Roland Garros: Iga Swiatek non molla il trono, batte Kostyuk e va ai quarti

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Roland Garros: Iga Swiatek non molla il trono, batte Kostyuk e va ai quarti

La polacca vince l’undicesimo match consecutivo a Parigi crescendo alla distanza contro l’ucraina, comunque positiva. Ora un quarto interessante contro Maria Sakkari

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[8] I. Swiatek b. M. Kostyuk 6-3 6-4

Iga Swiatek non ha intenzione di abdicare. Battendo Marta Kostyuk nell’ultimo ottavo di finale del tabellone femminile, la campionessa in carica ha messo in cascina l’undicesima vittoria in fila al Roland Garros, e aggiungiamo pure che il conto dei set consecutivi portati a casa nello Slam della Ville Lumière si aggiorna a ventidue. Un portento. Come da recente consuetudine, quando inizia la stagione sul mattone tritato le avversarie si trovano a mal partito: ultimo incontro perso, a Madrid contro Ash Barty; ultimo parziale concesso, a Roma, beneficiaria Barbora Krejcikova, la quale resta sempre quella che si è opposta meglio nelle ultime settimane alla ventenne di Varsavia e che, in effetti, anche qui sta giocando benone. Swiatek è imbattuta da dieci partite: sarebbe forse stato ingeneroso pretendere da Marta lo stop agognato dalle altre sette superstiti nel torneo.

Eppure la teen ucraina ha dato tutto e giocato bene, nonostante il serbatoio meno servito e una cilindrata indiscutibilmente inferiore. Kostyuk ha iniziato con il piglio giusto, l’unico possibile: spingendo sulla diagonale destra, e rifuggendo con tutte le forze la melina che l’avrebbe vista con ogni probabilità finire nel tritacarne. È stata lei a dare il primo strattone, approfittando di una Swiatek molto più fallosa del solito, forse perché molto tesa, forse perché sorpresa dalle inesplorate condizioni di gioco serali. La regina dell’edizione 2020 ha rimontato il precoce break di svantaggio al termine dell’infinito quarto game, durato diciotto punti, e con l’umiltà figlia della sagacia che tutti le riconoscono ha contenuto le sfuriate della rivale, attendendo tempi migliori. Propositiva e perché no spettacolare da par suo, Kostyuk è però stata la prima responsabile dell’improvviso cambio di vento del match, percepito nel gioco numero sette, servizio Swiatek: due palle break, di cui una, comoda perché accomodata dal nastro, buttata insieme a un dritto tremolante. Salva la polacca, la quale, da consumato squalo nonostante i vent’anni compiuti appena lo scorso lunedì, ha subito azzannato la preda e piazzato il break nel gioco successivo, prodromo alla conquista del primo set.

Tutto deciso, tutto finito, nonostante i generosi tentativi di ribellione di Marta, certo meritevoli di applausi. La sfavorita ha provato a rimettere in piedi un secondo set nato male, ma ogni tentativo di rimonta, anche quello andato a buon fine per recuperare il servizio perso nel terzo game, l’ha lasciata purpurea in viso e affannatissima in tutta la persona. Iga, ormai sciolta e risoluta, per ottenere gli stessi risultati ha bisogno di attingere a un quarto delle energie, da qui la sensazione che l’esito del match sarebbe potuto essere diverso solo qualora Kostyuk avesse vinto il primo set. Il finale è filato via a velocità di crociera, nonostante un match point sprecato in risposta da Swiatek nell’ottavo gioco e uno zerotrenta da raddrizzare al servizio in quello successivo. Considerato il contesto, i presupposti base per il paradigmatico psicodramma ci sarebbero anche stati, ma Ighina il Rolando a diciannove anni non l’ha vinto per caso.

Vista l’ecatombe di stelle che ha mutilato il draw femminile tra ritiri inopinati, KO inattesi, litigi con la stampa e campionesse intralciate dai fastidiosi lasciti dell’età, la favorita è sempre più la ventenne Iga da Varsavia, anche se il quarto di finale le metterà di fronte l’avversaria forse fino a qui più convincente, anche se non più convincente di lei. Maria Sakkari sarà una rivale tosta e da quello spicchio, Coco Gauff permettendo, potrebbe uscire la prossima campionessa. Swiatek sembra aver tutte le intenzioni di concedere il bis, impresa mai più riuscita a nessuna dai tempi di Justine Henin, la quale calò il addirittura tris tra il 2005 e il 2007. Anche la doppietta Roma-Parigi mancherebbe da un po’, a guardar bene: le ultime a riuscire nell’accoppiata sono state Maria Sharapova (2012) e Serena Williams (2013). Un altro buon motivo per inseguire il trionfo.

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