Internazionali di Roma: Berrettini senza affanni, Coria ostacolo troppo basso

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Internazionali di Roma: Berrettini senza affanni, Coria ostacolo troppo basso

L’argentino combatte nel primo set, poi non c’è più storia. Per Matteo qualche incertezza sul rovescio e vincenti in serie nel secondo set. Agli ottavi Travaglia o Coric

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Matteo Berrettini - Internazionali di Roma 2020 (via Twitter, @InteBNLdItalia)
 

[4] M. Berrettini b. [Q] F. Coria 7-5 6-1

Avanti, piano e in sicurezza, senza mai aprire tutto il gas. Non è forse il miglior Matteo Berrettini quello che si libera in un’ora e 20 minuti di Federico Coria, ma può anche bastare. Soprattutto perché l’azzurro ha messo piede per la prima volta sulla terra dopo la campagna americana (buona ma non buonissima), mentre l’argentino – poco a che vedere col fratello maggiore, finalista nel 2005 contro Nadal – si è comunque arrampicato fin qui partendo dal primo turno delle qualificazioni (scalata che gli varrà la top 100). Più rodato, ma senza dubbio non all’altezza del numero otto del mondo che Roma questa mattina avrebbe abbracciato e lanciato verso il cuore della settimana.

Agli ottavi Matteo troverà Travaglia o Coric, con l’obbligo di migliorare quello che a oggi è il suo miglior risultato nel torneo di casa (un anno fa, eliminato al terzo turno da uno Schwartzman poi eccellente semifinalista).

SQUILIBRIO – Evidenti, sin da subito, le differenze in campo. Non solo di 95 posizioni in classifica, ma anche di incisività del servizio e (più in generale) di pesantezza della palla. Berrettini nel primo set difetta solo in continuità, ma rimane in controllo scansando le insidie delle letture di Coria che va a cercarlo, quando può, sul rovescio (il back andrà registrato). Troppa, in ogni caso, la differenza di cilindrata. Matteo piazza il break che sembra già spezzare la partita (5-3), ma si inceppa poi col servizio quando va a servire per il set finendo per subire sei punti di fila. Breve corto circuito, risolto sul 5-5 quando il servizio riprende a funzionare e i dritti vincenti lasciano i buchi negli angoli.

Da segnalare la cavalleria dell’argentino: sul 5-6 ha segnalato all’arbitro la riga pizzicata da Berrettini su un lob segnalato out. La partita non sarebbe cambiata, ma in quel game ha perso a zero il suo turno di servizio. Alcuni degli ace di Berrettini (in totale saranno 7) vengono accompagnati da applausi registrati, che però sul campo non si sentono. Sono un regalo (…) ai telespettatori della produzione tv. Sotto gli occhi di Ajla e per mezz’ora anche di Lorenzo Musetti, Matteo ha chiuso i conti nel secondo set con un’intensità appena leggermente superiore a quella di un allenamento. L’impietoso contatore registra alla fine 33 vincenti a 5, dubbi su chi l’avrebbe spuntata non ce ne sono stati sin dal primo scambio.

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