Nitto ATP Finals, a Torino oltre 65.000 biglietti già venduti: "Il pubblico ci sarà, vedremo la capienza"

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Nitto ATP Finals, a Torino oltre 65.000 biglietti già venduti: “Il pubblico ci sarà, vedremo la capienza”

“Esclusiva” con Il presidente del gruppo Gattinoni (450 dipendenti): “Auspichiamo una percentuale di pubblico maggiore che a Roma”. La sfida è far conoscere Torino e il Piemonte e “non solo il PalaAlpi”

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Possiamo dire, realisticamente, che le Nitto ATP Finals di Torino si giocheranno alla presenza del pubblico. Vedremo quale potrà essere la capienza ammessa”. Lo afferma Franco Gattinoni, presidente del Gruppo Gattinoni, al quale la Federazione Italiana Tennis ha affidato il ruolo di Official Tour Operator delle Nitto ATP Finals. Il suo compito sarà quello di promuovere e valorizzare le bellezze del territorio piemontese attraverso questo evento di rilevanza mondiale, un compito tanto più importante in un periodo in cui Torino e l’Italia si apprestano a ripartire dopo il blackout causato dalla pandemia: come spiega Gattinoni, “Le Nitto ATP Finals non si giocheranno solo sul campo del PalaAlpitour, ma su tutto il territorio di Torino e del Piemonte”.

Con questa convinzione si è sviluppata una rete di collaborazioni fra settore privato e pubblico che vede protagonisti il Gruppo Gattinoni, la Città di Torino, Turismo Torino (l’organismo preposto alla promozione della provincia di Torino), la Regione Piemonte e la Federazione Italiana Tennis. Così Gattinoni, in esclusiva a Ubitennis, illustra le finalità del progetto.

Gattinoni, ci presenti il suo Gruppo: di cosa vi occupate?

“Ho fondato il Gruppo Gattinoni nel 1983: nasciamo a Lecco, ma la nostra sede oggi è a Milano. Organizziamo viaggi ed eventi dividendo la nostra attività in tre aree di lavoro. Il “leisure”, ossia il turismo di piacere; il business travel; e l’organizzazione di eventi e convention. Contiamo circa 450 dipendenti, abbiamo 31 agenzie di proprietà in Italia e abbiamo un network con 1500 agenzie affiliate. Il nostro settore, ovviamente, è stato tra i più danneggiati dalla pandemia: abbiamo vissuto, di fatto, un anno di totale blackout a causa delle restrizioni di carattere sanitario. Ma ora stiamo ripartendo e devo dire che ho ancora più stimoli di prima”.

In cosa consiste il ruolo di Official Tour Operator delle Nitto ATP Finals?

“Le Nitto ATP Finals sono un grande evento mondiale. Bisogna fare un applauso a Torino per essersele aggiudicate. Una delle sfide che ci prefiggiamo è quella di far conoscere il territorio. Questo sarà il nostro lavoro: quello di proporre a chi verrà a Torino l’abbinamento tra l’eccellenza del tennis che si vedrà al PalaAlpitour e le eccellenze del territorio torinese e piemontese. Illustreremo a chi compra i biglietti la possibilità di fermarsi qualche giorno in città per apprezzare la sua storia; proporremo viaggi organizzati nelle Langhe, zona di rara bellezza. Non si tratta di un compito facile: a causa del Covid partiamo in ritardo, tuttora non si possono organizzare eventi di promozione. Ma la partnership si estende per almeno tre anni e in ogni caso siamo fiduciosi nelle potenzialità di Torino, tant’è che come gruppo avevamo deciso di investire in questa città già da prima che ricevessimo l’incarico di Official Tour Operator. E stiamo continuando a farlo con risorse soprattutto nostre, pur senza trascurare la collaborazione che stiamo ricevendo da parte delle Istituzioni”.

Il Covid in Italia non è ancora sconfitto: fiduciosi che le Nitto ATP Finals 2021 possano svolgersi alla presenza del pubblico?

“È chiaro, il nostro lavoro parte dal presupposto che sarà possibile ospitare il pubblico alle partite, altrimenti quasi tutto cadrebbe nel vuoto. Al momento siamo realisti e di conseguenza anche ottimisti: il pubblico sta continuando a credere nell’evento, oltre 65mila biglietti sono stati già venduti. Possiamo dire che certamente le Nitto ATP Finals si svolgeranno con il pubblico, da stabilire con quale percentuale. Potrebbe accadere qualcosa di simile a quanto si è visto negli Internazionali d’Italia a Roma, che si sono svolti con gli spalti occupati al 25% della capienza. Ma l’avanzamento della campagna vaccinale ci fa pensare e auspicare che per il prossimo novembre tutto potrebbe essere tornato alla normalità, o quasi”.

Quali sono le armi che Torino e il Piemonte possono vantare per attrarre l’attenzione dei turisti?

Frequento Torino e le zone circostanti da molti anni anche se non ci sono nato. Conosco le sue eccellenze paesaggistiche, culturali, enogastronomiche. Si tratta di una città che ha potenzialità per certi versi ancora inesplorate, caduta in un certo torpore da cui può e deve svegliarsi. Il nostro gruppo ha individuato in Torino e nel Piemonte una grande opportunità, ma c’è bisogno di una adeguata promozione commerciale. Speriamo di poter replicare quanto fatto a Milano, città in cui abbiamo organizzato circa 150 eventi negli ultimi due anni. Torino è ben servita dagli aeroporti, tra Caselle, Cuneo e Malpensa, e a mio avviso ha poco da invidiare a Milano, se non il numero di strutture alberghiere; le due città, anzi, possono e devono lavorare in sinergia tenendo presente le Next Gen ATP Finals”.

Avete appena inaugurato a Torino l’Hub Gattinoni, una struttura di 1200 metri quadrati tra via Battisti e via Roma, in pieno centro cittadino. Cosa deve diventare questo polo, nelle vostre intenzioni?

“È il nostro punto di riferimento in città, una sorta di salotto buono in cui concentreremo le nostre attività relative alla città e alle Nitto ATP Finals. Ci lavoreranno circa 60 dipendenti che metteranno in vetrina le potenzialità della città per attrarre il turismo organizzato e chi vuole fare eventi, e per organizzare visite e incontri per far toccare con mano le bellezze della città a turisti e soprattutto a investitori, soprattutto quelli che lavorano nel nostro stesso settore. Ci immaginiamo un circolo virtuoso in cui, grazie alle Nitto ATP Finals, sempre più turisti in arrivo dall’estero scelgano di iniziare da Torino il loro itinerario in Italia. Un altro scenario per cui lavoriamo vede Torino come centro di meeting e convention industriali per aziende di tutto il mondo nella settimana del torneo”.

Qual è il rapporto tra Franco Gattinoni e il tennis?

“Sono un grande appassionato ma gioco solo a sprazzi, a causa degli impegni lavorativi. I maestri, quando ero giovane, dicevano che avevo un buon talento, ma oggi non vado oltre alla dimensione da tennista della domenica”.

Ottimista sulle possibilità che alle Nitto ATP Finals di quest’anno si qualifichi almeno un italiano? Quanto impatterebbe questo fattore sul vostro lavoro?

“Berrettini e Sinner mi sembrano due candidati autorevoli, lo confermano i numeri. Matteo è forse più pronto nell’immediato, mentre per Jannik quello che intriga è la prospettiva. Ma sono entrambi due solide certezze del presente e non dimentichiamo gli altri alfieri azzurri. In ogni caso, l’obiettivo del nostro lavoro è far conoscere Torino e il Piemonte soprattutto a chi arriva dall’estero. La presenza di giocatori italiani, in questo senso, non è un fattore che ci spinge ad aumentare o ridurre le risorse e gli sforzi”.

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