Il parere del data analyst: "Tra 5 anni tutti lavoreranno con le statistiche. Sinner sarà in top 10"

Interviste

Il parere del data analyst: “Tra 5 anni tutti lavoreranno con le statistiche. Sinner sarà in top 10”

Seconda parte dell’intervista con Fabrice Sbarro, esperto di dati: “Auger-Aliassime si svilupperà, ma oggi gioca ‘da solo'”. Sugli italiani: “Mi piacerebbe mostrare il mio lavoro a Sinner. Gianluca Nardi è un talento puro”

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Nella prima parte dell’intervista a Fabrice Sbarro, che potete leggere qui, abbiamo discusso con l’analista di dati dei successi ottenuti da Daniil Medvedev nel finale di 2020, a Bercy e alle ATP Finals. Nella seconda parte della chiacchierata abbiamo parlato di molto altro, a partire dal suo attuale rapporto con Gilles Cervara (allenatore di Medvedev) e con il resto dello staff del tennista russo.

Fabrice non è parte del team di Medvedev in qualità di esperto di dati, ma la sua collaborazione è stimata da Cervara, che lo ha inserito nel suo libro paga. Vediamo dunque, nel dettaglio, come Fabrice interagisce con Gilles Cervara (allenatore dell’anno 2019 e finalista del premio nel 2020) e in generale come un analista di dati può interagire con la squadra di un giocatore. Usando le parole di Fabrice, “Gilles Cervara è un artista“. Con Gilles è diverso, i due lavorano insieme da quasi un anno e mezzo e si conoscono bene. Nessun pdf, né dati complicati, solo lunghe conversazioni su WhatsApp.

Per altri clienti è diverso: prendiamo ad esempio Felix Auger-Aliassime. “Con Aliassime è tutto più formale, si passa attraverso un agente che fa da filtro tra me e il resto del team del giocatore. Mi sento come se fossimo in una grande azienda dove tutto deve essere professionale, inquadrato. Non ho ancora firmato con loro. Sto ancora aspettando la risposta, al momento siamo in prova”.

Cogliamo la palla al balzo per capirne qualcosa in più, poiché stiamo parlando di una delle promesse più limpide fra gli under 21.

Aspetta, quindi sei in trattiva con Felix? Come siete entrati in contatto? Attraverso il suo coach, il suo agente?

“Torniamo a Montreal 2019, quando ho incontrato Gilles. A quel tempo avevo un agente canadese (Robby Menard): in realtà avevo un agente e nessun cliente… ma comunque avevo un agente! Robby credeva che l’idea fosse buona. È un sostenitore delle statistiche, come te e come sempre più persone, e quando sono arrivato a Montreal lui stava già parlando con giocatori canadesi – Auger Aliassime, Andreescu, Shapovalov – poco prima di incontrare Gilles. Questi giocatori avevano un supporto statistico dalla Federazione canadese. Ma a causa del coronavirus – è quello che mi hanno spiegato – la federazione ha deciso di non aiutare più i giocatori professionisti con le analisi, i quali hanno dovuto rivolgersi altrove.

“Grazie a quel primo contatto nel 2019” continua Sbarro, riferendosi ai sopra menzionati tennisti canadesi, “sono quindi tornati dal mio agente e abbiamo cominciato a lavorare con loro. In questo caso ho portato con me anche un data scientist (Shane Lyanage; Ubitennis lo ha anche intervistato, ndr), quindi con il mio agente e il data scientist siamo andati da loro per fornire le statistiche. Con Felix Auger Aliassime abbiamo lavorato durante alcuni tornei, ma ad oggi non abbiamo ottenuto il risultato che volevamo. Questo ha dimostrato i suoi limiti di preparazione della partita; avevamo il prodotto perfetto per loro, ma Felix non ha vinto molte partite“.

Felix Auger-Aliassime – ATP Sofia 2020 (foto Ivan Mrankov)

Il giocatore deve essere pronto e maturo abbastanza per lavorare sul piano di gioco e Felix è ancora giovane” spiega Sbarro, che attribuisce la responsabilità dei risultati non soddisfacenti, almeno in parte, all’inesperienza del ventenne canadese. “Voglio dire, si svilupperà. Ma in questo momento è ancora un ‘boom boom boom player’. Sta ancora sviluppando le capacità per diventare un giocatore intelligente che riesce a trovare una soluzione durante una partita. Il suo piano di gioco si basa sul servizio e sul dritto, spingendo al limite. È molto più difficile sviluppare un piano di gioco con questo tipo di giocatori, ci vuole più tempo. In questo momento, Auger gioca da solo, in base all’equilibrio che di volta in volta trova fra vincenti ed errori non forzati“.

Quando giochi da solo”, conclude Fabrice, “penso che le statistiche siano molto più utili per fare un’analisi ex post, del tipo: ‘Sei molto bravo in questa cosa e meno bravo in quest’altra. Costruiamo il tuo gioco attorno ai tuoi punti di forza‘. La preparazione delle partite, invece, è molto più una questione di ‘giocare con qualcuno’. E se prendi tutti i ragazzi nella top 10, hanno tutti questa capacità di giocare con l’avversario. Federer, Nadal, Djokovic, Zverev sono capaci di prolungare gli scambi, di giocare con gli avversari se necessario. Felix in questo momento per me gioca un po’ da solo. Quindi, a questo proposito, la preparazione della partita non può essere così utile. Ma d’altra parte, penso che i dati siano utili per sviluppare il suo gioco. Quindi spero di iniziare con loro, ma niente è sicuro“.

Fabrice Sbarro

OBIETTIVO TRICOLORE NEL 2021

Per chiudere la nostra conversazione, dopo aver parlato di un astro nascente come Auger-Aliassime, è stato inevitabile chiedere a Sbarro un parere sulla nuova nidiata di talenti italiani che stanno arrivando, Sinner in testa.

Parlando di giovani talenti, qua in Italia sta scoppiando una vera Sinner-mania, per non parlare poi di altri giovani interessanti come Musetti. Quali sono le tue sensazioni su questi giocatori?

“Jannik Sinner è sicuramente una delle grandi grandi star in arrivo. Voglio dire, sarà almeno del livello di Felix o Shapovalov. Sarà sicuramente tra i primi 10. Questo è esattamente il tipo di giocatore con cui voglio lavorare; magari mi sbaglio, ma secondo me è un giocatore con la mentalità giusta, un ragazzo che pensa a vincere titoli Slam. Ci sono così tanti giocatori tra i primi 100 che non sognano in grande; ovviamente sono giocatori eccezionali, si guadagnano da vivere con il tennis – che è davvero difficile – ma non stanno sognando in grande. Non sognano di vincere titoli Slam. Credo invece che giovani come Auger Aliassime, Sinner e forse anche Berrettini abbiano questo grande sogno“.

“Sento che la statistica ha un ruolo importante. Perché Nicolas Mahut vuole lavorare con le statistiche? Perché vuole ancora vincere grandi tornei. Forse le statistiche possono far vincere magari un titolo in più, dare un dettaglio in più ed è così che pensa il campione. Gilles è un campione come allenatore. Queste persone sono disposte a cercare quella piccola percentuale di successo in più e pensano che le statistiche possano dargliela. Forse la squadra di Sinner ha questo tipo di mentalità. In questo caso potrebbero trovare interessante qualcuno come me. Magari anche loro credono che leggere i numeri serva e sognano in grande. Questa è la mentalità del campione e spero che Sinner lo diventerà. Mi piacerebbe avere la possibilità di mostrare il mio lavoro alla squadra di Sinner“. Beh, piuttosto facile: a chi non piacerebbe salire sul carro più promettente del tennis mondiale?

Con Musetti è lo stessocontinua Fabrice, confermando il suo interesse per l’universo tennistico italiano anche in virtù delle sue origini. “In Italia stanno venendo fuori grandi giocatori e altri ne arriveranno, come Gianluca Nardi. Fra l’altro sto lavorando con il suo allenatore (Roberto Antonini); Gianluca è un talento puro, forse sarà bravo come Sinner e Musetti. Mi piacerebbe molto vedere crescere questi giovani ragazzi, anche io sono mezzo italiano! Purtroppo sono andato in Argentina per allenarmi, e ora parlo molto bene lo spagnolo; l’italiano e lo spagnolo sono così simili, quindi per me è un vero casino passare all’italiano. Ma se inizio a lavorare con qualche giocatore italiano, farò uno sforzo per migliorare la lingua!.

Sport Tennis Roma Internazionali d’Italia, pre qualificazioni, Jannik Sinner e Lorenzo Musetti, 8 Maggio, 2019. Foto Felice Calabro’

Beh, credo che tu l’abbia espresso chiaramente: riuscire a lavorare con qualche italiano è un tuo obiettivo per il 2021. Ovviamente, qua in Italia tutti speriamo che il movimento continui a crescere.

“Sai, ci sono due obiettivi per me: il grande nome che vuole vincere e considera le statistiche come un dettaglio extra, o un allenatore che ama le statistiche. SAnche se i giocatori non sono ancora sulla stessa lunghezza d’onda, il rapporto con gli allenatori è buono; sempre più allenatori amano i numeri o vedono le statistiche come un aiuto. Sento che stiamo andando in questa direzione, c’è sempre più interesse per il mio lavoro. Ho fatto un’intervista con alcuni amici in Australia, un podcast per Tennis Legende in Francia – che ha avuto un impatto molto positivo – e ora questo e altri articoli in arrivo con te. (sì, vi anticipiamo che nelle prossime settimane pubblicheremo un’analisi specifica su Sinner condotta con Sbarro, ndr). Sono anche in contatto con un famoso canale sportivo francese interessato ad avermi in squadra per fare approfondimenti statistici. Quindi, le persone stanno diventando sempre più interessate alle statistiche. Credo proprio che tra cinque anni tutti lavoreranno con le statistiche“.

Volgendo lo sguardo al passato, sembra che le cose – pur lentamente – siano migliorate parecchio da questo punto di vista. “Cinque anni fa non era così chiaro. Non era affatto chiaro e ne sono un esempio vivente. Tutto quello che mi dicevano era “lavoro interessante…” e basta. Ora forse ho più possibilità che questo interesse si concretizzi fino a diventare qualcosa di essenziale che tutti vogliono avere. Questo fa parte della mia ‘battaglia’ per far accettare le statistiche; forse il 15-20% dei giocatori adesso ne è convinto. E in questo 15-20% devi trovare quello che sogna in grande, credo. Magari a loro non piacciono le statistiche, ma se possono offrire un vantaggio concreto le accetteranno. E quando si pensa alla preparazione della partita è di questo che si parla, qualcosa che dovrebbe darti un vantaggio. Se conosci alcune informazioni sul tuo rivale, ad esempio dove è meglio servire, voglio dire… è talmente semplice e logico!.

Ovviamente esiste ancora una certa quota di scetticismo associata all’utilizzo delle statistiche per provare a ottenere performance migliori sul campo (da parte dello staff dei giocatori) o per spiegare in modo più compiuto quello che sul campo è già accaduto (da parte dei media, cioè noi). Da parte nostra, ci teniamo a chiudere questa intervista rimarcando lo stesso concetto introtto nella nostra prima chiacchierata con Sbarro: quel piccolo 2% che separa Gasquet da Federer, Nadal e Djokovic. La differenza tra un ex top 10 che si appresta a concludere una buonissima carriera e tre leggende di questo sport, capaci di spartirsi 57 Slam in meno di vent’anni.

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