Rybakina non si ferma: a Dubai sarà finale con Halep

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Rybakina non si ferma: a Dubai sarà finale con Halep

Martic spreca set point sia nel primo che nel secondo e subisce il ritorno della kazaka, alla quarta finale su cinque tornei giocati in stagione. La prima testa di serie passeggia con Jennifer Brady

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Elena Rybakina – WTA Dubai 2020 (foto via Twitter @DDFTennis)
 

Non ha alcuna vaga intenzione di fermarsi Elena Rybakina. La kazaka di Mosca, vent’anni e numero diciannove secondo il computer, ha battuto anche Petra Martic nella prima semi in programma sul centrale dell’Aviation Club, e domani disputerà la finale numero quattro su cinque tornei disputati nel 2020. Il suo record stagionale va ancora aggiornato e noi procediamo volentieri, perché ormai di gradita tradizione trattasi: dal rientro post vacanze natalizie, Rybakina ha vinto diciannove partite e ne ha perse tre; numeri che le consentono di comandare con un certo agio la relativa, dedicata classifica.

L’altra graduatoria dominata da Elena è quella inerente al contatore degli ace, ma oggi la sua famigerata prima di servizio si è presa una meritatissima mezza giornata di vacanza. In campo solo nel 59% dei tentativi e in ogni caso meno letale rispetto alle prestazioni recentemente ammirate (appena il 64% di realizzazione, poco), l’aiutino contumace ha consentito a una Petra Martic a lungo deliziosa di contenere e comandare, variando moltissimo e rallentando il giusto, per accelerare all’improvviso con notevoli profitti. La sua giornata con il dropshot, a parte un episodio che purtroppo per lei si rivelerà fatale nella seconda partita, è stata per lunghi tratti un clinic.

Dal pregevolissimo tennis esibito la croata non è però riuscita a ricavare granché: tanto nella prima, quanto nella seconda partita Petra ha avuto sia la chance di portarsi in vantaggio di due break, sia quella di chiudere con un set point sulla racchetta, ma non le ha sfruttate ed è stata sempre ripresa da una rivale in tremenda fiducia anche nelle difficoltà, e incline a picchiare la palla nell’angolo non appena intravede una fessura percepibile da lei e poche altre colleghe al momento.

Annullato il set point in risposta nel decimo gioco del primo set poi conquistato al tie-break, Rybakina ha giocato un brutto inizio di secondo, riuscendo tuttavia a rimanere attaccata anche grazie alla già nota prodigalità della rivale. Ricucito lo strappo creato dal break subito all’alba della frazione grazie all’unico drop mal eseguito dall’altrimenti impeccabile Martic, la finalista dello scorso torneo di San Pietroburgo ha annullato un nuovo set point nell’undicesimo game con grande aggressività, dominando nel secondo tie break di giornata una Martic ormai afflitta e inconsolabile.

Al momento nessuno vuole affrontare Rybakina, eppure lo sporco lavoro toccherà a Simona Halep. La numero due WTA ha lasciato le briciole a Jennifer Brady, comunque autrice di un torneo da applausi con tanto di qualificazioni superate e due scalpi di top ten da portare in valigia. Ridotta a un misero 41% di realizzazione al servizio, una condanna senza appello per chi ai turni in battuta deve molte delle proprie fortune, Jennifer ha vinto la miseria di trentacinque punti su novantasei e dovuto ingoiare in un’oretta scarsa la terza sconfitta su tre semifinali giocate in carriera.

La tennista da Costanza, sopravvissuta a un match point avverso nel pazzo match di secondo turno contro Jabeur, giocherà un ultimo atto per la prima volta dal trionfo a Wimbledon della scorsa estate. L’unico precedente dice Rybakina, Wuhan 2019, ma Halep in quell’occasione si ritirò in coda al primo set per un problema alla schiena. In vista di domani è quantomai complicato tracciare un abbozzo di pronostico.

Risultati:

[SE] E. Rybakina b. [8] P. Martic 7-6(5) 7-6(2)
[1] S. Halep vs [Q] J. Brady 6-2 6-0

Il tabellone completo

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