Australian Open: Medvedev non brilla ma supera Tiafoe

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Australian Open: Medvedev non brilla ma supera Tiafoe

Non in giornata con il servizio e spesso troppo rinunciatario, anche il n. 4 passa indenne il primo turno. Avanzano Thiem e Wawrinka, Gulbis fa fuori Auger-Aliassime

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Daniil Medvedev - Australian Open 2020 (via Twitter, @AustralianOpen)
 

Rispetta il pronostico, Daniil Medvedev, e supera in quattro set il n. 50 ATP Frances Tiafoe, già battuto lo scorso anno a Washington, all’inizio di quella strepitosa cavalcata che gli è valsa due titoli “1000” e la finale (tra le altre) allo US Open. Proveniente dall’ATP Cup dove è stato sconfitto solo da Novak Djokovic al set decisivo, Daniil non può essere particolarmente soddisfatto della prestazione odierna. Sinceramente, ci aspettavamo qualcosa in più sia dal match sia dal numero 4 del mondo, anche se non bisogna dimenticare che i primi turni di chi è atteso alle fasi finali di uno Slam servono principalmente per carburare e, specie contro un avversario non particolarmente facile, vincere viene prima di tutto – e Daniil lo ha fatto. Il gioco complessivo ha comunque regalato fasi abbastanza apprezzabili e qualche scambio spettacolare, magari quando lo statunitense cercava delle variazioni, ma l’intensità non è stata particolarmente alta.

Certo, a Tiafoe non si può chiedere grande continuità, mentre Medvedev ha spesso dato l’impressione di accontentarsi: “Mi sembrava spesso di essere in controllo, di poter fare il passo successivo e invece lui rientrava” dirà a fine match. Anche il servizio russo non ha funzionato al meglio: 13 ace a fronte di 12 doppi falli e poche prime in campo. Un esordio complicato per entrambi, con Tiafoe ben più sfortunato, anche perché reduce da due sconfitte al primo turno nella nuova stagione che si sommano alle due consecutive di fine 2019, Next Gen Finals escluse. Ora, perderà 360 punti, quelli dei quarti dello scorso anno quando fu fermato solo da Rafa Nadal, e una trentina di posizioni.

Dopo un primo set girato subito verso le terre russe, il secondo procede equilibrato con il servizio perso da Medvedev al quinto gioco e subito restituito. È chiaro che a Daniil non basta più palleggiare per portare a casa il punto, perché Tiafoe ha aumentato il ritmo e può scatenare anche il dritto che, viceversa, può andare in difficoltà sulle palle che arrivano veloci e tese a causa di quella roba in più che fa nella parte bassa dell’anello. Il moscovita dà continuamente saggi della sua reattività nei pressi della rete, rimandando qualsiasi cosa gli venga sparata addosso colpendo con corde, telaio, corpo.

Sportivo, in quest’ultimo caso, ad ammettere subito l’infrazione, anche perché il Murphy sul seggiolone, prima di avventurarsi in una chiamata del genere, vorrebbe almeno compilare una decina di moduli che neanche in Brazil di Terry Gilliam. Amante della lotta, Frances aggredisce nel nono gioco e si prende un altro break – il terzo, finora, e sempre alla prima opportunità, fatto strano perché la memoria ci dice che quello lungo e storto ne salva a ripetizione con il servizio, incurante dei dati ufficiali che lo piazzano fuori dai primi 50 per percentuale di palle break annullate, mentre l’avversario non brilla certo per conversione. Con la battuta, pareggia il conto dei set alla prima opportunità.

Medvedev riparte subito forte, ma un suo doppio fallo e una gran interpretazione del punto, chiuso con un delicatissima mezza volata dall’altro, riaprono la partita. L’americano si esalta con qualche colpo da highlight, è la sua zona preferita e quindi la più pericolosa. Tuttavia, l’ottimo Tiafoe visto nel parziale scompare all’improvviso quando batte per un 5 pari che non arriverà mai: non vince neanche un punto, restando fermo a guardare l’altro che vola a recuperare la volée smorzata per prendersi il 6-4. La partenza del quarto set è alquanto confusa, Medvedev perde una quinta volta la battuta, ma resta comunque avanti fino a prendere il sopravvento per il 6-2 finale. Come per Djokovic che ha lasciato anch’egli un set al primo incontro, si prospetta un secondo turno relativamente più semplice con il vincente fra Dominik Koepfer, n. 89 ATP, e il qualificato Pedro Martinez. Il tedesco si è messo in mostra all’ultimo US Open, raggiungendo gli ottavi dopo essere uscito dal tabellone cadetto e fermato proprio da Daniil in quattro set.

GLI ALTRI INCONTRI

Sono diventate otto (su otto scontri diretti) le vittorie di Dominic Thiem su Adrian Mannarino. Sulla Margaret Court Arena il numero 5 del seeding, e possibile avversario in quarti di finale di Rafa Nadal, si è imposto in tre set dopo due ore e 20 minuti. Un solo passaggio a vuoto per l’austriaco all’interno di un match ben controllato: nel bel mezzo del secondo set ha concesso un controbreak (poco influente, alla fine) mentre conduceva 4-3 e servizio. Alex Bolt proverà a fermarlo nel secondo turno. Nel suo ottavo di finale ha vinto Gael Monfils, lasciando sette giochi a Yen-Hsun Lu, ma c’è stata anche un’eliminazione eccellente. Felix Auger-Aliassime, apparso in discreta forma ad Adelaide, è stato sorpreso da Ernests Gulbis, che ha vinto in quattro set e ha ritrovato la vittoria in un torneo dello Slam dopo un anno e mezzo.

Nel quarto di finale di Medvedev, Stan Wawrinka ha vinto un match tutt’altro che semplice contro il bosniaco Dzumhur. Lo svizzero è stato quasi impeccabile al servizio, ma si è ritrovato un set pari dopo aver perso il tie-break del secondo set. Una coppia di set identici (6-4 con break nel nono game) gli ha permesso di raggiungere il secondo round, dove lo attende Andreas Seppi. Ha vinto al debutto in quattro set anche Andrey Rublev, in striscia positiva da tredici partite. Il russo ha subito un 6-0 nel secondo parziale dalla wild card Chris O’Connell, poi ha ripreso a giocare con la giusta concentrazione e ha evitato ulteriori patemi vincendo il tie-break del quarto. Dall’altro lato del tabellone, Roberto Bautista Agut ha concluso ciò che aveva cominciato nella prima giornata, eliminando il connazionale Feliciano Lopez in tre set.

Ha collaborato Antonio Ortu

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