L'Italia in fiducia: "Vincere la ATP Cup? Sarebbe una sorpresa relativa"

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L’Italia in fiducia: “Vincere la ATP Cup? Sarebbe una sorpresa relativa”

Il capitano azzurro Vincenzo Santopadre alza l’asticella delle ambizioni. La crescita di Fognini e Berrettini che sembra quello dei giorni migliori “Ma è diverso rispetto al 2019”

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La gioia azzurra dopo la qualificazione per la semifinale della ATP Cup 2021 (via Twitter, @AustralianOpen)
 

I risultati portano orgoglio e consapevolezza. Con il pass per la semifinale già al collo, Vincenzo Santopadre alza l’asticella delle ambizioni azzurre. “Se questa squadra vincesse la ATP Cup la sorpresa, per me, sarebbe solo relativa“. Vuole dare anche la carica, il capitano, in vista di un (possibile) incrocio molto stimolante con la Spagna. Che è favorita per il successo nel gruppo B. “Ma agli avversari ci abbiamo sempre pensato poco, concentrandoci di più su noi stessi – il suo credo -, non vedo perché dovremmo cambiare strategia. Abbiamo acquisito una mentalità vincente, frutto anche delle difficoltà che Fabio e Matteo sono stati in grado di superare nelle prime due sfide. Non sono scaramantico – ammette – ma forse un po’ testardo, quindi andiamo avanti così“.

Assetto che vince non si cambia, verrebbe da semplificare. “Ciò che stiamo vedendo è frutto del duro lavoro di questo inizio di stagione – ha proseguito il tecnico romano -, ero ad Antalya con Matteo per il primo torneo e l’ho visto allenarsi tantissimo e ad alta qualità, stesso discorso per Fognini e Vavassori“.

CRESCITA – E non c’è nessun timore – qui il discorso ricade soprattutto su Berrettini – che andare avanti nella ATP Cup possa bruciare energie nella settimana che porta al primo Slam dell’anno. “Sicuramente la fatica c’è – spiega Santopadre – ma quando vinci metti dentro anche tante altre cose. Matteo ha vinto due partite eccezionali, preferisco averlo così e non sconfitto e riposato. Voglio sottolineare anche la crescita di Fabio: nel singolare contro l’Austria avrebbe di certo potuto fare meglio, ma poi già nel doppio ha avuto una reazione importante che l’ha portato poi al successo su Paire. Il primo che ci ha creduto è stato lui, mi fa piacere che sia stato aiutato anche dal suo team“.

Si gioca di squadra e il clima positivo aiuta a superare anche la fatica. “Certo, sono un po’ stanco – ha commentato a caldo di Fognini -, non sono più giovane come questi ‘pischelli’. Dopo la quarantena non è stato facile per me riprendere, adesso spero di ritrovare l’abitudine al campo. Rispetto a ieri ho fatto il passo in avanti di concentrarmi meglio su ciò che so fare, nel migliore dei modi. Spero adesso di interpretare ancora un’altra partita come questa, se non anche meglio. Il livello si alzerà sempre di più“.

“QUELLO DEL 2019” – Se il ligure va accompagnato gradualmente al livello che gli compete, Berrettini in questi primi giorni australiani ha sollecitato un po’ ovunque il paragone con “quello del 2019”. Complice anche il nuovo incrocio con Monfils, avversario anche nello snodo decisivo di quello US Open. “Sì, durante il lockdown quel tiebreak l’ho rivisto qualche volta – sorride – è vero che esistono le sliding doors, ma mi è stato insegnato che le cose prima o poi accadono se devono accadere“. Il paragone tra i due momenti, onestamente, regge solo in parte. “Allo US Open del 2019 ci sono arrivato con una quarantina di match alle spalle – spiega il numero uno azzurro – adesso siamo all’alba della stagione, ho fatto una buona preparazione e mi sento bene. Posso dire che a New York ero al clou, adesso sono super carico per partire con il piede giusto“.

E anche con un plus di maturità tattica, sintetizzato in questi termini: “Sono partito abbastanza bene, poi ho servito con il sole in faccia e non mi sono trovato comodo. La sensazione è che avessi un po’ di fretta. Ci siamo detti con Vincenzo di giocare con più tranquillità e costruire il punto, con la pazienza di affrontare anche scambi più lunghi, comunque senza snaturarmi perché poi ho vinto con i miei colpi“. E adesso, nella sostanza, Team Italy ci ha preso gusto: “Certo – ha concluso Berrettini – penso proprio che siamo una brutta squadra da affrontare in semifinale“.

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