Per aspera ad astra: i tabelloni Slam più complessi dell’Era Open - Pagina 2 di 3

Numeri

Per aspera ad astra: i tabelloni Slam più complessi dell’Era Open

Chi ha avuto la strada più tortuosa per la vittoria di un Major? L’analisi basata sul ranking degli avversari premia ancora una volta Federer, Nadal e Djokovic

Pubblicato

il

 

Passando ora all’acme, via con una carrellata à la Bleacher Report con le posizioni 20-12:

  • 19 ex aequo. Pat Rafter allo US Open 97 e Roger Federer a Wimbledon 2017 (32.86), anche se va sottolineato che l’australiano batté un Agassi all’epoca cinquantanovesimo (è quindi un dato ancora più clamoroso), e che lo svizzero trionfo all’AELTC senza perdere un set;
  • 18. Stan Wawrinka all’Australian Open 2014 (32.14), con la quisquilia (effettiva) di aver beneficiato del forfait della tds N.28 Vasek Pospisil (se lo escludiamo la media scende a 32.5), e la quisquilia (ironica) di aver battuto Djokovic e Nadal, seppur in modi molto diversi fra loro;
  • 17. Ivan Lendl allo US Open 1986 (31.71);
  • 16. Pete Sampras allo US Open 1990 (31.29), torneo che lo consacrò come campione più giovane di Flushing Meadows;
  • 14 ex aequo. Andy Roddick allo US Open 2003 e Novak Djokovic allo US Open 2015 (31.14), momenti di forma strepitosi per entrambi, con Roddick in fase di kleos come Patroclo facendo la tripletta nord-americana e Nole a suggellare forse la stagione più dominante di sempre;
  • 13. Bjorn Borg a Wimbledon 1979 (30.43);
  • 12. Rafa Nadal al Roland Garros 2017, vinto senza perdere un set (30.14).

LA TOP 10

Ed ecco i migliori dieci, con qualche dettaglio in più:

POSIZIONE N.10 (ex aequo): Pat Cash, Wimbledon 1987, e Stefan Edberg, US Open 1992

Media: 29.43; set persi: 1 per Cash, 7 per Edberg; match al quinto: 0 per Cash, 3 per Edberg.
Tabellone Cash: M. Freeman, P. McNamee, M. Schapers, G. Forget, M. Wilander (3), J. Connors (11), I. Lendl (2).
Tabellone Edberg: L. Mattar, J. Hlasek, J. Svensson, R. Krajicek (15), I. Lendl (9), M. Chang (4), P. Sampras (3).

Due trionfi molto diversi quelli dell’australiano e dello svedese, come diversi erano i loro temperamenti. Per Cash questo fu il primo ma anche l’ultimo, a 22 anni: l’anno successivo avrebbe perso in cinque set la prima finale australiana sul cemento contro Wilander, e da lì iniziò un’infinita striscia di infortuni che di fatto chiuse la sua carriera ad alti livelli. Un vero peccato, perché una personalità e un gioco come il suo sarebbero potuti stare sulle vette del tennis mondiale per il lustro successivo, come testimoniato da quello Wimbledon dominato, al termine del quale “inventò” la scalata della tribuna per celebrare la vittoria.

Per Edberg, quello di New York fu invece l’ultimo Slam vinto, prima che la schiena lo abbandonasse del tutto e prima che il suo tennis di fioretto diventasse anacronistico, nonostante i miglioramenti da fondo testimoniati dalle quattro finali Slam consecutive sul cemento che Stefan raggiunse fra New York ’91 e Melbourne ’93. Che sofferenza quella vittoria per Ala d’Angelo (come lo ribattezzò Gianni Clerici), con tre match al quinto e quattro campioni Slam battuti in quella che è l’unica stagione di sempre con dieci campioni Slam su dieci a comporre la Top 10 – all’epoca non tutti ne avevano vinti, ma a posteriori è così.

POSIZIONE N.9: Jimmy Connors, US Open 1974

Media: 28.14; set persi: 4; match al quinto: 0.
Tabellone: J. Borowiak, O.N. Bengston, J. Alexander, J. Kodes (12), A. Metreveli (13), R. Tanner, K. Rosewall (5)

Jimmy Connors vinse a Forest Hills completando l’ultimo Grass Slam, dopo le vittorie a Kooyong e Wimbledon che lo consacrarono nell’ultimo anno con 3 Slam su erba – l’anno dopo l’US Open sarebbe passato all’Har-Tru. Jimbo distrusse per la seconda volta in 2 mesi Ken Rosewall, metonimie di quella che fu la stagione del passaggio dall’analogico al digitale nel tennis, data la vittoria di un altro bimane, Bjorn Borg, a Parigi, eventi che lasciarono presagire dei cambiamenti che sarebbero esplosi nella decade successiva e figli di entrambi.

POSIZIONE N.8: Novak Djokovic, Wimbledon 2015

Media: 27.86; set persi: 3; match al quinto: 1.
Tabellone: P. Kohlschreiber, J. Nieminen, B. Tomic (27), K. Anderson (14), M. Čilić (9), R. Gasquet (21), R. Federer (2)

Altro Wimbledon altro giro altro regalo, verrebbe da dire, con Djokovic nel bel mezzo della sua stagione più dominante (anche se a mio parere il Djokovic della prima metà del 2011 aveva uno strapotere superiore da fondo) che vince in maniera abbastanza confortevole, se non per un grande spavento, l’ottavo di finale contro Kevin Anderson, rimontato da 2 set di svantaggio in seguito ad interruzioni per buio (al termine del quarto) e pioggia.

POSIZIONE N.6 (ex aequo): Roger Federer, Australian Open 2007, e Novak Djokovic, Wimbledon 2014

Media: 27.71; set persi: 0 per Federer, 6 per Djokovic; match al quinto: 0 per Federer, 2 per Djokovic.
Tabellone Federer: B. Phau, J. Bjorkman, M. Youzhny (25), N. Djokovic (14), T. Robredo (7), A. Roddick (6), F. Gonzalez (10)
Tabellone Djokovic: A. Golubev, R. Štěpánek, G. Simon, J.-W. Tsonga (14), M. Čilić (26), G. Dimitrov (11), R. Federer (4)

Ancora un parimerito, e pure con incrocio. Per certi versi, la vittoria di Melbourne fu il culmine di Federer, in coda alla sua miglior stagione e senza perdere un set (unico della Top 10), perché, mentre anche nel 2007 fece la tripletta anglo-sassone, iniziarono ad arrivare alcune sconfitte in più (Guillermo Cañas, anyone?), ma è difficile pensare che sia esistito un tennista migliore del Federer 2004-2007 sulle superfici veloci. In questo torneo ebbe peraltro luogo la sua ultima vittoria a Melbourne contro Djokovic, all’epoca 19enne di belle speranze e prossimo alla sua prima finale Slam.

Dall’altra parte, la vittoria di Nole a Wimbledon 2014 è un grande viatico, per vari motivi: innanzitutto perché gli consentì di tornare N.1 del mondo per più di 2 anni, superando Nadal sconfitto da un 19enne un po’ spaccone di nome Nick Kyrgios; poi perché la vittoria nei quarti su Cilic, ancorché netta, certificò il ritorno del croato e per certi versi vaticinò la sua vittoria a New York 2 mesi dopo; e soprattutto perché nella mente di chi scrive la finale con Federer rimane la partita più spettacolare di sempre, dal punto di vista tecnico, più ancora di quella dello scorso luglio.

A PAGINA 3 LA TOP 5 DEI TABELLONI PIÙ DIFFICILI: CI SONO DJOKOVIC, DEL POTRO, FEDERER E NADAL. ANDATE A VEDERE IN CHE ORDINE

Pagine: 1 2 3

Continua a leggere
Commenti
Advertisement

⚠️ Warning, la newsletter di Ubitennis

Iscriviti a WARNING ⚠️

La nostra newsletter, divertente, arriva ogni venerdì ed è scritta con tanta competenza ed ironia. Privacy Policy.

 

Advertisement
Advertisement
Advertisement