Zverev lancia l’allarme: “Viviamo sempre in una bolla. A Rotterdam stavo andando fuori di testa”

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Zverev lancia l’allarme: “Viviamo sempre in una bolla. A Rotterdam stavo andando fuori di testa”

Il tedesco fa eco alle parole di Thiem dei giorni scorsi. Alla lunga, quanto potrà incidere questa situazione sulle prestazioni in campo?

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Alexander Zverev - BMW Open (photo by Alexander Hassenstein/Getty Images)
 

Alexander Zverev si è unito alla lista dei tennisti che stanno gestendo con difficoltà le restrizioni imposte dai tornei. Intervistato durante il torneo di Monaco di Baviera (dove ha vinto nel 2017 e 2018), infatti, non ha usato mezzi termini: “Siamo stati in una bolla per nove mesi. Stavo andando fuori di testa a Rotterdam. Potevamo stare solo in hotel e in campo. Non c’è aria fresca da respirare e non abbiamo alcun contatto con il mondo esterno. Capisco completamente Dominic Thiem e anche io ho lottato per trovare spunti e soprattutto motivazioni”.

Zverev, che di Thiem è anche amico off the court, oltre ad esserne fiero rivale sul campo, si riferisce alle dichiarazioni dell’austriaco durante un’intervista al quotidiano austriaco Der Standard in cui ha ammesso di vivere con particolare difficolta il momento, aldilà di quelle che sono i problemi fisici legati al ginocchio: “Sono caduto in buco. La pandemia si è presa tutto il bello del tennis”. Parole emblematiche quelle di entrambi, che ci fanno capire quanto la salute mentale degli atleti abbia sofferto su larga scala, non limitandosi solamente agli sfoghi dei più plateali (vedi Paire).

Abbiamo già parlato diffusamente del tema economico e di quello che l’ATP e gli Slam stanno facendo per arginare la situazione facendo par aiutare giocatori e tornei, con questi ultimi in difficoltà nel reperire i fondi necessari per andare avanti – su questo la mancanza del ticketing incide parecchio, forse troppo in ottica futura. Le parole dei due finalisti dello US Open, però, ci ricordano quanto incida la componente psicologica; in questo senso lasciano poco spazio ad interpretazioni e pongono parecchie domande, una su tutte: a lungo andare, quanto potrà incidere questa situazione sulla stanchezza mentale degli atleti e sulle loro performance in campo? È giusto interrogarsi perché la partita per il futuro del tennis si gioca anche su questo campo.


Articolo a cura di Carlo Galati

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