Sono tempi di tagli. Le casse dei tornei e delle federazioni (non tutte, certo) non sono esattamente traboccanti di denaro. Restando all’interno dei nostri confini, oltre ai dipendenti della FIT finiti in cassa integrazione, ne stanno facendo le spese alcuni collaboratori; tra questi c’è Nicola Pietrangeli, classe 1933 e terzo giocatore del mondo nel 1959 e 1960.
La telefonata con cui il presidente della Federtennis Angelo Binaghi gli comunicava la sospensione dei rapporti con i collaboratori esterni a causa dell’emergenza legata al COVID-19 era arrivata lo scorso 10 marzo. Dopo essersi limitato a prendere atto della decisione “ascoltando in silenzio”, Pietrangeli scopre che le sospensioni non riguardano tutti e già in aprile lamentava, “certo, pensavo valesse per tutte le federazioni e non solo per la FIT”. Un mese più tardi, intervistato dal Corriere della Sera, l’umore di Nicola pare decisamente cambiato: “L’ho presa malissimo, come chiunque quando gli tolgono tutto lo stipendio da un giorno all’altro”. Tiene a precisare che “non mi coprivano d’oro, sia chiaro: era una retribuzione dignitosa per uno della mia età”, ma soprattutto che è “un brutto colpo” dal punto di vista economico. Ricordando che, vincendo il Roland Garros, ha intascato 150 dollari, spiega che “il tennis mi ha dato tanta fama e pochi soldi”.
Quello però che fa più male all'(ex-)ambasciatore del tennis italiano, è non aver più ricevuto “uno straccio di telefonata”, nonostante conosca Binaghi da quando era bambino. L’ultima goccia riguarda gli Assoluti Italiani, manifestazione rispolverata dopo 15 anni che si terrà a Todi dal 15 giugno, periodo che – paradossalmente vista l’assenza di tennis – sembra coincidere con altri impegni dei due migliori tennisti azzurri. “Non mi hanno neppure invitato” tuona Pietrangeli. “Avrebbero fatto una figura migliore se ci avessero detto: siete anziani [si riferisce anche a Lea Pericoli], il vostro momento è passato” continua, assicurando comunque che la sua risposta al trattamento subito non contempla una causa legale (il mancato rinnovo del contratto, che scade a giugno, deve essere comunicato con sei mesi di anticipo). Al limite, quando si giocheranno gli Internazionali, cambierà posto: “Anziché andare in tribuna Fit, andrò in quella Coni. Ho la tessera”. Leggero e micidiale.