[1] A. Barty b. [14] B. Krejcikova 7-5 6-3
Barty party. Saranno felici i tifosi australiani proprietari del mini stendardo inquadrato a più riprese dalla regia dei Championships. La festa è servita; la maledizione verde pendente sulla testolina di Ash finalmente spezzata. La numero uno del mondo domani giocherà per la prima volta in vita sua i quarti di finale a Wimbledon. Curiosamente, viste le manifeste attitudini al gioco sui ciuffi, fino a oggi Ashleigh era sempre stata respinta nella prima settimana o al massimo all’imbocco della seconda: quest’anno il prato potrebbe essere apparecchiato per il pic-nic. In poche tra le colleghe superstiti possono esibire un tennis on grass di una certa potenza forgiato su tecnica classica come quello in dote all’ex cricketista dal Queensland, e per quanto gli eventi che regolano il Tour spesso siano mossi da una certa qual alea, la strada verso la finale, almeno quella, non pare necessariamente ingombra.
L’ostacolo superato oggi era piuttosto alto, contro la rivale più in fiducia del circuito. Campionessa di singolo e doppio al Roland Garros, Barbora Krejcikova è partita meglio dai blocchi e scappata avanti di un break con gli occhi della tigre, sospinta da una convinzione nei propri mezzi fino a qualche settimana fa ignota. L’incantesimo si è rotto all’apice del paradosso: accortasi degli iniziali impacci della rivale, la ceca ha comprensibilmente provato a raddoppiare intensità e ritmo, aggredendo la rete e cercando la chiusura lampo degli scambi al primo spiraglio utile. L’audace tattica ha pagato i suoi dividendi fino alla metà del primo set, ma alla lunga il boomerang le è pericolosamente tornato tra i piedi: un registro troppo alto, a cui Barty, una volta rilassatasi, si è adeguata alla perfezione. Da lì i connotati del mismatch si sono fatti vedere, plastici, e il piano della partita si è inclinato in modo sempre più accentuato in direzione Ipswich.
Ash ha sbagliato molto – alla fine di un incontro comunque relativamente breve gli errori non forzati attribuiti all’australiana sono stati ventiquattro – ma si è ripresa in tempo. “Riesco a fare punto solo tirando vincenti clamorosi“, la cupa autocritica dopo un pasticcio in manovra nel corso della fase problematica. Quattro doppi falli nei primi tre turni di servizio e persino una palla per il doppio break nel settimo gioco cancellata con il dritto: in quel momento la contesa ha iniziato a svoltare. Nel gioco successivo, dopo aver sciupato insieme a un comodo passante la prima chance del contro break, Krejcikova ha clamorosamente fallito una semplicissima volée a un metro dalla rete, con il campo spalancato davanti: errore incredibile, seguito da un brutto scarabocchio con il rovescio. Detti passaggi, centrali per la rimonta dal due-cinque al cinque quattro Australia, hanno segnato il deciso cambio di rotta dell’incontro, con Barty passata al comando delle operazioni e Krejcikova al ruolo di sfavorita in contenimento.
Nel decimo gioco Ash ha sprecato con il dritto il primo set point, ma nel dodicesimo, in coda un game in risposta chiuso a zero, ha messo l’ombrellino nel long drink. Ed è scappata anche nel secondo, la capoclassifica; 4-2 per lei, Krejcikova con il fiato grosso e in ritardo sugli appoggi.
Eppure la ceca, che è una combattente disabituata a perdere, è rimasta attaccata con le unghie e con i denti: nel settimo game è rientrata sfruttando la quinta occasione in risposta, incurante di una Barty costantemente dominante al servizio quando il punto pesava di più, e nel nono, con ormai un piede e mezzo nel vuoto del burrone, ha avuto l’estrema occasione per borseggiare il servizio alla favorita, dopo aver subìto l’ennesimo break nell’ottavo. Barty non ha però ritenuto di concedere oltre, e ha chiuso la contesa con il simbolico ace numero sette. “Una partita molto difficile, contro un’avversaria che stimo e che sta giocando alla grande“, ha detto Barty nel corso dell’intervista in campo. “Chi preferirei incontrare ai quarti tra Tomljanovic e Raducanu? Domanda insidiosa. So che qui tutti tifano per Emma, ma Ajla è un’amica…“. Partirà comunque favorita, dovrebbe sfruttare l’occasione.
Caloroso, e raro visto il contesto, il saluto tra le due a rete. Sorridente anche la sconfitta, che ha visto interrompersi la clamorosa striscia di quindici vittorie consecutive inaugurata a Strasburgo qualche settimana fa. Domani proverà a dar seguito al sogno in doppio, accoppiata all’inseparabile Katerina Siniakova. Barty resterà ancorata al primo posto del ranking, comunque vada. Ma a questo punto l’eventualità di non vincere il titolo non dovrebbe essere un’opzione.