Archiviare, subito. “Testa al Roland Garros, guardiamo avanti“. Ha poco senso per Lorenzo Musetti rimuginare sul ko – un po’ inatteso, almeno nelle proporzioni – rimediato a Parma contro Yoshihito Nishioka. Una giornata no che può capitare, al cospetto di un giocatore fisiologicamente più esperto e solido. “Nei primi game ero partito col piede giusto, 3-1 con due break consecutivi – ha raccontato l’allievo di Simone Tartarini -, ho usato molto il dritto e lui ne soffriva. Poi la partita è cambiata. Non ci avevo mai giocato contro, non è il mio antagonista come caratteristiche, ma è stato più bravo e ha meritato di vincere“.
Il giapponese è numero 60 del mondo e ha 25 anni, tanto basta per non doversi crocifiggere più di tanto dopo una sconfitta. In ottica costruttiva, l’analisi di Musetti scende comunque al livello di ciò che non ha funzionato al meglio: “Non ho servito bene – la sua ammissione -, a differenza di quanto invece mi era riuscito contro Mager al primo turno. Lì avevo anche trovato le energie per far girare la partita, quelle che oggi mi sono mancate. I colpi di inizio gioco non li considero punti deboli, ma certamente aspetti su cui continuare a lavorare quotidianamente“.
VERSO PARIGI – Senza costituire un alibi, la cornice della giornata negativa ha anche enfatizzato le difficoltà di adattamento alle condizioni di gioco: “Le palline non sono quelle del Roland Garros con cui si è giocato a Lione (dove è arrivato in semifinale, ndr) e il campo non è veloce – ha spiegato -, ma sono situazioni alle quali nella giornata precedente avevo saputo adattarmi, sfruttando tanto il servizio e dritto“. Il riflesso positivo della sconfitta è, innegabilmente, quello di poter avviare in anticipo la spedizione parigina.
“Partiremo venerdì – ha spiegato il carrarino -, una giornata se ne andrà tra test e quarantena obbligatoria all’arrivo, poi da sabato mi allenerò, devo capire ancora con chi. È l’appuntamento più importante e mi farà bene respirare già in questi giorni l’aria dello Slam. Perdere una partita così, in una giornata negativa, è capitato e capiterà ancora. Tutto ciò non scalfisce le buone sensazioni con cui arriverò a Parigi“. Oggi, alle 16.30, conoscerà il suo primo avversario nel sorteggio. Ultimo flash, per chi avesse qualche dubbio sul senso della fascia coprente ormai fissa sul braccio destro: non un vezzo o una moda, nemmeno un infortunio, “serve solo per prevenzione”. Meglio così.