Thiem ha paura delle partite importanti?

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Thiem ha paura delle partite importanti?

Nelle finali “importanti”, l’austriaco ha un saldo di due vittorie e sette sconfitte, bottino un po’ misero per chi aspira al numero uno

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Dominic Thiem - Roland Garros 2020 (via Twitter, @rolandgarros)
 

Ormai da un paio d’anni, Dominic Thiem si è preso con forza lo status di vera alternativa ai Big Three. Dal 2019, ovvero da quando Nicolas Massu ha preso posto sulla sua panchina, l’austriaco ha iniziato un percorso di crescita che lo ha portato nel 2020 a conquistare il tanto sospirato primo titolo Slam, a Flushing Meadows, e la posizione numero tre del ranking ATP. Quasi tutti sono concordi nel dire che Dominic è, ad oggi, allo stesso livello di Djokovic, Nadal e Federer e i numeri d’altronde sono lì a confermare questa generale sensazione.

Nel biennio 2019-2020 Thiem ha un bilancio di nove vittorie e cinque sconfitte contro i Big 3: 3-2 contro Djokovic, 3-1 contro Nadal, 3-0 contro Federer. Anche aggiungendo il 2018 al conteggio, la situazione non cambia: 11 vittorie e 7 sconfitte (4-2 vs Nole, 4-4 vs Rafa, 3-1 vs Roger). Insomma Thiem non ha più paura dei tre cannibali e anzi, li batte spesso e volentieri.

La recente sconfitta nell’ultimo atto delle ATP Finals contro Daniil Medvedev ha però riportato a galla qualche piccolo dubbio sulla sua tenuta mentale e le capacità di affrontare le grandi partite. Sembra quasi assurdo da dire parlando di un giocatore che può vantare numeri come quelli sopra detti contro i tre migliori giocatori degli ultimi 20 anni (forse di sempre) e che, proprio sotto il tetto della O2 Arena, contro Djokovic ha rimontato a suon di vincenti uno svantaggio di 0-4 nel tiebreak decisivo della semifinale. Tuttavia anche in questo caso i numeri non mentono e raccontano un trend decisamente negativo per Thiem nelle finali “pesanti”.

Mettendo insieme Slam, Masters 1000 e ATP Finals, l’austriaco ha giocato nove finali, vincendone appena due: nel 2019 a Indian Wells contro Federer e quest’anno contro Alexander Zverev allo US Open. Di seguito riportiamo l’elenco completo dei nove incontri e dei relativi risultati:

  • Madrid 2017 – sconfitta (6-7 4-6 vs Rafael Nadal)
  • Madrid 2018 – sconfitta (4-6 4-6 vs Alexander Zverev)
  • Roland Garros 2018 – sconfitta (4-6 3-6 2-6 vs Rafael Nadal)
  • Indian Wells 2019 – vittoria (3-6 6-3 7-5 vs Roger Federer)
  • Roland Garros 2019 – sconfitta (3-6 7-5 1-6 1-6 vs Rafael Nadal)
  • ATP Finals 2019 – sconfitta (7-6 2-6 6-7 vs Stefanos Tsitsipas)
  • Australian Open 2020 – sconfitta (4-6 6-4 6-2 3-6 4-6 vs Novak Djokovic)
  • US Open 2020 – vittoria (2-6 4-6 6-4 6-3 7-6 vs Alexander Zverev)
  • ATP Finals 2020 – sconfitta (6-4 6-7 4-6 vs Daniil Medvedev)

Indubbiamente il calibro degli avversari è di tutto rispetto, ma il bilancio è comunque preoccupante e denota un evidente problema dovuto al peso specifico della partita e della posta in palio piuttosto che dell’avversario al di là della rete. In almeno quattro occasioni infatti Thiem era da considerarsi favorito, segnatamente Madrid 2019, US Open 2020 e le due finali alle Finals. Di queste, l’austriaco è riuscito a vincere solo la finale di New York, peraltro dovendo rimontare due set a Zverev in un incontro fortemente caratterizzato dalla tensione e dalla paura di vincere che ha attanagliato entrambi dall’inizio alla fine. Anche dopo aver invertito l’inerzia del match infatti Thiem non è riuscito a scrollarsi di dosso tutte le paure ed è riuscito ad imporsi solo al tiebreak del quinto, con un bell’aiuto da parte del tedesco. Nelle due partite alle ATP Finals, Thiem ha giocato molto bene complessivamente e in entrambi i casi è andato avanti di un set, eppure gli è mancato il famoso centesimo per arrivare all’euro.

Contribuiscono a consolidare questo punto di vista anche le sconfitte contro Nadal e Djokovic, soprattutto alla luce degli strepitosi numeri negli head to head contro i due di cui si è parlato sopra. Risulta chiaro che quando si tratta di giocarsi uno Slam gli equilibri cambiano. Difficile però dire dove inizino i demeriti dell’austriaco e dove i meriti di Rafa e Nole, ma è probabile che le due cose si intersechino: a Thiem manca qualcosa e i due mostri sacri hanno l’esperienza e i mezzi per approfittarsene. Se probabilmente si devono mettere in una categoria a parte le sconfitte con Nadal al Roland Garros, la finale dell’Australian Open 2020 persa contro Djokovic è un esempio lampante di quella sottile, eppure abissale, linea che separa vittoria e disastro. In quella partita Thiem era riuscito a superare la tensione iniziale e a prendere le redini della partita, dominando di fatto secondo e terzo set e arrivando a palla break in avvio di quarto set. Sfumata la chance, Dominic è un po’ calato, finendo col perdere al quinto una partita che per larghi tratti sembrava essere nelle sue mani.

Insomma, Thiem è tecnicamente e fisicamente allo stesso livello dei migliori, merita quella terza posizione del ranking e forse anche qualcosa in più, ma dovrà necessariamente lavorare sul suo approccio alle finali importanti se non vuole rischiare di trovarsi schiacciato tra la furbizia dei Big Three e la spavalderia dei più giovani. L’anno prossimo la corsa al numero uno sarà apertissima e Dominic sarà senz’altro della partita, ma deve limare queste sue insicurezze. Perché in fondo il tennis non è quasi mai (solo) una questione di tennis.

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