra le due è troppo sensibile per pensare di far partita pari con le bordate della greca. Un paio di errori forzati della giapponese la portano in vantaggio, la padrona di casa dovrà rischiare tanto per uscirne a testa alta. La n.331 al mondo riesce a rimanere in scia grazie a una serie di ottimi dritti sia in uscita dal servizio che nello scambio, ben piazzati vicino alle righe e sempre profondi. E, contando una Sakkari a tratti un po’ imprecisa, come spesso le capita, Misaki riesce così a tenere un solo break di distacco e a divertirsi nel giocare. Peccato per lei che a lungo andare la greca inizi a prendere più confidenza e restituire colpi più sostanziosi, e il suo dritto perde un po’ di smalto. Così nel nono game, giocato con una serie di risposte dure e di difficile gestione, coronate da un paio di vincenti sensazionali, la tds n.4 mette a segno il doppio break e porta a casa il primo parziale per 6-3.
Parte malissimo per Doi il secondo parziale, subendo un break immediato, sì grazie alla forza di Sakkari e al suo vigore in risposta, ma anche a causa di un atteggiamento un più remissivo e falloso da parte sua nello scambio. Non a caso sono molteplici gli errori che guidano la greca ad un rapido 3-0 con poca fatica. Nei game della giapponese si lotta, gli scambi sono duri, arriva qualche imprecisione da ambo le parti, mentre in quelli di Maria tutto scorre liscio, come dimostra l’aver perso due soli puntiin quattro giochi al servizio. Un violento dritto vincente (l’ennesimo) al volo di Maria Sakkari, scrive la parola fine alla carriera di Misaki Doi.
Una partita godibile a tratti nel primo set, ma senza storia, soprattutto nel secondo, dove la forza e il talento della greca hanno avuto la meglio. La padrona di casa, abbracciata dagli applausi del proprio pubblico e dalla grande sportività di Sakkari, chiude tra le lacrime un’ottima carriera, nella sua Tokyo. Per la greca ci sarà ora, a neanche una settimana dalla vittoria in semifinale a Guadalajara, il remake con Caroline Garcia ai quarti.
[5] C. Garcia b. A. Kalinina 6-4 6-3
Buona prestazione della francese, non molto spettacolare ma decisamente solida, brava a reggere nello scambio contro una giocatrice dura da fondo come Kalinina, e soprattutto a concedere davvero il minimo indispensabile. A ben vedere tanta differenza l’ha scavata con il servizio la francese, avendo vinto il 79% di punti con la prima (pur non mettendola troppo in campo) e quasi il 60% con la seconda. Non servendo fortissimo, ma scegliendo i giusti piazzamenti per mettere in difficoltà le lunghe leve dell’ucraina. Garcia soffre un po’ nel primo set, dove si fa rimontare dopo esser andata avanti 3-1, per poi ritrovare il break all’ultima chance e chiudere 6-4 per andare in vantaggio, ma alza decisamente l’asticella nel secondo set, in cui fa valere il proprio talento e ranking.
I primi cinque game del secondo sono abbastanza piatti, e solo Caroline ha un’occasione, sprecata, di strappare il servizio. Si procede seguendo la battuta, con scambi da fondo anche lunghi, e pochi rischi, come se entrambe attendessero l’errore dell’avversaria. La prima ad osare un po’ di più, e a trarne anche benefici, è alla fine la n.5 del seeding. In un ottavo game giocato di fine tattica e con una gran dose tecnica, anticipando la risposta e cercando variazioni che muovano l’ucraina, Garcia mette pressione e, sfruttando anche qualche errore dall’altra parte della rete, mette a segno il primo break del parziale. Break che, con gran cinismo e freddezza, saprà rendere decisivo.
Chiude infatti subito dopo, con due ace di fila per arrivare a match point e vincere una gran partita, giocata da campionessa e con tanta maturità ed esperienza, che fotografano il buon periodo che sta vivendo la francese, che per la seconda settimana di fila giocherà i quarti di finale in un torneo. Undicesima volta tra le migliori 8 nel 2023, con record di 3-7 e due finali, entrambe perse, a Lione e Monterrey.